Isole Salomone

Se fate base a Honiara, o anche solo se intendete visitarla, sappiate che la capitale ospita alcuni grandi eventi a cui vale la pena di assistere.

Per il Giorno di Pentecoste, l'ottavo lunedì dopo Pasqua, sono previste feste e parate di ex combattenti. Il secondo venerdì di giugno si celebra il Compleanno della Regina, con tanto di parate (questa volta della polizia), eventi sportivi e danze tradizionali.

Il 7 luglio si festeggia la Giornata dell'Indipendenza, la ricorrenza principale del paese; ancora una volta a farla da padrone sono le parate (è il turno dei militari), gli eventi sportivi e le danze.

Ogni provincia festeggia una propria ricorrenza, che per i turisti costituisce un'ulteriore occasione per assistere a cerimonie e danze tradizionali.

In marzo a Santa Catalina si tiene la Festa del tubero dello yam, mentre verso la fine di maggio sono previste finte battaglie tra clan e, nell'ambito di una festa chiamata Wogasia, si tengono cerimonie nuziali che si protraggono per un'intera settimana.

Valuta
dollaro delle isole Salomone

Economicita del paese
Se fate base a Honiara, la capitale, potrete spendere pochi dollari al giorno pernottando in strutture economiche provviste di servizio cucina ed evitando di acquistare costosi cibi in scatola d'importazione.

Se non vi disturba pernottare nei villaggi in una semplice capanna di foglie, potreste anche trovare ospitalità a titolo gratuito; un'offerta in cibo o denaro sarà comunque gradita. Se decidete invece di alloggiare in uno degli alberghi più cari, che probabilmente non offre il servizio cucina, dovrete calcolare un'ulteriore spesa. Escursioni, immersioni e noleggio di autovetture aumenteranno notevolmente il bilancio della spesa.

Al di fuori dei centri principali è possibile prelevare denaro solo dalle filiali della NBSI. In provincia ci sono circa 50 agenzie locali, solitamente poste all'interno dei negozi o degli uffici postali. Se intendete soggiornare alle Salomone per un periodo piuttosto lungo è forse consigliabile aprire un conto bancario. Nelle aree urbane è facile cambiare i traveller's cheque e ottenere anticipo di denaro tramite la carta di credito presso una filiale delle tre principali banche del paese (ANZ, Westpac e NBSI).

Come in quasi tutta la Melanesia e la Polinesia, le mance non sono obbligatorie. Chi riceve una mancia si sente obbligato a ripagare l'offerta in qualche modo: un sorriso e un "grazie" sono quindi una ricompensa sufficiente per i servizi ricevuti. Da evitare anche la contrattazione, anche se ultimamente sta prendendo piede l'abitudine di chiedere un "secondo prezzo" sugli articoli di artigianato. L'isolamento delle aree rurali determina un rigonfiamento dei prezzi delle merci: gli abitanti di queste zone, infatti, non conoscono il giusto prezzo per un determinato servizio. A volte è possibile pagare barattando del cibo.

Sport e tempo libero

Alla stregua di molte altre isole del Pacifico, la principale attrattiva delle Salomone è l'attività subacquea. Spettacolari barriere coralline e centinaia di relitti risalenti all'ultima guerra fanno delle Salomone un vero paradiso per gli appassionati di immersioni e di snorkelling. Per i subacquei più esperti le isole rappresentano uno dei tre migliori punti del mondo, ma propongono anche soluzioni per i principianti. La temperatura dell'acqua all'interno dell'arcipelago è tra le più elevate del mondo e la visibilità è di norma buona anche a 30 m di profondità. Fate attenzione ai tratti di mare tra una barriera e l'altra: le correnti oceaniche sono molto forti; come al solito, se desiderate riportare qualcosa in superficie rispettate sempre le normative locali.

Le isole offrono talmente tante attività da tenervi impegnati per mesi: escursioni sulla terraferma, gite in canoa, scalate di montagne e vulcani, nuoto, surf, pesca, raccolta di conchiglie, bird-watching, esplorazioni di grotte e mountain bike, potrebbero soddisfare anche il più incallito degli amanti dell'avventura.

Storia

Si ritiene che i primi abitanti delle Isole Salomone siano giunti da nord-ovest circa 30.000 anni fa. Ma fu solo nel 4000 a.C. che si insediarono nelle isole le prime popolazioni stabili, dedite all'agricoltura ed esperte nell'arte della navigazione, della semina e della pastorizia. Tra quel periodo e il 1600 circa l'arrivo delle prime ondate migratorie di Polinesiani provenienti da ovest e in seguito della popolazione Lapita, da est, produsse uno straordinario miscuglio di pratiche culturali diverse. Dopo aver trovato l'isola principale già occupata dai Melanesiani, i nuovi arrivati si stabilirono nelle isole più piccole e appartate, sbaragliando tutte le popolazioni minori che incontravano lungo la strada. Per i successivi quattrocento anni queste zone sperdute furono il principale bersaglio dei guerrieri di Tonga e Tokelau. Le aggressioni subite svilupparono negli indigeni un naturale timore nei confronti dello straniero. Nel XIX secolo questo timore diede vita alla diffusa pratica (oggi quasi del tutto abbandonata) di attaccare a vista qualsiasi forestiero.

Gli Spagnoli in Perù erano alla ricerca di nuove terre di conquista. Nel 1597 Don Alvaro de Mendaña y Neyra salpò alla scoperta del leggendario arcipelago (o forse del continente) dei mari del sud. Durante la spedizione del 1568 il capitano aveva avvistato una grande isola, che aveva chiamato Santa Isabel; la flotta aveva poi proseguito la navigazione lungo le terre vicine, dando a ogni luogo il nome spagnolo che tuttora conserva. Dopo sei mesi di conflitti con le popolazioni delle isole per il possesso di oro e cibo, gli Spagnoli fecero ritorno a casa. Mendaña descrisse le isole, che battezzò Isole Occidentali, in termini entusiastici. Già nel 1570 l'arcipelago fu chiamato con il nome che poi assunse definitivamente: Yslas de Salomon, con chiaro riferimento al biblico re Salomone. Sebbene desideroso di farvi ritorno Mendaña riuscì a trovare i fondi necessari solo nel 1595, anno in cui levò le ancore con l'infausto proposito di fondare una colonia sulle isole. Dopo soli due mesi a Santa Cruz, la spedizione (senza Mendaña, nel frattempo morto di malaria) fece ritorno in Perù. Dieci anni più tardi il capo timoniere di Mendaña decise di ripetere di nuovo lo stesso errore: il fallimento della sua missione decretò la fine dell'interesse della Spagna per il Pacifico occidentale.

Grazie a un errore cartografico per i successivi 150 anni gli Europei non si avvicinarono neppure alle Salomone, o meglio non riuscirono a trovarle. Nel 1767 il capitano inglese Philip Cartaret capitò per caso nei pressi dell'arcipelago: non poteva credere di aver riscoperto le Salomone. Prese così ad affluire gente di ogni risma (Inglesi, Francesi, esploratori americani, cacciatori di balene e trafficanti) che lasciò un segno indelebile in tutta la zona. I grandi mercanti con i loro loschi traffici (furti e omicidi) misero fine alla "Grande Pace" delle popolazioni locali, decimate anche dalle malattie importate dagli stranieri. L'arrivo delle armi da fuoco, il "reclutamento della forza lavoro" (leggi: tratta degli schiavi) e un generale clima di diffidenza contribuirono a far guadagnare velocemente alle Isole Salomone la nomea di luogo più inospitale del Pacifico. Persino gli inarrestabili missionari usavano una certa cautela.

Alla fine del XIX secolo la Gran Bretagna stipulò un accordo territoriale con la Germania e prese il controllo delle isole, chiamandole Protettorato Britannico delle Isole Salomone. Il primo commissario residente, Charles Woodford, rimasto in carica dal 1896 al 1915, era un leader illuminato che non portava mai la pistola; a lui va il merito di aver creato le basi del governo democratico delle Salomone.

Nell'aprile del 1942 i Giapponesi conquistarono le Isole Shortland e si mossero alla volta di Tulagi. Il duro trattamento riservato alla popolazione locale e i lavori di costruzione di un campo d'aviazione su Guadalcanal spinsero gli Alleati ad agire prontamente. Nell'agosto dello stesso anno le truppe alleate sbarcarono sulle isole, ma furono colte di sorpresa dai Giapponesi che, nella battaglia di Savo, inflissero agli Americani una delle più cocenti sconfitte mai registrate dalla flotta navale statunitense. Poi, per sei mesi, le forze alleate riuscirono a mantenere il controllo di Guadalcanal e, almeno di giorno, il predominio militare. Di notte, però, i Giapponesi sferravano micidiali attacchi e ricevevano rinforzi via mare. Poco alla volta gli Americani acquisirono la supremazia totale e il controllo di tutte le isole. Ferite dalla prepotenza giapponese tanto quanto lo erano state dall'autorità britannica, le popolazioni locali rimasero fedeli agli Alleati per tutto il corso del conflitto. Dopo la resa giapponese del 1945, molti isolani - perlopiù gli abitanti di Malaita - contribuirono alla costruzione dell'enorme base americana di Guadalcanal. Trattati con amicizia dalle forze statunitensi, gli abitanti delle Salomone si resero conto che l'atteggiamento della classe dominante britannica doveva cambiare.

Dopo la guerra sorse a Malaita un movimento nazionalista filoamericano che si contrapponeva al dominio britannico. La forza della nuova organizzazione fu però ridimensionata a seguito di alcuni arresti di massa avvenuti nel 1947 e nel 1948; nel 1950, con il ritiro delle truppe americane, il movimento si sciolse. Gli Inglesi tuttavia compresero le esigenze di indipendenza del paese e istituirono un governo locale, assemblee regionali e, nel 1970, concessero l'autogoverno. La piena indipendenza, concessa il 7 luglio 1978, portò un clima di stabilità in tutte le isole. Se si esclude il coinvolgimento del paese nella disputa tra Bougainville e Papua Nuova Guinea (i legami tra i gli abitanti delle isole e quelli di Bougainville hanno danneggiato i rapporti del paese con Papua Nuova Guinea), le controversie a livello internazionale sono state rare e di poca importanza. Nel giugno del 1999, a seguito di alcuni disordini di natura razziale, il governo delle Salomone ha proclamato lo stato di emergenza. Le ostilità, causate soprattutto dal trasferimento di un gran numero di abitanti di Malaita nella vicina Guadalcanal, sono degenerate nel giugno del 2000 in un colpo di stato e in violenze urbane.

Cultura

Gli oggetti artigianali delle Salomone sono pregiati per motivi tradizionali e decorativi. L'arte della scultura è viva su tutte le isole: dalle scodelle rituali della provincia di Makira/Ulawa ai souvenir in miniatura a forma di canoa della Provincia Occidentale, e delle isole Malaita, Ulawa, Santa Ana e Nggela. Lo strumento musicale più diffuso delle Salomone è il flauto di bambù, realizzato nelle fogge più diverse e suonato sia come accompagnamento che come strumento solista. Colpendo la canna di bambù con una cinghia di gomma è possibile riprodurre una gamma di suoni che va dal pizzicato dell'ukulele a quello del contrabbasso.

"Kastom" (costumi) è il termine utilizzato per designare il patrimonio religioso tradizionale e la proprietà terriera. Nonostante la netta predominanza di cristiani osservanti, le pratiche tradizionali sono tuttora molto diffuse, soprattutto tra il 75% dei locali che vive nei villaggi. Danze, canti e racconti che hanno come tema il passato del paese sono comuni: si tratta di espressioni culturali che celebrano la guerra, la caccia, il mondo naturale o il raccolto agricolo. Alcuni abitanti, inoltre, credono in certe forme di magia; molto diffusa la credenza nella reincarnazione dei defunti nel corpo di squali, uccelli o rettili. L'animale in questione assume una certa sacralità per un determinato periodo di tempo, e quindi mangiarne le carni è tabù (vietato). Sembra che gli antenati amino reincarnarsi soprattutto negli squali.

La vita dei villaggi è colma di tabù. Sarebbe impossibile descriverli tutti, ma facendo attenzione e limitando i propri comportamenti riuscirete a evitare situazioni imbarazzanti. Il termine tabù significa "sacro" o "santo", ma anche "vietato": è quindi necessario un certo grado di sensibilità. Vale la pena di ricordare che i diritti di proprietà sono molto importanti: non è detto che un albero da frutto o un fiore sul ciglio della strada siano proprietà pubbliche, mentre potrebbero appartenere a qualcuno. Per molti abitanti dell'arcipelago il reddito personale dipende molto dalle coltivazioni; quindi chi coglie un frutto destinato alla vendita è tenuto a pagarlo. Il modo di abbigliarsi (o di spogliarsi) varia enormemente, ma per i turisti è consigliabile rimanere completamente vestiti. In molte zone è assolutamente sconveniente che le donne superino in altezza gli uomini, ma questi non devono deliberatamente porsi al di sotto delle donne. Gli uomini non dovrebbero mai nuotare sotto la canoa di una donna: in questo caso bisognerebbe distruggere l'imbarcazione e pagare una multa. In molti villaggi uomini e donne non possono lavarsi nello stesso luogo. Come in molte altre culture, i tabù si sono sviluppati per stabilire regole morali e proteggere la comunità, e non per punire i profani. Se inavvertitamente infrangete un qualche tabù, verrete di certo perdonati per ignoranza.

Precauzioni

Il colpo di stato avvenuto nel giugno 2000 ha scatenato un clima di anarchia e di lotta civile, che a Honiara è degenerato in scontri armati per le strade. Le due principali fazioni coinvolte nel conflitto, i Malaita Eagle Force (MEF, che rappresenta i gruppi etnici di Malaita provenienti dall'isola di Guadalcanal) e l'Istabu Freedom Movement (IFM, che rappresenta i nativi di Guadalcanal) hanno ratificato un accordo di pace nell'ottobre del 2000. È comunque troppo presto per sapere se la firma del trattato sarà in grado di risolvere la complessa vicenda. I posti di blocco nei pressi di Honiara sono stati smantellati, ma il MEF e l'IFM sono ancora in possesso di una grande quantità di armi. Molti governi stranieri (tra cui USA, Nuova Zelanda e Australia) hanno consigliato ai loro cittadini di non recarsi in visita alle Salomone. Se decidete comunque di andarci, contattate la vostra ambasciata o il consolato di Honiara per ottenere informazioni aggiornate e, cosa molto importante, notificate agli uffici diplomatici se avete intenzione di lasciare la capitale. A inizio 2001 la situazione non si è ancora del tutto risolta: diverse zone sono sotto controllo di fazioni avverse. Ciò che è chiaro e che gli avvenimenti degli ultimi anni hanno causato gravi danni economici.

Arrivare e trasporti

Come arrivare: L'aeroporto internazionale Henderson si trova 11 km a est di Honiara. Si tratta di uno scalo piccolo, ma provvisto di agenzie di autonoleggio e sportelli cambiavalute. Dovrebbero essere terminati i lavori di ristrutturazione e ampliamento, finanziati dal governo giapponese e volti a quadruplicare il traffico aeroportuale. La scarsità di voli diretti per le Salomone mina il settore turistico; esistono però voli regolari (tre alla settimana) in partenza da Brisbane, in Australia, e da alcuni stati del Pacifico meridionale. I turisti provenienti da Europa, Nord America e Asia che stanno compiendo il giro del mondo possono richiedere un pass regionale (parlatene con la vostra agenzia di viaggi). All'arrivo è richiesto il pagamento della tassa aeroportuale pari a US$8,50.

Se avete molto tempo a disposizione potrete raggiungere le Salomone anche via mare. A volte le navi da crociera fanno scalo a Honiara, ma è anche possibile (e notevolmente più economico) ottenere un passaggio dagli yacht in partenza dalla costa occidentale degli Stati Uniti o dall'Australia nord-orientale. Gli amanti dell'avventura potranno anche raggiungere l'arcipelago in canoa, partendo da Papua Nuova Guinea. Si tratta di un metodo di navigazione alquanto inusuale che tocca punti piuttosto sperduti, come Nukumanu, in Papua Nuova Guinea, e Outong Java nella provincia di Malaita.

Trasporti interni: Il metodo migliore per visitare tutte le isole è senza dubbio l'aereo. Dai velivoli, che volano a un'altitudine di circa 2000 m, si gode un panorama straordinario. La Salomone Airlines e la più piccola Western Pacific Airlines hanno a disposizione più di 20 piste d'atterraggio disseminate in tutte le province. Le tariffe dei voli vanno da US$10 a US$100, a seconda della distanza; per entrambe le compagnie aeree il limite di peso del bagaglio è di 16 kg.

I collegamenti via mare costituiscono la risorsa principale per le attività commerciali e di trasporto; la partenza però non è sempre garantita e gli orari sono piuttosto flessibili. Potrete trovare posto nelle grandi navi passeggeri o nelle imbarcazioni per il trasporto della copra e nei cargo. Le tariffe sono variabili: è quindi consigliabile dare un'occhiata in giro prima di scegliere. A Honiara si possono noleggiare le auto, ma i prezzi sono elevati e l'automobile non è certo il mezzo adatto per visitare le isole. Se intendete soggiornare per un breve periodo è meglio spostarsi in taxi. A Honiara circolano anche i minibus.

Mete principali

Auki
Nella provincia di Malaita sorge un'incantevole cittadina chiamata Auki. Negli anni '20 la città era circondata da una palizzata che separava l'ostile popolazione locale dai nervosi Europei. I rapporti sono notevolmente migliorati e oggi Auki (circa 4000 abitanti) è una delle più amene cittadine del paese. Ad Auki potrete fare acquisti, mangiare anche piuttosto bene, visitare le lagune su cui sorgono alcune isole artificiali e assistere all'antico rituale dello "shark calling"(vedi avanti).

Cascate di Mataniko
Sull'isola di Guadalcanal, a due ore di cammino da Honiara, si trovano le spettacolari cascate di Mataniko, che potrete vistare su entrambe i fronti. Le cascate, infatti, si infrangono all'interno di una grotta ricca di stalagmiti, oltre che di rondini e pipistrelli che si lanciano a capofitto. Durante la seconda guerra mondiale essa funse da riparo per i soldati giapponesi che tentavano di sfuggire alla cattura da parte degli Americani. Per raggiungere le cascate percorrete i 2,5 km che separano Chinatown da Tuvaruhu; qui attraversate il fiume e seguite la strada lungo il fronte montuoso. Dato che il percorso è spesso impervio, in particolare dopo Tuvaruhu, sarebbe forse consigliabile prendere una guida. Il costo della guida è di circa S$10 (poco più di US$2), ma ne vale la pena.

Honiara
La capitale Honiara è una città che offre alcuni spunti interessanti e sorge su Guadalcanal, un'isola ricca di bellezze naturali. Molti turisti l'hanno descritta come una città polverosa e piuttosto noiosa, ma in confronto ai villaggi, Honiara è pervasa da un'intensa attività: da qui partono infatti le escursioni subacquee, le crociere e le gite ai luoghi storici della seconda guerra mondiale. Una volta partiti i turisti per la gita giornaliera, potrete curiosare nei negozi d'artigianato, oppure rilassarvi nei locali, nei ristoranti e nei bar.

Il principale punto di imbarco e di sbarco di Honiara è Point Cruz, il luogo in cui si suppone che l'esploratore spagnolo Mendaña abbia issato una croce. Oggi da Point Cruz, una zona cittadina frenetica e pittoresca, salpano e attraccano traghetti e imbarcazioni per il trasporto della copra che caricano e scaricano passeggeri a ritmo continuo. Rivestono un certo interesse anche il Parlamento, il Museo Nazionale, il Centro Culturale, l'orto botanico, il vicino Water Pump Village e la caratteristica e convulsa Chinatown.

Laguna di Marovo
Nessun altro luogo delle Salomone è ricco di bellezze naturali e di tradizioni come la Provincia Occidentale. Non mancate di visitare il World Heratage, trasformato oggi in un villaggio dedito all'ecoturismo. Più aiuti finanziari riceverà questa struttura più possibilità ci sono che si trasformi in una fonte di reddito per la popolazione locale che, in questo modo, sarebbe incoraggiata a cessare le attività di disboscamento. Le isole della Provincia Occidentale offrono molte attrattive: favolose immersioni, il vulcano Kolombangara (alto 1770 m), i tempietti di teschi di Megapode, un allevamento di coccodrilli e spettacoli di danze tradizionali a Mbangopingo.

Mete alternative

Isole Laulasi e Busu
Gli squali sono sacri in molte zone delle Salomone, ma mai quanto a Laulasi e a Busu, due isole a circa 16 km da Auki, nella provincia di Malaita. Ritenuti la reincarnazione dei loro antenati, gli squali vengono considerati con rispetto totemico. La pratica dello "shark calling" è l'antica arte di radunare gli squali in acque basse e dar loro da mangiare con le mani. Il suono di due pietre battute sott'acqua l'una contro l'altra richiama gli squali nelle aree dove l'acqua è alta solo 30 cm; qui si trova un ragazzo che con le mani offre pezzi di carne di maiale, a partire dallo squalo più piccolo e via via fino a quello più grande e anziano. Il ragazzo poi sale sul dorso dell'animale più anziano che fa un giro intorno alla laguna prima di depositare l'ospite nel punto di partenza. L'abitudine di nutrire gli squali con le mani è cessata negli anni '70, ma il resto di questo incredibile rituale ancora sopravvive. Poiché la carne proviene da maiali neri, il nero e il rosso (del sangue) sono colori tabù a Laulasi e a Busu: ogni turista che visita le isole non dovrebbe mai dimenticarsene. Auki si trova a meno di 100 km da Honiara. Da Auki è possibile prendere un camion fino a Talakali dove, tranne la domenica, potrete noleggiare una canoa per raggiungere le isole.

Isole Occidentali e Anarvon
Raggiungerle è una scommessa, ma questo gruppo di oltre 100 isole della provincia di Isabel dà vita a una delle più affascinanti reti di canali navigabili della regione. Su queste isole non esistono insediamenti permanenti (alcune si trovano appena al di sopra del livello del mare), ma l'intera regione è di certo la più pescosa del paese e, inoltre, ospita il più vasto terreno di cova del mondo della tartaruga embricata, una specie protetta. Nel 1995 è stata creata una riserva marina gestita dalla comunità: sono molto graditi i visitatori che intendono accompagnare le guide nel regolare giro di perlustrazione delle tartarughe. Il personale è anche in grado di procurarvi l'alloggio. La canoa, in partenza dall'isola Wagina nella provincia di Choiseul, è il mezzo migliore per visitare le isole. L'arcipelago si trova a 280 km da Honiara.

Nusambaruku
Sull'isola di Ghizo, nella Provincia Occidentale, sorge Nusambaruku, esempio perfetto di villaggio tradizionale isolato. Il centro abitato (composto perlopiù da case costruite da palafitte sull'oceano) è visibile da Gizo, la principale cittadina dell'isola e il secondo centro delle Salomone in ordine di grandezza. Il villaggio è raggiungibile seguendo un breve sentiero, ma è più veloce ed emozionante compiere il tragitto di un chilometro in canoa. Prima di attraccare chiedete il permesso agli abitanti del villaggio e dite loro che desiderate solo dare un'occhiata al posto. Poco più in là, lungo la costa, sorge il villaggio di pescatori di Malaita, i cui abitanti provengono dall'omonima isola. Si tratta di una magnifica opportunità per osservare due diverse culture che convivono a così poca distanza l'una dall'altra. Gizo si trova a circa 370 km da Honiara; il volo costa circa US$55.

Temotu
L'appartata provincia di Temotu, la più orientale delle Salomone, è composta da alcune isole praticamente ignorate dalla vita moderna, su cui sorgono vulcani attivi e in cui la moneta nei rapporti commerciali è costituita da penne rosse, una delle valute più inconsuete del mondo.