Bulgaria

Quando la Bulgaria è entrata nel vorticoso circo del capitalismo, nessuno ha detto ai suoi cittadini che stavano camminando su un filo sospeso senza rete di sicurezza.

Quello che i turisti incontrano oggi è un paese che lotta per adattarsi al mondo moderno con una popolazione molto ospitale, a dispetto del caos economico e sociale in cui versa.

La Bulgaria urbana, specialmente Sofia, è molto cambiata.

Nei paesi, invece, si possono ancora incontrare persone che vanno a lavorare con l'asino e mangiano patate coltivate nel proprio orto e formaggio fatto in casa. La differenza è che trascorrono la serata davanti a una TV satellitare.

Naturalmente l'inflazione galoppante permette ai turisti che hanno valuta pregiata di frequentare località di villeggiatura montane e balneari spendendo cifre irrisorie.

E non sono necessarie grandi spese per apprezzare le splendide montagne bulgare, i monasteri simili a eremi, le chiese, le moschee, le rovine romane e bizantine e l'eccellente caffè che viene offerto dovunque si vada.

Nome completo del paese
Repubblica di Bulgaria

Superfice
110.910 kmq

Capitale
Sofia

Composizione etnica
83,6% bulgari, 9,5% turchi, 4,6% gitani, 2,3% macedoni, armeni, tatari, gagauzi, circassi, russi, altri

Lingua parlata
bulgaro. La lingua turca e quella zingaresca sono parlate dalle minoranze

Religione
83,8% ortodossa bulgara, 12,1% musulmana, 1,7% cattolica, 0,8% ebraica, 1,6% protestante, gregoriana armena, uniate, altre religioni

Ordinamento dello stato
repubblica parlamentare

Economia

Settori/prodotti principale
energia elettrica e idroelettrica, gas, industria alimentare, apparecchiature e macchinari, metalli non preziosi, ferro e acciaio, carbone fossile, raffinazione del petrolio, combustibile nucleare, combustibili, prodotti chimici, abbigliamento, calzature, verdura, frutta, bestiame, vino, frumento, orzo, girasoli, barbabietole da zucchero

Principale partner commerciali
Italia, Turchia, Germania, Grecia, Iugoslavia, Russia, Francia

Rischi sanitari
non ve ne sono, ma conviene affidarsi a cliniche private se si ha bisogno di cure

Elettricita
220V, 50Hz

Fuso orario
due ore avanti rispetto al meridiano di Greenwich

Pesi e misure
sistema metrico decimale

Quando andare

La Bulgaria ha un clima continentale con inverni rigidi (tranne che nella fascia costiera) ed estati, specie nella regione danubiana e nella Bulgaria occidentale, calde e asciutte. Sofia ha una temperatura media diurna superiore ai 15°C da maggio a settembre, sopra gli 11°C in aprile e in ottobre, superiore ai 5°C in marzo e in novembre e sotto lo zero in dicembre e in gennaio. Le spiagge della costa del Mar Nero si affollano in misura preoccupante in estate e nelle località di mare è difficile trovare posto in alberghi e campeggi. La costa è praticamente deserta nel periodo compreso fra la metà di settembre e la metà di maggio.

Eventi e Manifestazioni

Le festività pubbliche comprendono Capodanno (1 e 2 gennaio), la Festa della Liberazione del 1878 (3 marzo), la Festa dell'alfabeto cirillico (24 maggio) e Natale (25 e 26 dicembre). La ragione per cui Natale è festeggiato in due giorni è che durante il periodo comunista erano proibite le cerimonie religiose e quindi i bulgari inventarono una celebrazione secolare - e sospettosamente simile al Natale - per il giorno seguente. Dal crollo del comunismo, Natale viene nuovamente festeggiato il 25, ma la festa del giorno successivo è stata saggiamente mantenuta. I bulgari osservano una serie di usi tradizionali: Trifon Zarezan il 14 febbraio è l'antica festa dei vignaioli. Le viti vengono potate e bagnate col vino per assicurare un raccolto generoso. Il 1° marzo i bulgari si scambiano martenitsi, collane con fiocchi rossi e bianchi che vengono indossate per ottenere salute e felicità con l'arrivo della primavera. Chi indossa questa collana deve legare la martenitsa all'albero più vicino quando vede la sua prima cicogna della stagione.

Al Koprivshtitsa Folk Festival, che si svolge ogni 4 anni, partecipano circa 4000 finalisti. C'è un festival biennale a Pernik nel quale i partecipanti, indossando maschere e costumi tradizionali, compiono antichi balli per scacciare gli spiriti maligni e chiedere agli spiriti buoni un raccolto favorevole. Koukeri è un'altra festa primaverile, particolarmente sentita nei monti Rodopi. Il Festival delle Rose viene celebrato con canti e balli popolari a Kazanlâk e Karlovo la prima domenica di giugno.

Prezzi e costi

Valuta
lev (leva bulgara)

Sport e tempo libero

Lo sci è molto diffuso in Bulgaria e la stagione della neve va da dicembre ad aprile. Il monte Vitosha, ai margini meridionali di Sofia, costituisce la più accessibile località sciistica bulgara, ma quella principale si trova a Borovets, 70 km a sud di Sofia, sullo sfondo delle più alte montagne dei Balcani. Pamporovo, nei monti Rodopi, è frequentata dai turisti dei gruppi organizzati, mentre Bansko nei monti Pirin è la stazione sciistica meno commercializzata della Bulgaria. L'alpinismo è praticabile e non bisogna essere Edmund Hillary per scalare il picco Musala. Si possono anche effettuare escursioni a piedi, meno impegnative, nella catena di Stara Planina e nei monti Rodopi.

Storia

La Bulgaria, terra di Orfeo e di Spartaco, apparteneva anticamente al regno della Macedonia. Nel 46 a.C. i Romani avevano già conquistato l'intera penisola, che controllarono fino a quando le invasioni delle tribù della Tracia e dell'Illiria distrussero il paese. I pacifici allevatori slavi arrivarono nel corso del VI secolo. Nel 679 i bulgari, una fiera tribù di lingua turco-tatara, attraversarono il Danubio e fondarono il primo impero bulgaro. Poi si espansero verso sud a spese di Bisanzio prima di conquistare la Macedonia nel IX secolo. I bulgari furono infine assimilati dagli slavi, più numerosi, e adottarono la loro lingua e i loro modi di vita.

Nell'865, un monaco bizantino che dipinse una raffigurazione dell'inferno sulle mura del palazzo, riuscì a intimorire lo zar Boris I facendogli abbracciare la fede cristiana ortodossa. Nell'870 la Chiesa bulgara divenne indipendente, con un suo patriarca, e incoraggiò lo zar Simeone (893-927) a espandere i propri domini fino alla Serbia e al Mare Adriatico. Il regno si ridusse nuovamente quando Simeone cercò di impadronirsi della corona bizantina. Questo indebolì la Bulgaria mettendola in balia dell'imperatore di Bisanzio Basilio II, che fece cavare gli occhi a 15.000 soldati bulgari dopo una decisiva vittoria nel 1014. La Bulgaria passò sotto il dominio bizantino 4 anni più tardi.

Il secondo impero bulgaro (1185-1396) fu fondato dopo una rivolta contro Bisanzio capeggiata da due fratelli, Asen e Peter. Con una rinnovata fiducia nei propri mezzi, il nuovo impero occupò tutta la Tracia, la Macedonia e l'Albania, ma nel corso dei due secoli successivi fu progressivamente eroso dai tatari e poi dai turchi. Alla fine del XIV secolo i turchi controllavano tutta la Bulgaria, dando inizio a cinque secoli di dominio ottomano.

I turchi non ebbero un impatto del tutto negativo: non fecero alcun tentativo di convertire i bulgari all'Islam o di sradicare la loro lingua e i loro usi. Fu solo nel XVIII secolo che i bulgari ebbero tasse più pesanti e inflazione, conseguenza delle sfortunate guerre turche contro gli austriaci e i russi. Il risentimento covava e i turchi risposero introducendo riforme che miravano ad assimilare i bulgari, ma era troppo tardi. All'inizio del XIX secolo, usi e folklore popolari fiorirono nel Revival Nazionale, mentre i rivoluzionari segretamente complottavano contro i turchi. Quando la rivolta scoppiò prematuramente a Koprivshtitsa nell'aprile 1876, i turchi la soffocarono con brutalità inaudita, diffondendo in tutta Europa racconti di 'atrocità bulgare'. Circa 15.000 bulgari furono massacrati a Plovdiv e 58 paesi vennero distrutti. Si dice che Pazardzhik fu salvata da un coraggioso impiegato che spostò una virgola in un dispaccio ufficiale, trasformando la frase 'bruciare la città, non risparmiarla', in 'bruciare la città non, risparmiarla'.

Gli indignati alleati europei vennero in soccorso della Bulgaria alla fine degli anni '70. La Russia, forza principale, subì 200.000 perdite nel conflitto. Quando l'esercito russo avanzò fino ad arrivare a 50 km da Istanbul, la Turchia cedette il 60% della penisola balcanica alla Bulgaria. La storia moderna della Bulgaria - e il suo complesso di inferiorità nei confronti della Russia - risale a questa liberazione del 1878. Le potenze europee, temendo la presenza di un satellite della Russia nei Balcani, si appropriarono di alcune porzioni della Bulgaria, lasciando tutti insoddisfatti e desiderosi di sfruttare a proprio vantaggio le due guerre balcaniche che precedettero la prima guerra mondiale. La Bulgaria, vittoriosa nella prima contro la Turchia ma sopraffatta nella seconda dai suoi ex alleati balcanici, non ne uscì bene (perse la Macedonia), e pagò poi con cessioni territoriali la sconfitta subita, a fianco degli imperi centrali, anche nella prima guerra mondiale. Gli anni tra le due guerre mondiali furono caratterizzati da gravi problemi con i profughi macedoni, agitazioni da parte dei comunisti e crisi economiche. L'incidente più vergognoso nel processo di balcanizzazione della Bulgaria avvenne nel settembre 1923, quando migliaia di agitatori agrari e comunisti furono uccisi durante una campagna reazionaria. La Bulgaria si schierò con la Germania allo scoppio della seconda guerra mondiale, ma lo zar Boris III, temendo una sollevazione popolare, rifiutò di dichiarare guerra alla Russia. Dopo la misteriosa morte di Boris III (1943), la presenza tedesca si fece sempre più opprimente e minacciosa. Il clandestino Fronte della Madrepatria consolidò l'opposizione al governo filonazista, ottenendo infine il sostegno popolare. Il comunista Todor Zhivkov persuase l'esercito (in realtà ben poco riluttante) a non opporre resistenza all'occupazione sovietica e a facilitarne l'avanzata. La presenza delle armate sovietiche favorì l'insurrezione antifascista e portò a un governo di coalizione.

Sotto Todor Zhivkov, leader bulgaro dal 1954 al 1989, il paese divenne uno dei più prosperi dell'Europa orientale: ai coltivatori era consentito avere piccoli appezzamenti di terra privati mentre l'industria in crescita produceva oltre la metà del PIL bulgaro. Il crollo del comunismo nel 1989 ha lasciato l'industria scoperta e la transizione verso la democrazia è stata molto travagliata. Il Partito comunista (ribattezzato Partito socialista bulgaro) è riuscito a guidare il corso della nuova Bulgaria democratica, limitando il ruolo del presidente a quello di ammonitore. L'inflazione galoppante, l'alto tasso di disoccupazione, la mancanza dello stato assistenziale e la esibita ricchezza di noti criminali già condannati hanno diffuso una grande sfiducia. Il progresso, in modo laborioso, continua sotto il presidente Georgi Parvanov e il governo è impaziente di avere i requisiti necessari per far entrare il paese nella NATO e nella UE.

In seguito alle elezioni del giugno 2001 il partito dell'ex re Simeone II ha conquistato una vittoria elettorale senza precedenti nella storia della giovane repubblica, sfiorando la maggioranza assoluta. Simeone II considera obiettivi prioritari l'avvio della rinascita economica e la sconfitta della corruzione.

Cultura

Dopo cinque secoli di dominio turco, la cultura bulgara è rinata nel XIX secolo mentre artisti e scrittori cercavano di risvegliare la coscienza nazionale. Zahari Zograf (1810-53) dipinse magnifici affreschi ispirati dall'arte medievale bulgara nei monasteri. Le incisioni di monaci contemplativi appaiono nei musei dei monasteri sparsi in tutta la Bulgaria: i santi grandi come chicchi di riso sono particolarmente caratteristici. Molti poeti bulgari sono legati a storie di violenza e di morte precoce e questo conferisce una certa intensità all'alto idealismo di personaggi come Hristo Botev (poeta popolare ribelle della fine del XIX secolo), Dimcho Debelyanov (poeta lirico ucciso nella prima guerra mondiale) e Geo Milev (poeta delle rivolte sociali successive alla prima guerra mondiale, rapito e ucciso dalla polizia). Il grande vecchio della letteratura bulgara, Ivan Vazov, è uno dei pochi che è riuscito a superare i 30 anni di età. Il suo romanzo Sotto il giogo descrive la sollevazione del 1876 contro i turchi.

Un antico mito greco assegna a Orfeo e alle Muse origini trace, un'eredità che i cantanti bulgari prendono ancora molto seriamente. I canti religiosi ortodossi evocano il misticismo delle fiabe e delle leggende regionali, mentre gli spontanei canti e balli popolari uniscono origini classiche a una marcata influenza turca. L'interesse internazionale per la musica vocale bulgara è stimolato da gruppi come Le Mystere des Voix Bulgaires, che hanno fatto conoscere il canto corale polifonico femminile bulgaro in tutto il mondo.

Il bulgaro è una lingua slava scritta con l'alfabeto cirillico. I santi Cirillo e Metodio, due fratelli di Salonicco, inventarono questa scrittura nel IX secolo; uno dei legami più forti che lega bulgari e russi è proprio l'uso di questo alfabeto comune. Il russo è la seconda lingua dei vecchi bulgari ed è ancora insegnato nelle scuole. I giovani sono più interessati a una versione dell'inglese condita con parole dei classici del rock e slogan pubblicitari. Al contrario di noi italiani, i bulgari muovono la testa a destra e a sinistra come gli indiani per dire sì, mentre il movimento in alto e in basso significa no.

La dieta bulgara è composta prevalentemente da carne, patate, fagioli e insalate, il tutto annaffiato con pericolosi liquori: è bene fare attenzione ai bicchieri riempiti di rakia e mastika. La prima colazione è un veloce spuntino a base di pane: nelle vie secondarie si possono cercare i chioschi che vendono deliziosi banitsi, pasticcini a base di formaggio spesso accompagnati da boza, una bevanda a base di miglio importata dall'estero. Il pranzo è il pasto principale della giornata. La cena viene servita la sera tardi, soprattutto per segnalare la fine degli aperitivi e l'inizio delle vere bevute.

Ambiente

La Bulgaria si trova all'incrocio tra Europa e Asia, proprio nel cuore dei Balcani. Qualsiasi viaggio di una certa lunghezza permette di apprezzare la sorprendente varietà morfologica del paese: dalle sponde del Danubio una ventosa pianura risale fino alle vette arrotondate della Stara Planina, una catena che taglia la metà settentrionale del paese da est a ovest, dal Mar Nero alla Yugoslavia. La Bulgaria meridionale è ancora più montagnosa. Il picco Musala (2925 m) nei monti Rila a sud di Sofia è la vetta più alta tra le Alpi e la Transcaucasia. Di poco più basso è il picco Vihren (2915 m), nel massiccio del Pirin ancora più a sud. I monti Rodopi si estendono a est dei monti Rila lungo il confine greco, separando il Mar Egeo dalla pianura della Bulgaria centrale, che sbocca sulla costa del Mar Nero formando splendide baie e laghi costieri a Burgas e Varna.

Come in molti paesi ex comunisti, il fascino del guadagno facile supera quello dello sviluppo economicamente sostenibile. L'abbattimento delle foreste e la caccia di frodo avvengono anche all'interno di aree protette, mettendo a repentaglio la vita di uccelli come la cicogna bianca e l'avvoltoio nero. La popolazione di orsi, temporaneamente aumentata da 'orsi profughi' provenienti dalla Yugoslavia, sta nuovamente diminuendo. Cervi e conigli sono tra i pochi animali che si riescono ad avvistare mentre si cammina nelle foreste.

L'impianto nucleare di Kozloduj, 200 km a nord di Sofia, è uno dei più pericolosi del mondo. Da quando ha aperto ci sono stati incidenti di entità contenuta e problemi di sicurezza ambientale che hanno costretto a una parziale chiusura e hanno provocato interruzioni elettriche in tutto il paese. Malgrado i finanziamenti occidentali per l'abbattimento dell'impianto, non sono ancora state fatte mosse concrete.

Trasporti interni: La rete di autobus e treni è estesa e abbastanza economica, anche se rovinata da orari assurdi, misteriose cancellazioni e personale impegnato con cruciverba di estrema importanza. Gli autobus privati fanno la concorrenza al servizio pubblico negli itinerari principali, spesso applicando un piccolo sovrapprezzo che include alcuni optional come gli ammortizzatori. Difficilmente si riuscirà a evitare la colonna sonora a base di musica pop che si sperava di aver dimenticato e c'è da augurarsi che non ci sia alcun legame tra i luridi sedili e la tappezzeria di manifestini erotici di molti autobus.

Letture consigliate

Storia della Bulgaria:
(Bulzoni, Roma 1982) Tratto dalla collana 'Biblioteca bulgara' dell'editore, offre una serie di scritti, risalenti per lo più agli anni ’80, che forniscono un prezioso contributo alla conoscenza del paese.

L'utopia caduta. Storia del pensiero comunista da Lenin a Gorbaciov:
di Massimo Salvadori (Laterza, Bari 1992) Il volume prende in esame il periodo storico in cui è nato il comunismo che ha influenzato fortemente la storia del paese.

Caffè Europa:
di Slavenka Drakulic (Il Saggiatore, Milano 1998) Indaga sull'Est europeo, un mondo dilaniato tra la nostalgia del recente passato marxista e un'ansia consumistica di imitazione nei confronti dell'Occidente, un anelito di appartenenza. I paesi presi in esame: Croazia, Repubblica Ceca, Albania, Bulgaria e Romania.

Seppellitemi in piedi:
di Isabel Fonseca (Sperling & Kupfer, Milano 1999) Offre un interessante spaccato della società e della cultura degli zingari rom.

Il mistero delle voci bulgare:
di Marcel Cellier (Red, Como 1997; con cd annesso) La storia del gruppo che ha fatto conoscere il canto corale polifonico femminile bulgaro in tutto il mondo.

Mitologia popolare bulgara:
di Ivanicka Georgeva (Bulzoni, Roma 1990).

La caduta dei comunismi:
di Bruno Bongiovanni (Garzanti, Milano 1995).

Una storia infausta:
di Jean-Marie Le Breton (Il Mulino, Bologna 1999) Ripercorre la storia dei paesi di quella zona turbolenta e vulnerabile che il collasso dei regimi comunisti ha riportato all'attenzione in forme drammatiche. A grandi linee si traccia la storia di Albania, Bulgaria, Cecoslovacchia, Jugoslavia, Polonia, Romania e Ungheria.

Mete principali

Sofia
A Sofia, l'unica metropoli bulgara, i problemi urbani della droga e della criminalità convivono con carretti trainati da asini, bancarelle che vendono alimenti fatti in casa e la tipica indolenza estiva dei caffè europei. Ricostruito con gusto dopo la seconda guerra mondiale, il centro città ha ampie zone aperte pavimentate con mattoni gialli, mentre i fangosi sobborghi sono mostruosità della Legoland stalinista, con cani randagi che vagano per le strade e tristi abitanti impegnati a sopravvivere.

La stazione ferroviaria principale si trova nella parte nord della città. Da qui, il viale Marija Luiza va in direzione sud fino alla Cattedrale di Sveta Nedelya, restaurata dopo un attentato dinamitardo contro lo zar Boris III nel 1924, nel quale 124 persone (tra cui la maggior parte dei membri del gabinetto) rimasero uccise. La trecentesca Chiesa di San Petra Semerdjuska si trova nelle vicinanze. L'anonimo esterno non lascia intuire la presenza degli splendidi affreschi nella scura e spettrale navata. Sull'altro lato della cattedrale, vicino al Museo Nazionale di Storia, si trova il viale Vitosha, la strada alla moda della Sofia moderna.

L'estremità orientale della città è dominata dalla neobizantina Chiesa di Alexander Nevski, un monumento commemorativo ai 200.000 soldati russi morti combattendo per l'indipendenza della Bulgaria. Ploschtad Batenberg a est è dominata dal Mausoleo di Georgi Dimitrov, primo ministro della Bulgaria dal 1946 al 1949. Fino alla metà degli anni '90, quando il suo corpo imbalsamato fu cremato, il pubblico poteva devotamente sfilare davanti alla sua figura deificata sotto lo sguardo di una guardia d'onore. Oltre Ploschtad Batenberg, a nord, si trova l'ex sede del partito, un opprimente costruzione stalinista saccheggiata e parzialmente bruciata dai dimostranti nel 1990. In seguito ha funzionato come cinema, bazaar e discoteca, ma ora è nuovamente utilizzato per gli affari di governo.

Il monte Vitosha, appena 8 km a sud di Sofia, è una frequentata stazione sciistica invernale, mentre in estate funziona una seggiovia che permette di apprezzare il panorama. Vitosha è raggiungibile con gli autobus locali ma per la popolazione del posto costituisce una comoda meta per una gita domenicale, quindi conviene andarci nei giorni feriali.

Con il crollo del turismo di stato, è diventato molto più facile trovare un alloggio economico a Sofia, anche se gli stranieri pagano ancora 10 volte in più rispetto ai bulgari. La scelta migliore è uno dei nuovi alberghi privati che sorgono nel centro, oppure una delle agenzie private che affittano camere singole o doppie con il bagno in appartamento. La cucina più cosmopolita della Bulgaria si trova a Sofia, dove sono concentrati anche il maggior numero di fast food in stile americano. I luoghi migliori per mangiare sono le mehanas, ristoranti tradizionali in stile taverna, generalmente economici, che preparano ricette bulgare e sono aperti fino a tardi.

Monti Rila
I maestosi monti Rila a sud di Sofia sono il luogo adatto per escursioni a piedi. Il trekking sulle montagne per raggiungere il Monastero di Rila può essere effettuato in un paio di giorni, a seconda di quanto si riesce a camminare e di quante soste si vogliono fare. Chi è allenato può partire dalla località sciistica di Borovets e scalare il picco Musala, la vetta più alta della penisola balcanica, lungo la strada per il monastero.

Il Monastero di Rila, situato in una stretta vallata 119 km a sud di Sofia, aiutò a tenere viva la cultura bulgara durante la lunga età oscura del dominio turco dal XV al XIX secolo. Il monastero fu fondato da Ivan Rilski nel 927 e serviva come luogo di ritiro per gli eremiti. Fu trasferito a 3 km dalla sua attuale posizione nel 1335. La torre dell'orologio accanto alla chiesa è tutto ciò che rimane di questo periodo. Nel 1833 un incendio distrusse il monastero, che fu però subito ricostruito ancora più grande in stile revival nazionale. La splendida chiesa, con le sue tre grandi cupole, è abbellita da 1200 affreschi che raffigurano donatori e personaggi biblici. C'è anche un'iconostasi decorata con 36 scene bibliche dorate. Il museo locale ospita oggetti d'arte sacra oltre a costumi popolari e utensili domestici. Addentrandosi nella foresta per un paio di chilometri si arriva alla grotta dove Ivan Rilski viveva e dove è ora sepolto. Secondo una leggenda locale, chi riesce a passare attraverso il buco nel soffitto della grotta è senza peccato, ma bisognerebbe essere dei giganti per non riuscirci!

Rila è raggiungibile con autobus giornalieri da Sofia (3 ore). Si può pernottare nel monastero, ma c'è anche un campeggio nelle vicinanze.

Veliko Târnovo
Veliko Târnovo, capitale del secondo impero bulgaro (1185-1393), è ricca di storia. Il fiume Yantra passa attraverso una gola nel centro della città e le pittoresche abitazioni sono costruite sulle pareti scoscese. La Cittadella di Tsaravets, di cui è possibile visitare le rovine, era una grande fortezza protetta dal fiume ma saccheggiata dai turchi nel 1393. La Chiesa Patriarcale dell'Assunzione sulla sommità della collina è stata ricostruita ed è un ottimo punto panoramico. Guardando in giù si possono vedere le fondamenta del Palazzo Reale, nel quale vissero 22 zar. La roccia delle esecuzioni è un imponente sperone immediatamente a nord, dove i traditori venivano spinti nel fiume Yantra.

Dato che Veliko Târnovo è una città universitaria, è un luogo abbastanza vivace dove trascorrere alcuni giorni. Ci sono molti bar sul lato a monte della strada principale e basta seguire il fumo delle sigarette per capire qual è quello più frequentato. Poco lontano si trovano una serie di ostelli, alberghi e ristoranti abbastanza convenienti.

Nesebâr
Nel 510 a.C. i Greci fondarono questa città, l'antica Mesembria, sul sito di un precedente stanziamento tracio. Fu di grande importanza commerciale per Bisanzio, ma molte delle 40 chiese costruire a Nesebâr nel V e VI secolo sono oggi in rovina. Nesebâr cessò di essere una stazione commerciale attiva nel XVIII secolo e oggi vive prevalentemente di pesca e turismo. La città si trova su una piccola penisola rocciosa collegata alla terraferma da uno stretto istmo. Vicino alla fermata dell'autobus si possono vedere i resti delle mura cittadine risalenti al II secolo, mentre le case in pietra e legno si affacciano sulle strette strade in acciottolato.

Sebbene vi siano camere private e alberghi economici nella penisola, in estate è meglio cercare alloggio nell'abominevole resort Sunny Beach, 10 minuti a ovest di Nesebâr e 36 km a nord di Burgas. Ci sono frequenti autobus in servizio tra Burgas e il Sunny Beach e regolari navette automobilistiche per Nesebâr.

Mete alternative

Monti Rodopi
Se non siete allergici alle patate e alla vita contadina, visitate i monti Rodopi, patria delle più isolate e etnicamente diversificate comunità della Bulgaria. Il paesaggio comprende spettacolari gole e ripidi pendii rocciosi che si aprono su campi a terrazze e foreste di pini. Le tradizioni degli slavi della Bulgaria sono particolarmente forti nei Rodopi ed è qui che vive gran parte della popolazione musulmana: turchi etnici e pomachi, i cui antenati si convertirono durante il dominio ottomano. In epoca comunista esisteva una zona invalicabile di 20 km lungo il confine meridionale della Bulgaria per isolare gli abitanti di questa regione.

Molti turisti arrivano solo fino al Monastero di Bachkovo, 30 km a sud di Plovdiv, ma Smolyan, una grande città per la produzione del legname, che si trova 70 km più a sud, è un'ottima base per effettuare visite nelle zone circostanti. La località sciistica di Pamporovo, 16 km a nord-ovest, è frequentata dai turisti inglesi e tedeschi dei viaggi organizzati, ma sono i benvenuti anche i visitatori che restano qui solo una giornata. Venti chilometri a sud di Smolyan si trova Shiroka Lâka, un villaggio molto pittoresco con case in pietra, capre che vagano per le strade e paesani che chiacchierano appoggiati a forconi e ad asini. La Scuola per la Musica Tradizionale, fondata nel 1971 per conservare il folklore e la musica dei Rodopi, offre regolari spettacoli al pubblico.

Koprivshtitsa
Koprivshtitsa è stata conservata come museo all'aperto dello stile revival nazionale bulgaro e ancora oggi è profanata solo da qualche pubblicità della Coca Cola e della Marlboro. Qui il 20 aprile 1876 Todor Kableshkov guidò un'insurrezione armata contro i turchi che sfociò poi nella guerra russo-ottomana del 1877-78. Questi eventi sono ben documentati nelle varie case museo, ma anche senza la sua importanza storica il paese meriterebbe una visita solo per le sue tortuose strade in acciottolato e i suoi ponti in pietra. Si può alloggiare in molte delle vecchie case, alcune delle quali hanno persino l'acqua calda! Ci sono diversi treni giornalieri che arrivano a Koprivshtitsa da Sofia (2 ore).

Varvara
Varvara è una minuscola comunità di pescatori 82 km a sud di Burgas. In inverno è tranquillissima, ma in estate si trasforma per accogliere artisti e amanti della vita alternativa provenienti da Sofia che si accampano sui prati sopra la spiaggia. I turisti più fedeli hanno la loro capanna di foglie e rami che viene rimessa in sesto a ogni nuova stagione. Nel paese affittano camere in case private e si possono acquistare pesce e verdure dalla popolazione locale.