Il Danubio

Il Danubio, conosciuto dai Greci con il nome di Istros e poi ribattezzato dai Romani Danuvius, dal nome di una divinità fluviale, potrebbe essere definito, senza timore di retorica, il "fiume del destino": lungo le sue sponde per secoli e secoli molti popoli, dell'Europa e non, hanno visto realizzarsi o spegnersi le loro ambizioni d'espansione territoriale e di dominio.

Quasi diecimila anni fa, masse di agricoltori e pastori, provenienti dall'Asia sud occidentale, s'insediarono lungo le vallate danubiane introducendo l'allevamento ovino e bovino, nonché la coltivazione di alcuni cereali come il grano e l'orzo.

In seguito, lungo il corso d'acqua del grande fiume e dei suoi numerosi affluenti, prosperarono i commerci dei metalli, della birra e del sale.

Giulio Cesare, Traiano e Marco Aurelio fecero del Danubio il baluardo per contenere le spinte delle popolazioni celtiche; dopo il crollo di Roma nel V secolo, fu attraversato dagli Unni, gli Avari, e i Mongoli; i Magiari infine vi si stabilirono, raggruppandosi in nazione.

Lungo il Danubio s'incanalarono le conquiste territoriali degli Asburgo e le note dei Valzer, che accompagnarono l'apogeo dell'impero mitteleuropeo, risuonarono lungo le sue rive.

Sempre il Danubio offrì il proprio corso all'esercito ottomano, che arrivò a minacciare il cuore stesso del territorio europeo.

Le sue sono sponde cariche di storia e di miti: navigarlo è compiere un'esperienza affascinante e un'occasione particolare per "toccare con mano" la storia e la geografia dell'Europa centro-orientale.

Il Danubio ha origine dalla confluenza di due piccoli corsi d'acqua della Foresta Nera Meridionale, il Brigach e il Breg; secondo fiume d'Europa per lunghezza dopo il Volga, scorre per 2830 km prima di raggiungere il Mar Nero, dove sfocia con un ampio delta.

Il fiume collega Occidente ed Oriente, congiunge otto paesi (Germania, Austria, Slovacchia, Ungheria, Serbia, Bulgaria, Romania, Ucraina) e lungo le sue rive s'adagiano ben quattro capitali: Vienna, Budapest, Bratislava e Belgrado.

Nel suo tratto iniziale il fiume scorre tra gole calcaree e, percorrendo il margine meridionale della Selva Nera, arriva ad Ulm.

Qui le acque sono già abbastanza profonde da consentire la navigazione di imbarcazioni di una discreta stazza.

La città divenne così un importante e florido centro commerciale e fu proprio la ricchezza dei suoi abitanti a consentire nel XIV secolo la costruzione di una grande e magnifica cattedrale, con un campanile che raggiunge l'altezza di 161 m.

Il fiume prosegue il suo corso verso nord nella Selva di Baviera ricevendo numerosi piccoli affluenti; a Ratisbona raggiunge il limite più settentrionale e va a ricevere le acque del Regen.

La città, un importante centro celtico, fu ampliata nel 179 d.C. dall'imperatore Marco Aurelio e chiamata Castra Regina. Fu sede della dieta imperiale e divenne il centro commerciale più sviluppato della Germania meridionale.

Del periodo romano resta la Porta Pretoria (II sec. d.C.); Domplatz e Alter Kornmarket sono due magnifiche piazze circondate da antichi edifici e centri della vita cittadina; di grande pregio è la Dom St. Peter (Cattedrale di S. Pietro) considerata la più bella costruzione religiosa della Baviera.

A questo punto il Danubio piega ad est e si dirige verso Passau, dove riceve le azzurre acque del fiume Inn la cui portata gli è addirittura superiore: qui i battelli di Crociera iniziano solitamente la navigazione turistica.

Dopo una breve esitazione il fiume entra in territorio austriaco: dopo essere passato tra le strettoie della Selva Boema meridionale, si apre su di un ampio bacino dove sorge la città di Linz, sviluppato centro industriale e porto più importante del Danubio austriaco. Nei pressi di Linz si trovano gli edifici del campo di concentramento di Mathausen, dove furono internate ed uccise, durante la Seconda Guerra Mondiale, migliaia di persone, soprattutto Ebrei.

A valle di Linz il Danubio scorre libero da argini e riceve le acque dell'Enns, sulle cui rive è adagiata l'omonima città, la più antica dell'Austria; nelle vicinanze è situata la pittoresca Steyer, che nel XV secolo era il centro austriaco più rinomato e importante insieme a Vienna. Il fiume quindi attraversa la regione storica dello stato, l'Österreich; quindi passa per Melk, con il suo imponente monastero barocco, e introduce il viaggiatore per i 40 km. del paesaggio incantato della valle di Wachau. Wachau è probabilmente il più suggestivo di tutti i tratti di questo fiume: è una regione di rupi sormontate da castelli (in uno di questi fu tenuto prigioniero Riccardo Cuor di Leone), maestosi conventi e piccoli borghi dalla lunga storia, con vigneti digradanti per dolci pendii terrazzati. Di seguito sono le colline del Wienerwald, il bosco viennese, a fare da quinta allo scorrere delle acque. A Vienna, il Danubio è già un grande fiume largo 350 m. e presenta numerosi bracci e canali.

Prima di lasciare il territorio austriaco, il fiume lambisce le rovine romane di Cornell-Carnantum, con il suo solenne e maestoso arco di trionfo. Qui l'imperatore Marco Aurelio trascorse due anni della sua vita e la città romana, all'apice del suo sviluppo, arrivò a contare ben centomila abitanti. Dopo aver ricevuto le acque della Morava, ad Hainburg, il fiume entra in terra di Slovacchia e subito incontra Bratislava e la rocca che dall'alto domina le sue acque.

Bratisalva è la capitale della Slovacchia, collegata culturalmente ai magiari, sino al 1919 ha fatto parte del Regno d'Ungheria. Il quartiere medievale della città è ancora quasi intatto e una passeggiata fra le sue viuzze dall'antico selciato offre scorci molto belli. La chiesa di S. Nicola, il palazzo del Municipio ed il castello sono tra i suoi edifici più significativi.

Virando verso sud, il Danubio inizia il suo corso medio ed entra in Ungheria, terra dei Magiari. Questi furono l'ultima tribù di nomadi a stanziarsi lungo il fiume: di lingua non slava, costituirono un primo insediamento stabile nelle vicinanze di Budapest. I magiari hanno sempre mantenuto una loro forte identità linguistica e culturale, anche quando furono incorporati dall'Impero Asburgico.
A est di Esztergom il fiume forma una grande ansa, dirigendosi verso la città di Szentendre: il vecchio quartiere serbo, un reticolo di case museo, tutte affacciate fra i vicoli tortuosi, e di caratteristiche scalinate di pietra, attira migliaia di visitatori. Superata Budapest, con i suoi otto ponti che collegano le due sponde della città, il fiume entra nel grande bassopiano ungherese. Qui, a causa della scarsa pendenza del terreno, si formano un groviglio di meandri e di bassure, tanto che il letto si divide in numerosi bracci che formano subito varie isole, la più grande delle quali è quella di Csepel, estesa 250 kmq. Da destra confluisce il canale proveniente dal lago Balaton. Il paesaggio, tipico della grande pianura ungherese, è il vero regno dei Czikos che, nei loro costumi tradizionali, svolgono ancora l'attività di allevatori di greggi e di cavalli.

Proseguendo verso sud, il Danubio entra in Iugoslavia dove, a Belgrado, riceve le acque di forse il maggiore dei suoi 300 affluenti, la Sava e, poco più a valle, quelle della Morava, che viene giù dalla Serbia.
La Capitale serba è conosciuta fin dall'antichità. Fu fondata dalla tribù celtica degli Scordisci, che la chiamarono Singidinum, nome che le rimase per tutta l'epoca romana, quando si costituì punto focale delle fortificazioni lungo il Danubio: nella parte alta della città, infatti, sono ancora visibili alcuni tratti di robuste mura romane.

Ma la favorevole posizione geografica della città, se da un lato ne ha favorito lo sviluppo, dall'altro è stata causa di frequenti invasioni e distruzioni: Belgrado è stata spesso saccheggiata e protagonista di sanguinosi conflitti, di cui l'ultimo, terribile e barbaro, ha opposto fra di loro i vari popoli dell'ex-Jugoslavia.
Nel VII secolo gli Avari e gli Slavi distrussero la città, ma la sua posizione era così importante che fu subito ricostruita. Nel corso del Medio Evo i suoi conquistatori mutarono continuamente: Bizantini, Bulgari, Ungheresi e Serbi si alternarono uno dopo l'altro seguendo le sorti dei rispettivi imperi.
L'arrivo dei Turchi nei Balcani cambiò la storia e della regione, e dell'Europa Orientale. Dopo numerosi assedi, nel 1521, Solimano il Magnifico riuscì a strappare la città agli Ungheresi. Entrata a far parte dell'Impero Ottomano, Belgrado divenne una grande città europea: cronisti e viaggiatori dell'epoca la descrivono come un ricco centro commerciale e artigiano. Nel 1717 Eugenio di Savoia, principe italiano e generale austriaco, riprese Belgrado ai Turchi, ma soltanto al principio del XIX secolo, con l'entrata in crisi dell'Impero Ottomano, Belgrado fu definitivamente conquistata divenendo il centro culturale e commerciale della Serbia e, nel 1918, la capitale degli Slavi del Sud, ossia la capitale della Jugoslavia.

Benché questa località abbia una storia antichissima, nessuno degli edifici che sono rimasti in piedi è precedente al XVII secolo, tranne la fortezza. Dall'alto della fortezza di Kalemgdan, costruita lungo il dirupo che segna la confluenza dei due grandi fiumi, si gode un magnifico panorama: lo sguardo si stende a nord verso l'Ungheria e a est verso la Romania. L'area della fortezza di Kalemgdan è oggi un grande parco e, pertanto, rende poco l'idea della città medievale densamente popolata di cui essa era il nucleo. La moschea di Bajarlik, costruita probabilmente attorno al 1690, è tutto ciò che rimane delle 30 moschee e 139 case di preghiera censite nel XVII secolo, tempo in cui Belgrado aveva circa 100.000 abitanti.

A est di Belgrado il fiume segna, per oltre 150 km., il confine tra la Serbia e la Romania: in questo tratto il Danubio attraversa una valle incassata in calcari molto duri, con un susseguirsi di quattro serie di rapide tra le quali quella di Sibb, conosciuta come Porte di Ferro. Qui la valle si restringe da 1000 m. a 100 m., costituendo perciò il passaggio più difficile e pericoloso per la navigazione sul Danubio: nel 1972, venne completata una diga con un doppio sistema di chiuse che ha reso senz'altro più docile la navigazione. Più avanti, il fiume si libera dalla costrizione di quella gola rocciosa e diventa linea di frontiera. A sinistra, si volge a nord-est ed entra in territorio rumeno; a 300 km. dal mare comincia già a ramificarsi formando numerosi acquitrini e stagni. A Tulcea inizia il grande delta, che si espande su di una superficie di 4000 kmq., costituendo una delle regioni europee più interessanti dal punto di vista ambientale, tanto che dal 1962 vi è stato costituito un parco nazionale.