Bielorussia

La Bielorussia è sempre stata descritta come un tratto di terra pianeggiante e monotono a cavallo del percorso più breve tra Mosca e la frontiera polacca.

È pianeggiante, d'accordo, ma dire che sia monotono è eccessivo.

Ampi boschi di betulle incontaminati, vaste paludi ricoperte di foreste e villaggi con le case in legno situati nel mezzo di campi verdi e neri conferiscono alla Bielorussia una bellezza che non si può scordare.

In Bielorussia ci sono molte più cose da vedere di quante ne possiate immaginare. Minsk è un centro cosmopolita e una testimonianza vivente della pianificazione urbana sovietica. Brest è vivace e frenetica, Hrodna è un cocktail di eredità storiche e Polatsk è una nobildonna che riposa sulle sue antiche glorie. Tutto questo, e nemmeno un turista all'orizzonte.

Superfice
207.600 kmq

Capitale
Minsk

Composizione etnica
81,2% bielorussi, 11,4% russi, 7,4% ucraini, polacchi e altri

Lingua parlata
bielorusso, russo, altre lingue

Religione
80% cristiano-ortodossa orientale, 20% cattolica, protestante, ebraica, musulmana, altre religioni

Ordinamento dello stato
repubblica presidenziale

Economia

Settori/prodotti principale
macchine utensili per il taglio dei metalli, trattori, camion, scavatrici, motocicli, televisori, radio, frigoriferi, fibre chimiche, fertilizzanti, tessili, grano, patate, ortaggi, barbabietole da zucchero, lino, manzo, latte

Principale partner commerciali
Russia, Ucraina, Polonia, Germania

Membro dell'Unione Europea
no

Documenti ed info utili

Visto
tutti i visitatori stranieri devono essere in possesso di un visto. È molto più facile ottenerne uno fuori dal paese che non alla frontiera.

Rischi sanitari
epatite A e B, tifo, encefalite da zecche.

Elettricita
220V, 50Hz

Fuso orario
due ore avanti rispetto al meridiano di Greenwich (in Crimea, tre ore)

Pesi e misure
sistema metrico decimale

Quando andare

In Bielorussia è sempre bassa stagione, quindi non dovete preoccuparvi di trovare troppi turisti. L'estate è calda, ma umida, mentre l'inverno è grigio e freddissimo, quindi i momenti migliori per visitare il paese sono la tarda estate e la primavera.

Eventi e Manifestazioni

Molti compositori si riuniscono a Minsk in gennaio per discutere di musica e per tenere una serie di concerti durante il Convegno Nazionale dei musicisti bielorussi. Minsk ospita anche il festival internazionale delle lingue, Expolingua, in aprile. Il Festival della Poesia, che si tiene sul lago Svityaz a giugno, celebra le opere dei grandi poeti russi e bielorussi. L'Autunno Musicale Bielorusso, che si svolge a Minsk gli ultimi 10 giorni di novembre, è un festival di musica e danza classica e popolare.

Sport e tempo libero

Gli appassionati della natura dovrebbero visitare la Riserva Naturale di Belavezhskaja Pushcha, al confine occidentale con la Polonia. Si tratta del più ampio tratto di foresta antica in Europa e ospita un numero consistente di bisonti europei, razza un tempo in via d'estinzione. Se disponete di un mezzo di trasporto, potete visitare la zona dei Laghi Blu a nord della Bielorussia, conosciuta per le sue bellezze naturali. Nella zona è possibile campeggiare e dedicarsi a piacevoli escursioni a piedi. La vasta rete di laghi e torrenti del paese ne fa un'ottima meta per gli appassionati di pesca.

Storia

La presenza umana in Bielorussia è testimoniata fin dalla prima età della pietra. Nel VI-VIII secolo d.C., durante l'espansione slava, sicuramente gli slavi dell'Est occupavano il paese. Molte città bielorusse passarono sotto il dominio dei tartari dopo la sconfitta degli slavi, avvenuta per mano dei mongoli a Kiev nel 1240. Nel XIV secolo, la zona venne conquistata dalla Lituania, che permise alla Bielorussia di conservare la sua religione ortodossa e la sua lingua, ma ridusse la popolazione locale in una sorta di semischiavitù. Nel corso dei successivi quattrocento anni, la Bielorussia si trasformò in un'entità culturale distinta dalla Russia e dall'Ucraina. In seguito all'unificazione di Polonia e Lituania, avvenuta nel 1569, la cultura polacca esercitò un'influenza sempre maggiore in Bielorussia e la chiesa bielorussa passò sotto l'autorità del Vaticano.

Alla fine del XVIII secolo, la Polonia cominciò a indebolirsi e la Russia ne approfittò per invaderne i territori e conquistare la Bielorussia. La Russia era decisa a rendere la Bielorussia parte integrante della sua grande patria: le pubblicazioni in bielorusso vennero bandite e venne istituita la chiesa russa ortodossa. Nel corso del XIX secolo, l'economia della Bielorussia cominciò a trasformarsi da agricola a industriale. Nel 1860, i servi della gleba vennero liberati, ma la povertà nelle campagne rimase così alta da costringere un milione e mezzo di persone a emigrare verso la fine del secolo. Dal momento che i russi costringevano gli ebrei a vivere in zone prestabilite (una delle quali era proprio la Bielorussia), la popolazione urbana ebrea crebbe in maniera considerevole nel corso del XIX secolo: in alcune città, più della metà della popolazione era ebrea. La maggior parte delle aree urbane erano occupate da ebrei e russi, mentre i bielorussi rimanevano confinati nelle campagne e continuavano ad avere una scarsissima influenza politica e un accesso quasi inesistente alle risorse del paese.

Durante la prima guerra mondiale, in Bielorussia ebbero luogo molte battaglie tra russi e tedeschi e gran parte del paese venne distrutto. La Germania conquistò la Bielorussia, ma nel 1921 il paese venne diviso fra la Polonia e la Russia Bolscevica (che l'anno successivo si chiamò URSS). Nel corso degli anni '30, la zona sovietica della Bielorussia fu soggetta a epurazioni e a collettivizzazioni agricole e la sua cultura e la sua indipendenza vennero distrutte. Migliaia di bielorussi vennero assassinati, soprattutto nelle foreste intorno a Minsk.

Nel 1939, quando la Polonia fu invasa da Germania e URSS, l'URSS si riprese la zona polacca della Bielorussia. Di conseguenza, i bielorussi si trovarono in prima linea quando, nel 1941, la Germania invase la Russia. L'occupazione tedesca fu selvaggia e la resistenza partigiana si diffuse ovunque. Nel 1944 i tedeschi vennero scacciati dall'Armata Rossa, ma questa operazione causò la distruzione della Bielorussia: Minsk venne rasa al suolo quasi completamente e un quarto della popolazione del paese morì. Molte delle vittime vennero uccise nei campi di concentramento nazisti oppure vennero deportate e uccise dall'URSS.

Il primo piano quinquennale del dopoguerra riuscì a sistemare gran parte dei danni causati dalla guerra e Minsk divenne un importante centro industriale per l'URSS. Molte persone si trasferirono a Minsk, compresi numerosi immigrati russi che permisero di alimentare la forza lavoro locale. Fino al 1980, i politici bielorussi cercarono di enfatizzare per quanto possibile l'identità nazionale della Bielorussia pur restando al sicuro all'interno della grande famiglia sovietica. Detto questo, però, bisogna anche sottolineare che la Bielorussia era conosciuta come una delle repubbliche comuniste più rigide dell'Unione Sovietica.

Quando, nel 1986, ci fu l'esplosione della centrale nucleare di Chernobyl, la Bielorussia fu colpita più duramente della stessa Ucraina. Circa un quinto del paese fu seriamente contaminato e l'opinione pubblica cominciò a esprimere dissenso rispetto all'appartenenza all'Unione Sovietica. Nel 1988, venne istituito il Fronte Popolare Bielorusso, con il compito di risolvere le questioni venute a galla con Chernobyl e per far rinascere la lingua bielorussa. Negli anni seguenti, i sentimenti nazionalistici aumentarono e il 27 luglio 1990 la repubblica fece una dichiarazione di sovranità all'interno dell'URSS. Il 29 agosto 1991, il Partito Comunista fece una dichiarazione di totale indipendenza nazionale.

Stanislau Shushkevich, un fisico che aveva manifestato contro la negligenza delle autorità in occasione di Chernobyl, fu il primo capo di stato. Egli si impose di perseguire una linea centrista a metà tra la vecchia guardia comunista e il Fronte Popolare riformista. Nei primi anni '90, la riforma economica proseguì molto lentamente e i comunisti riallacciarono molti legami con la Russia, contro la volontà di Shushkevich. Shushkevic fu sconfitto nel 1994, in occasione delle prime elezioni presidenziali dirette della Bielorussia, vinte da Alexandr Lukashenko. Lukashenko promise di bloccare l'aumento dei prezzi, di fermare le privatizzazioni, di sconfiggere la corruzione e il crimine organizzato e di stringere legami sempre più forti con la Russia. Ma l’11 giugno 2002 è fallito a Pietroburgo il piano di unione politica fra Russia e Bielorussia presentato dal presidente bielorusso. La proposta bocciata dal presidente Putin prevedeva, fra l’altro, un parlamento unificato russo-bielorusso con capacità normativa di grado superiore rispetto a quella dei parlamenti nazionali dei due stati. Gli estesi poteri di quest’organo hanno richiamato alla memoria di molti osservatori quelli del vecchio Soviet Supremo e il disegno di governo dell’unione prospettato da Lukashenko è sembrato allo stesso presidente russo una Unione Sovietica in miniatura. Il divieto alla creazione di un organo sopranazionale non mette tuttavia in discussione la volontà da parte della Russia di continuare a rafforzare la profonda cooperazione economica già in atto per giungere all’introduzione di una moneta unica nei due stati. Lukashenko aspirava a incassare dall’operazione importanti divedendi politici (la sua ambizione lo aveva portato ad accarezzare l’idea di poter presiedere il parlamento comune), e l’azione di Putin mira anche a fargli prendere le distanze da Iran, Iraq e Siria inducendolo ad abbandonare la sua politica caparbiamente antioccidentale che lo ha recentemente portato a ritirare il gradimento al rappresentante dell’OCSE a Minsk. La prima conseguenza economico-politica del mancato accordo è stata la decisione di abbandonare il progetto, per altro già in avanzato stato decisionale, di costruire attraverso la Bielorussia una conduttura per il trasporto del gas verso l’Europa.

Il 19 novembre 2002, quattordici paesi dell'Unione Europea hanno negato il visto di ingresso al presidente Lukashenko, e ai suoi collaboratori, in segno di protesta per le violazioni dei diritti umani in Bielorussia. Soltanto il Portogallo aveva sollecitato il riesame per il blocco dei visti, ma quest'eccezione deriva da divergenze tra Lisbona e gli altri stati membri dell'Unione riguardo l'Africa meridionale.

Cultura

Le pubblicazioni bielorusse hanno avuto un importante impatto sulla regione: le bibbie bielorusse furono tra i primi libri a essere stampati nell'Europa dell'Est e il poeta bielorusso del XVII secolo, Symeon di Polatsk, introdusse lo stile barocco nella letteratura russa. La letteratura bielorussa moderna nacque nel XIX secolo: Jabus Kolas ne è considerato il pioniere, mentre Natalia Arseneva, autrice di Sotto il cielo blu, è considerata una pietra miliare della letteratura del XX secolo. Gli scrittori locali vennero soffocati dall'occupazione sovietica, ma la scena letteraria oggi sta subendo un revival.

Il paese ha una grande tradizione musicale: molti degli inni e dei sermoni ortodossi del XII secolo hanno avuto le loro origini in Bielorussia. La musica popolare bielorussa è molto conosciuta: se ne avete la possibilità, assistete a uno spettacolo. La musica popolare moderna deriva dalle cerimonie rituali o dalla musica sacra e si è andata sviluppando dal XVI secolo in poi. La musica classica bielorussa è un fenomeno recente (risale al XX secolo), ma ciò non ha impedito all'opera e alle compagnie di balletto di Minsk di diventare famose a livello internazionale.

La Bielorussia, come l'Ucraina, ha sempre costituito un punto d'incrocio tra la cristianità latina e quella ortodossa. Circa il 70% dei bielorussi è di religione ortodossa orientale, ma i lunghi anni di dominazione polacca hanno lasciato in eredità una consistente comunità di cattolici (che dominano il clero). Ci sono anche alcuni protestanti (retaggio culturale della comunità tedesca, un tempo molto consistente), musulmani (tartari) ed ebrei, ma molti di essi stanno emigrando.

Il bielorusso è una lingua slava orientale, simile al russo e all'ucraino. È solitamente scritto in cirillico, ma esiste anche un alfabeto bielorusso latino (usato molto raramente). Durante la dominazione sovietica, l'80% dei bambini bielorussi a scuola imparava solo il russo, che era anche la lingua ufficiale di tutte le transazioni politiche ed economiche. Nel 1990, il bielorusso divenne la lingua nazionale del paese. Attualmente, si stanno modificando i nomi delle strade e nelle scuole viene posto di nuovo l'accento sulla storia e sulla letteratura bielorusse. Tuttavia, la lingua più diffusa è ancora il russo.

I bielorussi amano molto i funghi e raccoglierli è una sorta di rituale locale. Molti dei piatti principali sono a base di funghi in una forma o nell'altra: in una ricca salsa, in un ripieno cremoso o da soli. Tra i piatti principali segnaliamo hryby v smtane (funghi con panna acida), hribnoy sup (funghi e zuppa d'orzo) e kotleta pokrestyansky (costoletta di maiale in salsa di funghi). Altri ingredienti importanti della cucina russa sono l'aglio, il pesce e il comino. Il kvas è una bevanda tipica preparata con malto, zucchero, menta e frutta.

Ambiente

La Bielorussia è leggermente più piccola del Regno Unito; confina a nord e a est con la Russia, a nord-ovest con la Lettonia e la Lituania, a ovest con la Polonia e a sud con l'Ucraina. È un paese prettamente pianeggiante: la collina più alta, la Djarzhinskaja, raggiunge soltanto i 345 m. Il terreno è costituito da bassi spartiacque che dividono grandi zone paludose intervallate da piccoli laghi. Il fiume principale è il Dnjapro, che scorre verso la Bielorussia orientale partendo da Smolensk in Russia.

Un tempo la Bielorussia era completamente ricoperta di foreste. Nel XVI secolo, la maggior parte di esse era già stata abbattuta per fare spazio ai campi, ma in molte zone sono ricresciute, specialmente a sud. Gli alberi più diffusi sono le conifere, le querce, i faggi e le betulle argentate. La Riserva Naturale di Belavezhskaja Pushcha, al confine con la Polonia, è la più grande foresta primordiale d'Europa e ospita un numero consistente di bisonti europei. Nelle altre riserve naturali della Bielorussia si possono trovare alci, daini, cinghiali, lupi, volpi, scoiattoli, martore, lepri, castori, lontre, visoni e tassi. Il terreno coltivato è dedicato in particolare a cereali e lino: le distese di campi di lino sono bellissime da vedere.

La Bielorussia gode di un clima continentale che diventa un po' più rigido spostandosi da sud-ovest a nord-est. Le temperature medie di gennaio sono comprese tra -4°C e -8°C e per circa sette o otto mesi all'anno il terreno è coperto di ghiaccio. Il mese più caldo è luglio, quando la temperatura raggiunge normalmente i 19°C. A giugno e ad agosto c'è maggiore umidità, mentre nevica da dicembre ad aprile.

Arrivare e trasporti

Come arrivare: La maggior parte dei voli internazionali arriva all'aeroporto internazionale Minsk-2, 40 km a est di Minsk. Ci sono voli per/da Berlino, Beirut, Francoforte, Larnaka, Mosca, Monaco, San Pietroburgo, Tallinn, Tel Aviv, Vienna, Varsavia e Zurigo. L'aeroporto Minsk-1, più piccolo, situato 3 km a sud della città, serve Kiev, Mosca e San Pietroburgo. L'altro aeroporto internazionale del paese si trova a Brest. Qui potete trovare voli per Mosca, San Pietroburgo, Kiev, Varsavia e Odessa.

I percorsi di autobus internazionali più conosciuti sono quelli tra Minsk e Vilnius (Lituania) e tra Minsk e Bialystok (Polonia). I treni che arrivano in Bielorussia provengono da Lettonia, Lituania, Polonia, Russia e Ucraina e possono entrare da dieci blocchi di frontiera. Ci sono dieci blocchi di frontiera anche per i veicoli privati.

Trasporti interni: In teoria, esistono voli nazionali che collegano Minsk, Brest, Homel, Hrodna, Mahileu, Mazyr e Vitsebsk, ma in realtà pochi voli nazionali decollano a causa delle restrizioni sul carburante. I collegamenti ferroviari tra le città principali sono piuttosto frequenti e abbastanza economici. Ci sono anche molti autobus, ma possono essere sporchi e sovraffollati; inoltre, è sempre piuttosto difficile riuscire ad acquistare un biglietto. Noleggiare un'automobile può essere più economico che utilizzare un taxi, ma guidare in Bielorussia può creare qualche problema: è difficile trovare carburante e pezzi di ricambio e le strade non sono certo in condizioni ottimali. Se desiderate guidare, fatelo sul lato destro della strada.

Letture consigliate

Tutte le Russie: Storia e cultura degli Stati europei della ex Unione Sovietica dalle origini a oggi:
di Sergio Salvi (Ponte alle Grazie, Firenze 1994) Il volume è dedicato ai sette stati europei ex-sovietici; di ognuno è raccontata la storia, dalle origini etniche fino al 1994 attraverso la ricostruzione dei dati finora disponibli.

C'era una volta l'Est. Viaggio a cavallo dal Friuli alla Bielorussia:
di Dario Masarotti e Antonietta Spizzo (EDT, Torino 2002; collana 'Orme') La lunga traversata compiuta nel 1997 dai due autori, che dal Friuli arrivano a Minsk, in Bielorussia. È la scoperta di un modo di viaggiare attento all'ambiente e alla realtà sociale dei luoghi visitati, in tempi in cui si parla tanto di turismo responsabile.

Belarus, immagini di Christian Reinhardt:
di Christian Reinhardt (Sandro Teti, Roma 2002) È un volume fotografico dedicato alla Bielorussia, paese lontano dalla globalizzazione e fedele alla memoria storica.

Preghiera per Cernobyl'. Cronaca del futuro:
di Svetlana Aleksievic (E/O, Roma 2002) L'autrice, rielaborando e trasformando in narrativa centinaia di interviste, dà voce al popolo di Cernobyl.

Russi. Se li conosci non li eviti:
di Elizabeth Roberts (Edizioni Sonda, Casale Monferrato 2000; collana 'Le Guide xenofobe') Spiega chi sono, come ragionano, cosa amano e cosa detestano i russi. È una guida 'antropologica' semiseria, con uno scopo serissimo: prevenire e curare qualsiasi forma di xenofobia.

Mete principali

Minsk
Quasi tutti gli edifici di Minsk sono stati costruiti dopo l'occupazione da parte dell'esercito sovietico nel 1944, che distrusse quasi interamente la città. Minsk è probabilmente l'esempio migliore di pianificazione sovietica su larga scala. La città è quasi riuscita a realizzare l'utopia operaia: l'uniformità delle sue facciate monumentali è smorzata dalle strade ampie e dai piacevoli parchi. La sua atmosfera è frenetica e cosmopolita, con un senso della pulizia e brillantezza maggiore rispetto a quello di altre città dell'ex Unione Sovietica.

La strada principale di Minsk, praspekt Skaryny, è un viale enorme e frenetico. All'estremità sud-occidentale della strada, la ploscha Nezalezhnastsi (Piazza dell'Indipendenza), lunga 500 m, è circondata dagli edifici governativi e dall'affascinante Chiesa Cattolica Polacca di San Simone. Il Parco Janki Kupaly è una piacevole zona verde costeggiata su due lati dal tortuoso fiume Svislach. È possibile noleggiare una barca a remi o visitare la casa in cui il Partito Comunista Russo tenne illegalmente il suo primo congresso nel 1898.

Il Museo Nazionale Bielorusso di Storia e Cultura vi permetterà di fare un viaggio attraverso la storia turbolenta della nazione, mentre presso il Museo d'Arte Statale della Bielorussia potrete ammirare numerosi dipinti risalenti ai secoli compresi fra il XVII e il XX. Il Museo della Grande Guerra Patriottica descrive tramite le immagini gli orrori della seconda guerra mondiale e cerca di spiegare l'apparente ossessione del paese per la guerra. Le immagini dei prigionieri di guerra e le testimonianze fotografiche delle esecuzioni dei partigiani sono particolarmente macabre.

La Città Vecchia, a ovest di praspekt Skaryny, ospita la Cattedrale di St Dukhawski, in stile barocco. Un tempo la cattedrale faceva parte di un convento bernardino polacco. Gli edifici del monastero sono stati restaurati e oggi sono sede di un'accademia musicale. Per farvi un'idea di com'era Minsk in passato, recatevi nella zona a est del fiume Svislach, dove troverete un quartiere che è stato ricostruito secondo lo stile tipico del XVII e del XVIII secolo. È curioso e quasi in miniatura, pieno di caffè, bar, ristoranti e negozi di souvenir. Poco distante, sorge la Chiesa di Santa Maria Maddalena, costruita nel 1847, caratterizzata da un campanile ottagonale a punta e da una grande cupola.

Khatyn
Nel 1943, il piccolo villaggio di Khatyn fu completamente raso al suolo dai nazisti. Oggi è una sorta di memoriale focalizzato intorno a una scultura realizzata dall'unico sopravvissuto, Yuzif Kaminsky. Il Cimitero dei Villaggi commemora 185 altri villaggi bielorussi distrutti dai tedeschi; gli Alberi della Vita (in realtà dei pali di cemento) commemorano 433 villaggi distrutti ma in seguito ricostruiti; il Muro della Memoria elenca i campi di concentramento nazisti in Bielorussia e alcune delle loro vittime.

Khatyn (60 km a nord di Minsk) non è raggiungibile con i mezzi di trasporto pubblici. Tuttavia, esistono delle visite organizzate e un viaggio di andata e ritorno in taxi dalla capitale non è particolarmente caro.

Brest
Brest è uno dei posti di frontiera, sia stradali sia ferroviari, più trafficati dell'Europa dell'Est. Si trova a meno di 200 km da Varsavia e a 350 km da Minsk, proprio al confine con la Polonia. Come in tutte le città di frontiera, c'è un'atmosfera estremamente frenetica, con numerosi bielorussi che attraversano il confine per andare a fare acquisti in Polonia. La zona centrale di Brest si apre a ventaglio in direzione sud-est dalla stazione ferroviaria principale verso il fiume Mukhavets. La strada più importante è la Vulitsa Savetskaja. Brest fu una delle undici 'Città Eroiche' dell'Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale: in occasione dell'invasione tedesca del giugno 1941, la Fortezza di Brest resistette per un mese intero.

Situata alla confluenza dei fiumi Buh e Mukhavets, la Fortezza di Brest è il monumento della città che bisogna visitare. Tra il 1838 e il 1842, l'intera città fu spostata verso est per lasciare spazio alla costruzione di questa fortificazione massiccia. Venne distrutta nel 1941 e i suoi resti sono stati trasformati in un importante monumento alla memoria dei suoi difensori. Presso la fortezza ci sono musica lugubre, registrazioni di sparatorie e sculture in stile sovietico. Appena a ovest della fortezza c'è la Chiesa di Nikolaivsky, la più antica della città; fu parzialmente distrutta durante l'assedio del 1941. Un tempo faceva parte di un monastero.

Tra le altre chiese della città segnaliamo la Chiesa di St Nikolaiv, decorata con precisione anche nei dettagli, che risale a 200 anni fa, in tipico stile ortodosso, e la Cattedrale Ortodossa di San Simone, del XVII secolo e riccamente decorata in oro. Il Museo Archeologico Bereste è stato costruito sugli scavi delle rovine del quartiere artigiano di Brest del XIII secolo.

Riserva Naturale di Belavezhskaja Pushcha
In questa riserva naturale sopravvivono circa 1300 kmq di foresta europea primordiale. Si estende in direzione nord dalla città di Kamjanjuky, circa 40 km a nord di Brest, e una piccola sua parte si trova in Polonia, che la amministra congiuntamente alla Bielorussia. Qui vivono circa 55 specie di mammiferi, tra cui alci, daini, linci, cinghiali, cavalli allo stato brado, tassi, lupi, ermellini, martore, lontre, visoni e castori, ma essa è famosa per i suoi mille e più bisonti europei, una specie che era già in via d'estinzione negli anni '20 del Novecento.

Presso la riserva ci sono un museo naturale e dei recinti dove si possono vedere bisonti, daini, cinghiali e altri animali.

Tutti i giorni ci sono alcuni autobus che la collegano a Brest; se riuscite a ottenere un permesso, potete anche visitare la riserva con i vostri mezzi.

Hrodna
Hrodna, situata 280 km a ovest di Minsk, è probabilmente la città più pittoresca della Bielorussia. Il motivo è molto semplice: si tratta della città che è sopravvissuta alla guerra meglio di qualunque altra e, a testimonianza di questo, ci sono molti edifici storici intatti. Fondata in tempi antichissimi, Hrodna fu annessa dalla Lituania nel XIV secolo, diventando una delle principali roccaforti difensive, e poi dalla Polonia, che vi fece costruire un palazzo e numerose chiese. Hrodna capitolò molto presto durante la seconda guerra mondiale; non subì gravi danni strutturali, ma perse gran parte della sua popolazione. Oggi, la città è un centro industriale e culturale che gode di un'atmosfera cosmopolita.

La strada preferita per le passeggiate è Vulitsa Savetskaja, una piacevole via acciottolata con negozi e caffè curiosi e un parco alberato all'estremità meridionale. Tra le chiese di Hrodna segnaliamo l'orgogliosa Cattedrale Farny, in stile barocco, con i suoi altari e santi decorati, la Chiesa e il Monastero rinascimentali appartenenti all'ordine cistercense e la Chiesa dei Santi Boris e Hilib, costruita in legno nel XII secolo. Per quanto possa sembrare modesto, è il secondo edificio più antico della Bielorussia.

Il Museo di Storia della Religione si trova all'interno di un palazzo del XVIII secolo restaurato di recente. Esso contiene acqueforti e oggetti d'artigianato che testimoniano in particolare le influenze del cattolicesimo polacco e dell'ortodossia russa. Ci sono anche alcuni esempi di arte ebraica. Lo Stari Zamak (Vecchio Castello) di Hrodna fu costruito nel XIV secolo; oggi, rimangono solo alcune sezioni delle mura. Il museo che si trova presso il castello ospita interessanti oggetti risalenti al IX secolo. Poco distante c'è il Novi Zamak (Castello Nuovo), costruito nel 1737 nell'opulenza del rococò e più tardi ristrutturato ispirandosi a uno stile più sobrio. Oggi ospita un museo, una biblioteca e gli uffici principali del Ministero della Cultura.

Mete alternative

Njasvizh
Njasvizh, 120 km a sud-ovest di Minsk, è una delle città più antiche del paese. Fu edificata nel XIII secolo, ma raggiunse il suo splendore intorno alla metà del XVI secolo, quando i mercanti che la governavano la ricostruirono con un sofisticato sistema di fortificazioni. Nel corso dei secoli, guerre, incendi e incuria contribuirono a diminuire l'importanza della città, tanto che oggi non è altro che un insieme confuso di cottage in legno e case semplici con alcuni esempi di pregevole architettura del XVI secolo.

Il municipio del XVI secolo è uno degli edifici più antichi del paese; benché sia in cattivo stato e scolorito, rivela una struttura degna di interesse. La Porta Slutsk, anch'essa costruita nel XVI secolo, fu rifatta in stile barocco due secoli più tardi. La grande e cupa Cattedrale Cattolica Romana Polacca di Farny, espressione del primo barocco, mostra la sua facciata dalle proporzioni eccellenti. Oltre la chiesa, la Fortezza del Palazzo Radziwill, progettata dall'architetto italiano Bernardoni nel XVI secolo, è oggi sede di una casa di cura per pazienti che soffrono di malattie cardiache e neurologiche.

Polatsk
Polatsk, 260 km a nord di Minsk, è una sonnecchiante città di fiume con una ricca storia, che risale all'epoca dei variaghi (IX secolo). Sebbene fosse riuscita a evitare il saccheggio da parte dei mongoli nel XIII secolo, la città venne in seguito annessa prima dalla Lituania e poi dalla Polonia e i suoi abitanti divennero servi della gleba. Polatsk si sviluppò come porto fluviale, ma passò continuamente dal dominio degli zar feudali moscoviti a quello della corona polacca e fu rasa al suolo più di una volta.

Non c'è molto da vedere a Polatsk: la città non è altro che una tipica cupa città in stile sovietico, con alcuni monumenti che celebrano varie guerre ed eroi. Il monumento principale della città è la Cattedrale di Santa Sofia. Costruita nell'XI secolo, è l'edificio più antico della Bielorussia, fra quelli sopravvissuti. Per la sua costruzione, fu presa a modello la Cattedrale di Santa Sofia a Kiev. Purtroppo, la chiesa non ha potuto mantenere intatte le sue caratteristiche. Danneggiata da un incendio nel XV secolo, fu trasformata in un quartier generale militare e poi ricostruita interamente in stile barocco nel XVIII secolo, quando diventò una cattedrale cattolica. Il museo all'interno della cattedrale contiene un modello della cattedrale originale. Nel seminterrato è possibile vedere le fondamenta dell'XI secolo.

Altri luoghi che meritano una visita sono l'affascinante Muzey Belarushka Knihadrukavanni, un museo contenente libri e dipinti storici, e il Museo Storico Regionale, situato in una bella strada costeggiata da vecchi incantevoli cottage in legno.

Vitsebsk
Vitsebsk, 277 km a nord di Minsk, un tempo poteva vantare più di trenta chiese e una vita culturale molto attiva. Kandinsky, Malevich e Chagall passarono molto tempo qui. La seconda guerra mondiale e l'era sovietica misero fine a tutto questo, ma in alcune zone della città vecchia si respira ancora un'atmosfera elegante.

Il Museo Artistico Cittadino ospita mostre temporanee e permanenti di opere europee tra il XVIII e il XX secolo. Poco distante dal museo sorge l'antico municipio; di fronte, ci sono dei murales che rappresentano la Vitsebsk storica. La strada principale della città vecchia è Vulitsa Suvarova. A metà di questa strada troverete un piccolo parco con un monumento alla guerra franco-russa del 1812. Volgendo lo sguardo oltre questo luogo dedicato alla memoria dei caduti, si gode un'ottima vista sulla valle. Il vecchio palazzo vicino, molto elegante, ospita oggi il quartier generale del KGB. Per il futuro, c'è in programma la costruzione di un Museo Chagall (l'artista è nato a Vitsebsk).