Nuova Caledonia

Clan e café au laît; tratta degli schiavi e barriere coralline; massacri dei Melanesiani e menus du jour: la Nuova Caledonia ben esemplifica l'espressione che le gioie di uno sono le pene dell'altro.

La Francia ha messo le mani su un osso duro in questa parte del mondo, tanto che nel secolo passato dovette mandare più volte la sua marina a riportare i coloni entro le proprie terre.

I popoli dell'arcipelago (i Caldoches, i Métros e i Kanaky) trovarono un leggero conforto quando la Nuova Caledonia figurò come contendente al premio per il 'derelitto del Pacifico'.

Adesso questi popoli stanno correndo a rotta di collo verso il futuro, a cui guardano, se non con ottimismo, almeno con la speranza di una fine dell'assurda serie di violenze che hanno caratterizzato gli anni '80.

Le scelte che la Nuova Caledonia offre ai visitatori sono vastissime: dalle immersioni lungo la scogliera incontaminata alle cene à la français, dal trekking nell'intatta foresta pluviale alle feste fino al mattino dopo al Club Med.

La gente non è forse la più cordiale del Pacifico, ma se partite armati di comprensione per le abitudini locali, apertura mentale e senso dell'umorismo, un viaggio in Nuova Caledonia sarà indimenticabile.

A colpo d'occhio

Nome completo del paese
Nuova Caledonia e Dipendenze (Nouvelle Calédonie et Dépendances)

Superfice
19.000 kmq

Capitale
Noumea

Composizione etnica
Melanesiani (44,1%), Europei (31,4%), popoli delle isole del Pacifico e Indonesiani

Lingua parlata
francese, dialetti melanesiani e polinesiani

Religione
cattolici (70%), protestanti (16%), religioni indigene, mussulmani

Ordinamento dello stato
territorio d'oltremare francese, governato dalla Francia

Settori/prodotti principale
miniere di nichel, agricoltura

Principale partner commerciali
Australia, Nuova Zelanda

Documenti ed info utili

Visto
I cittadini dell'Unione Europea, Svizzera, Canada, Giappone, Nuova Zelanda, Australia, Israele e Stati Uniti possono entrare senza visto e rimanere fino a tre mesi. Tutti gli altri devono richiederlo presso un'ambasciata o un consolato francese prima di arrivare.

Rischi sanitari
dengue; inoltre non è consigliabile bere l'acqua di Ouvéa, una delle Iles de Loyauté

Elettricita
220V, 50Hz

Fuso orario
undici ore avanti rispetto al meridiano di Greenwich

Pesi e misure
sistema metrico decimale

Quando andare

Qualsiasi periodo è indicato per andare in Nuova Caledonia. Se avete paura dei cicloni o delle zanzare, forse è meglio che rimaniate a casa tra novembre e aprile. In alternativa potreste organizzare il vostro viaggio attorno a qualche festa particolare, come la Festa dell'avocado, che cade tra la metà e la fine di maggio; la Foire de Bourail, che dura tre giorni tra la fine di agosto e i primi di settembre; o l'Équinoxe, in ottobre. Se fate immersioni, non perdetevi la miriade di colori che accompagna la moltiplicazione dei coralli a inizio estate.

Eventi e Manifestazioni

La più importante festa kanaky, la Festa della patata dolce, si tiene a metà marzo, ma generalmente non è aperta ai turisti. Come tutti i Francesi in qualsiasi parte del mondo, anche gli abitanti della Nuova Caledonia il 14 luglio celebrano il Giorno della Bastiglia. Al crepuscolo della sera precedente, le famiglie, accompagnate dai bambini che portano le lanterne, si radunano e camminano lungo le strade fino a Place des Cocotiers, per poi dare inizio a uno spettacolo di fuochi d'artificio. Durante la mattinata del giorno stesso si tiene una parata militare. Tra la metà e la fine di maggio si concentra il maggior numero di feste, tra cui la Festa dell'avocado (a Nece, sull'isola di Maré), in onore del raccolto; La Regate des Touques, a Noumea, in occasione della quale la gente partecipa a una regata lungo la spiaggia di Anse Vata a bordo di imbarcazioni decorate; e il Pacific Tempo, un festival della musica che si tiene a Noumea e dura tre giorni, con artisti provenienti da tutto il Pacifico.

La Foire de Bourail è un'enorme fiera nazionale che ha luogo tra la fine di agosto e l'inizio di settembre, con tanto di rodeo, mostra di bovini, corsa di cavalli e una meravigliosa parata. Il Giorno della Nuova Caledonia, il 24 settembre, commemora la presa di possesso dell'arcipelago da parte della Francia, nel 1853, per opera dell'Ammiraglio Auguste Febvrier Despointes': per i bianchi questo è un giorno di festa in cui non si va a lavorare, invece i Kanaky lo considerano un giorno di lutto. L'Équinoxe è una manifestazione biennale di teatro, danza e musica contemporanea che si tiene a Noumea in ottobre; un famoso Spettacolo di Luci e Suoni viene messo in scena alla fine dello stesso mese o agli inizi di novembre, presso il forte di Tremba, a La Foa.

Sport e tempo libero

Vantando la seconda barriera corallina più grande del mondo, la Nuova Caledonia è spettacolare per le immersioni e lo snorkeling. D'estate l'acqua venutasi a raccogliere sulle isole durante la stagione delle piogge si riversa in mare, che pertanto potrebbe non essere perfettamente limpido; invece nei tranquilli giorni invernali senza vento la visibilità sott'acqua può raggiungere i 50 m. Alcuni dei posti migliori per le immersioni si trovano sull'île des Pins, a Poindimié, Amédée Islet, Maré e nella fascia meridionale di Grande Terre. Il nuoto è ovviamente praticabile nella maggior parte delle numerosissime spiagge dalla sabbia fine, di cui le più belle si trovano lungo la costa est, nelle Iles de Loyautè e sull'île des Pins.

Nell'arcipelago sono molto diffusi sia il trekking a piedi sia il trekking a cavallo: all'interno di Grande Terre si possono organizzare passeggiate a cavallo di due o tre giorni. Sempre a Grande Terre, come anche sull'île des Pins e nelle Iles de Loyautè, c'è la possibilità di esplorare diverse caverne. Se la spiacevole fine di John Denver non vi ha dissuaso dall'idea, potete provare il volo ultraleggero con partenza da Noumea o Lifou, nelle Iles de Loyautè; e se veramente volete sentirvi il cuore in gola, c'è anche il parapendio: dovete correre giù dalla pendice di una collina o di una montagna trascinandovi dietro un paracadute rettangolare, che si aprirà (si spera) nel momento in cui vi lancerete nel vuoto. Essendo un avamposto francese, anche la Nuova Caledonia ha la mania del ciclismo, e in settembre viene addirittura organizzata una versione 'caledoniana' del Tour de France.

Storia

Sono poche le testimonianze che abbiamo sui popoli dell'Oceania, i quali arrivarono circa 50.000 anni fa dall'Asia sud-orientale e si insediarono nella parte occidentale del Pacifico; ma sappiamo che tra il 7000 e il 5000 a.C. altre ondate migratorie provenienti dal Sud-est asiatico introdussero nel territorio l'agricoltura e le attività legate alla fabbricazione di canoe e ceramiche. Di questi popoli rimangono tumuli funerari sulle Île des Pins e a Grande Terre, dove sono state trovate anche iscrizioni su pietra. Tra l'XI e il XVIII secolo le isole videro l'arrivo di altri popoli emigrati dalle odierne Polinesia e Samoa. Durante il tardo XVI secolo gli Spagnoli cominciarono a girare attorno al Pacifico alla ricerca della mitica Terra Australis, e in seguito al proliferare in Europa delle storie sul buon selvaggio e i paradisi del Pacifico, non ci volle tanto prima che arrivassero gli Inglesi e i Francesi.

Nel 1774 il capitano inglese James Cook avvistò la Grand Terre e la chiamò Nuova Caledonia per la somiglianza del paesaggio con le colline della Scozia, che i Romani avevano battezzato con il nome di Caledonia. Quattordici anni più tardi Luigi XVI mandò una spedizione comandata dal conte de La Pèrouse, che finì dispersa in un ciclone al largo di Vanikolo, nelle isole Salomone. Tre anni più tardi l'ammiraglio Bruny D'Entrecasteaux, mandato alla ricerca dei dispersi, impiegò un mese intero, assieme ad alcuni dei suoi uomini, per attraversare a piedi la fascia settentrionale di Grande Terre. I primi stranieri a stabilirsi nel territorio per un periodo più lungo furono i cacciatori di balene inglesi e americani, che nel 1840 misero in piedi una base di estrazione dell' olio di balena a Lifou, nelle Iles de Loyautè. Con l'arrivo dei taglialegna, giunti fin qui per abbattere gli alberi di sandalo, crebbero le tensioni, come d'altra parte c'era d'aspettarsi visto che i cacciatori di balene e i taglialegna non rappresentavano di certo la crema della società europea. Nel 1853 Napoleone III, alla ricerca di una base militare strategica e preoccupato che gli Inglesi potessero arrivare prima, prese possesso di Grande Terre, con il pretesto di proteggere delle missioni francesi. I Francesi si stabilirono così sul territorio e instaurarono un regime militare che durò fino alla fine del XIX secolo.

Con l' aumenare della presenza delle missioni francesi, le tradizioni locali cominciarono a scomparire e lo stile di vita dei primi abitanti dell'isola fu fortemente minacciato. La tratta degli schiavi, accompagnata dalla comparsa di malattie fino ad allora sconosciute, oppresse ulteriormente la popolazione. I Francesi videro nel Pacifico un posto indicato per scaricare in massa i loro malfattori, e nel maggio del 1864 vi deportarono i primi detenuti. In molti casi si trattava di prigionieri politici della Comune di Parigi, ma altri erano dei semplici relitti della società o ladruncoli delle strade della metropoli, che presero ad essere chiamati 'disgraziati in paradiso'. Fino al 1897, anno a partire dal quale la deportazione venne proibita, furono mandati 21.000 prigionieri. La scoperta del nichel e l'arrivo di nuovi colonizzatori dalla Francia esasperarono il problema razziale, dal momento che gli Europei presero ad invadere un'area sempre più vasta del territorio. Nel 1878, una rivolta durata 7 mesi si concluse con la morte di 200 Francesi e 1200 Kanaky. La repressione che ne seguì indebolì ulteriormente la cultura kanaka.

I Kanaky furono reclutati in gran numero durante entrambe le guerre mondiali, e nel corso della Seconda Guerra Mondiale 40.000 membri delle forze armate americane ebbero la base in Nuova Caledonia. I Kanaky che trovarono un impiego nelle basi americane conobbero un rapporto relativamente buono tra bianchi e neri, e per la prima volta ricevettero dei veri salari. Dopo la guerra, la colonia divenne Territorio d'Oltremare francese.

Nel dopoguerra I Kanaky cominciarono ad avanzare rivendicazioni politiche, e il governatore di Maré, Naisseline, preparò un 'disegno di legge a favore dei nativi' secondo il quale i Kanaky, che avevano combattuto ed erano morti durante entrambe le guerre sotto la bandiera francese, dovevano poter godere degli stessi diritti dei cittadini francesi. Nel 1946 fu riconosciuta loro la cittadinanza francese; nel 1953 fu fondato il primo partito politico, l'Union Calédonienne, e nel 1957 venne riconosciuto a tutti i Kanaky il diritto di voto. Negli anni '60, il boom del nichel portò a un rapido sviluppo di Noumea, accentuando sia le agitazioni dei Kanaky per i diritti sulla terra, sia il desiderio dei Caldoches di una maggior indipendenza da un'amministrazione alquanto incerta. I primi studenti usciti dalle università della Francia tornarono in Nuova Caledonia alla fine degli anni '60, dopo aver assistito alla proteste studentesche di Parigi del 1968: la coscienza politica e la mobilitazione per l'indipendenza ricevettero così un grande impulso.

L'indipendenza e la rivendicazione delle terre rappresentarono due punti salienti all'ordine del giorno nelle elezioni del 1977, ma a quell'epoca i Kanaky erano divenuti una minoranza all'interno del loro stesso territorio. La svolta decisiva per il movimento indipendentista si ebbe nel 1984, che portò a due anni di disordini diffusi conosciuti semplicemente come Les Évènements ('Gli Avvenimenti'). Disillusi dalle mancate promesse di riforma del Governo Socialista Francese, diversi partiti indipendentisti si unirono nel FLNKS (Front de Libération National Kanak et Socialiste), guidato da Jean-Marie Tjibaou. Nel 1984, il FLNKS dichiarò il boicottaggio delle elezioni locali per l'Assemblea territoriale: una serie di violenze scossero il paese, e, dopo l'uccisione di uno degli esponenti più radicali del Fronte, le rivolte si allargarono a tutto il territorio. I Francesi inviarono delle squadre di paracadutisti e dichiararono uno stato d'emergenza durato sei mesi.

Seguirono nuovi boicottaggi delle elezioni, e la capitale fu messa in ginocchio da un numero sempre crescente di bombe e assassinii. Più tardi si giunse ad altri accordi: nel 1986 i Francesi vennero alle strette con l'Australia e le Nazioni Unite, i quali avevano inserito la Nuova Caledonia nella loro lista di decolonizzazione, un passo molto importante per il movimento indipendentista. La Francia interpretò questa mossa come un'intromissione nei propri affari interni, e cacciò da Noumea il console generale australiano, adducendo a ragione di ciò il suo presunto ruolo fondamentale nel processo. Nel 1989 Tjibaou fu assassinato da un gruppo separatista di Kanaky convinto che nel 1988 il FLNKS li avesse traditi tentando di raggiungere un accordo per la pace. Le violenze andarono via via spegnendosi nel corso degli anni '90, e oggi termini come 'consenso' e 'negoziazione dell'indipendenza' sono parole molto diffuse tra i partiti dell'ala destra e i fronti indipendentisti.

L'Accordo di Noumea del 1998 è stato un colpo duro per il movimento indipendentista, in quanto ha fissato l'ottenimento dell'autonomia del territorio al più presto nel 2013. La ragione del ritardo sarebbe il timore che il referendum sull'indipendenza porti a una ripresa delle violenze, anche se è più facile credere che la Francia veda nella Nuova Caledonia un bene economico e politico a cui non vuole rinunciare.

Cultura

Tra i Kanaky la danza è considerata un'importante forma d'arte. La danza tradizionale chiamata pilou racconta storie di nascite, matrimoni, cicloni o preparazioni alle battaglie, ma nel 1951 le autorità coloniali la bandirono per la forte carica di energia e lo stato di trance che induceva nei danzatori (e per gli occasionali banchetti a base di carne umana). La musica è un elemento fondamentale in ogni cerimonia tradizionale, e la varietà degli strumenti adoperati include gusci di conchiglie, strumenti a percussione e flauti di bambù. I Caldoches, detti anche bianchi della Nuova Caledonia, discendono principalmente dai prigionieri francesi e si sono creati una propria cultura, più simile a quella rurale australiana o americana che a quella metropolitana francese. Molto popolari sono i rodei e le fiere di paese. I Métros sono gli ultimi popoli emigrati dalla Francia, che non sembrano passarsela affatto male visto che spesso li si vede cenare in ristoranti raffinati o fare acquisti all'ultima moda.

La lingua ufficiale del territorio è il francese, e sarete obbligati a parlarlo un po' se vi avventurate fuori da Noumea (dove perlomeno alcuni di quelli che lavorano nell'ambito del turismo si arrangiano con l'inglese). Si è calcolato che in Nuova Caledonia coesistono 27 lingue kanaky diverse, ma essendo state scoraggiate - o quantomeno ignorate - dai Francesi, non esiste una lingua kanaky ufficiale. In passato era il clan, non l'individuo, il centro della cultura tradizionale kanaky, e oggi la componente essenziale dell'identità kanaky è rappresentata da la coûtume, un codice fatto di riti, cerimoniali e interazioni sociali tra i clan che però esalta allo stesso tempo anche il legame dell'individuo con le proprie origini. I Kanaky, che fanno parte dei Melanesiani, i popoli neri del Pacifico Occidentale comprendenti anche gli abitanti della Papuasia e gli Aborigeni Australiani, amano farsi chiamare Ti-Va-Ouere, ossia 'Fratelli della Terra'.

I principali prodotti tradizionali della Nuova Caledonia sono il pesce, la noce di cocco, la banana, il taro, la patata dolce e l'igname. L'aragosta, il granchio, il dugongo e la tartaruga sono altre risorse alimentari tipiche del territorio, come anche la rossette, varietà locale della specie dei pteropi. Purtroppo, al giorno d'oggi i cibi tradizionali vengono sempre più sostituiti dai prodotti in scatola o trasformati, ma riuscirete ancora a trovare la bougna, una squisita combinazione di taro, igname, patata dolce, banana e pezzi di pollo, granchio o aragosta avvolti in foglie di banana e cucinati in un forno ricavato nella terra. Molti ristoranti servono piatti standard della cucina francese con tutte le sue tipiche elaborazioni, ma i locali vietnamiti, cinesi e indonesiani offrono generalmente cibi buoni a prezzi migliori. I Francesi, tengono molto al loro caffè e al loro vino, che sono entrambi eccellenti.

Ambiente

L'isola principale della Nuova Caledonia, Grande Terre, è una lingua di terra coperta di sudiciume e nichel, 'parcheggiata' nel cuore di un mare dal meraviglioso colore turchese dove sembra che il tempo si sia fermato. A differenza delle vicine Vanuatu e Salomone, che sono composte da una ventina di isole, l'arcipelago della Nuova Caledonia ne conta relativamente poche. Grande Terre, le Iles de Loyautè, l'île des Pins, la minuscola îles Belep e qualche sparuto isolotto vulcanico o corallino: le isole sono tutte qua. L'arido territorio della Nuova Caledonia è leggermente più grande del Galles e un po' più piccolo dello stato americano del New Jersey. Grande Terre è attraversata in centro da una catena montuosa con cime coperte da fitte foreste, dove il tempo è umido e nebbioso; la costa est, a differenza della costa ovest, si presenta selvaggia e non troppo modificata dagli insediamenti europei. La parte occidentale, non essendo troppo esposta alle piogge, è più secca, e le sue ventose pianure costiere, hanno conosciuto le peggiori devastazioni ambientali dovute alle miniere e ai pascoli, per fare spazio ai quali circa l'80% delle foreste originarie della Nuova Caledonia sono state abbattute. Una buona parte dell'agricoltura di sussistenza sta inoltre scomparendo, soppiantata da colture d'esportazione su vasta scala come avocado, riso, arance e ananas.

Come in gran parte delle isole, in Nuova Caledonia un'alta percentuale della flora (circa l'80%) e della fauna (attorno al 30%) è di carattere endemico. La catena montuosa che si estende nella parte centrale di Grande Terre ha favorito lo sviluppo di microclimi e aree geografiche diverse a cui le piante e gli animali hanno dovuto adattarsi, trasformandosi notevolmente rispetto alle origini, o perlomeno dall'epoca preistorica, quando le odierne isole si pensa facessero parte della cosiddetta Terra di Gondwana. Esistono tre tipi di riserve nell'arcipelago (riserve naturali, riserve di flora e fauna speciali e parchi naturali), e il livello di protezione di ogni singolo parco varia di volta in volta. Attualmente 52.000 ettari di superficie marina sono considerati protetti.

Le isole della Nuova Caledonia si trovano all'estremità dei tropici, e il tempo, soggetto a poche variazioni, è caratterizzato per la maggior parte dell'anno da miti temperature primaverili. Il cambiamento più forte si registra nel periodo compreso tra metà novembre e metà aprile, che è caldo e umido, a differenza dei miti mesi 'invernali' di luglio e agosto. Mediamente, le temperature massime oscillano dai 22°C ai 28°C; la stagione dei cicloni va da dicembre a marzo, ma condizioni atmosferiche incerte si possono avere anche in novembre e in aprile. Tuttavia, in genere, le oscillazioni atmosferiche annuali non sono molto forti, e anche la quantità di ore di luce non varia molto: dalle 6 alle 18 durante tutto l'arco dell'anno.

Arrivare e trasporti

Come arrivare: Tutti i voli internazionali arrivano al Tontouta International Airport, 45 km a nord-ovest di Noumea.

Se arrivate via mare, Noumea è l'unico porto ufficiale d'accesso per gli yacht. La stagione in cui si registra il maggior numero di arrivi va da agosto a ottobre. Tutte le navi da crociera attraccano alla Baie de la Moselle, porto naturale di Noumea dalle acque profonde, ma gettano l'àncora anche in vari posti al largo della Nuova Caledonia, in modo da permettere ai passeggeri di trascorrere una giornata in spiaggia.

Trasporti interni: I servizi di trasporto interno della Air Calédonie coprono diversi centri di Grande Terre, ogni isola delle Iles de Loyauté, l'îÎe des Pins e Waala, sulla Île Belep. Si possono anche noleggiare aerei ed elicotteri privati. La rete stradale di Grande Terre è molto vasta e tutte le strade principali sono piuttosto isolate. Generalmente, ogni cittadina o villaggio più grande offre collegamenti con la stazione principale degli autobus di Noumea, chiamata gare routière. Tutte le compagnie che noleggiano auto hanno sede a Noumea, ma purtroppo i prezzi sono alti, e nessuno darà una macchina ai minori di 21 anni. Gli animali e i pedoni possono rendere rischiosa la guida sulle strade secondarie di alcune zone, soprattutto di notte.

Mete principali

Bourail
Con una popolazione di appena 4350 abitanti, Bourail, vivace insediamento dell'epoca coloniale, è la seconda cittadina della Nuova Caledonia, anche se non si può dire che sia molto più animata del Cimitero arabo o del Cimitero della Guerra del Pacifico in Nuova Zelanda. I due passatempi principali all'interno della comunità caldoche sono la caccia e la pesca. La Roche Percée, un'insolita formazione rocciosa che a detta della gente del luogo avrebbe le sembianze di un volto (riconoscibile probabilmente solo se avete bevuto qualche bicchiere o siete dotati di una buona dose di immaginazione), rappresenta la più famosa attrazione turistica della zona, su cui, con la bassa marea, è possibile arrampicarsi. Dall'alto, arrivando di buon mattino, potrete ammirare le tartarughe della vicina Baie des Tortues. La spiaggia più bella in questo tratto è la Plage de Poè, con della finissima sabbia bianca, conchiglie dai colori intensi e bei fondali marini da ammirare facendo lo snorkelling. Potete raggiungere Bourail in autobus o in macchina percorrendo la RT1, una strada isolata che costeggia le montagne nei pressi di Bourail, circa 150 km a nord-ovest di Noumea.

Hienghène
Hienghène è famosa per due motivi: da una parte, il centro nel 1984 fu teatro del massacro di 10 indépendantistes, e dall'altra il suo territorio si contraddistingue per le Lindéralique Cliffs, sensazionali scogliere in roccia calcarea nera che in certi punti si innalzano fino a 60 m sul livello del mare. Al di sopra di queste scogliere, dove si ergono pinnacoli affilati come coltelli, si trovano alcune aperture nella roccia in cui hanno trovato asilo rondini e pteropi. Un Club Med ubicato a sud di Hienghène offre sistemazioni di lusso e una graziosa imitazione di un villaggio melanesiano. Il Centro Culturale Goa Ma Bwarhat comprende un piccolo museo e una sala degli spettacoli in cui occasionalmente vengono presentate opere teatrali, musicali e rappresentazioni tratte da leggende locali. Potete raggiungere il Chemin des Arabes organizzando un'escursione di tre giorni lungo un percorso (comprendente alcuni tratti d'acqua) che attraversa i rilievi centrali di Grande Terre verso la costa ovest. Hienghène sorge sulla sponda nord-orientale di Grande Terre, ed è raggiungibile attraverso una strada asfaltata che penetra tra i monti e poi fiancheggia la costa snodandosi in uno spettacolare paesaggio litoraneo. Il mezzo migliore con cui raggiungere la cittadina sono gli autobus in partenza da Noumea.

le des Pins
Spesso scelta dai turisti come unica meta alternativa a Grande Terre sul territorio della Nuova Caledonia, l' île des Pins deve per lo più la sua fama alle meravigliose spiagge e baie di cui si avvale. L'isola, abitata principalmente da Kanaky, fu risparmiata dalle peggiori violenze degli anni '80, ed è forse per questo che gli abitanti del territorio sono gentili e cordiali nei confronti dei visitatori. Le spiagge più belle si trovano a Kuto, maggior polo di attrazione della zona: qui si concentra anche la maggior parte delle strutture ricettive e dei ristoranti, e al crepuscolo vedrete la gente del luogo radunarsi per la pesca lungo la Baie de Kuto. La residenza del governatore della colonia penale, la gendarmerie, le rovine delle prigioni e il Cimitero dei Deportati sono tutti luoghi da visitare.

Se camminate di buon passo, in 45 minuti raggiungerete la cima del Pic N'Ga (262 m di altezza), da cui, quando il tempo è sereno, si può godere di un panorama che abbraccia l'intera isola. Tra le numerose grotte presenti sull'île des Pins vi sono la Grotte de Wèmwânyi, la più famosa di tutte, e la Grotte d'Ouatchia, uno stretto passaggio sotterraneo caratterizzato da notevoli formazioni rocciose. La Baie d'Oro, un estuario che si contraddistingue per la sua posizione riparata e l'acqua -che arriva fino al ginocchio- di un meraviglioso color turchese, è circondato dagli altissimi pini che danno il nome all'isola. L' île des Pins è collegata a Nomea con dei voli diretti, ma ci sono anche traghetti e imbarcazioni da carico che trasportano turisti. L'île des Pins si trova 50 km a sud-est di Grande Terre.

Noumea
Dopo le bombe e le rivolte degli anni '80, Noumea ha conosciuto nuove fasi di sviluppo che non avevano avuto eguali dagli entusiasmanti giorni del boom del nichel. Oggi i movimenti politici della città sono impegnati più in proteste contro i licenziamenti dovuti a esuberanza di manodopera o i tagli ai servizi, piuttosto che nel tentativo di mettere fine al controllo francese sul territorio. Noumea si estende per poco più di 15 km da Anse Vata, la spiaggia più bella della città, posta a sud, fino ai sobborghi settentrionali di Koutiou e Yahoue. Il centro, che si sviluppa verso ovest lungo Baie de la Moselle, dispone di un meraviglioso porto che offre riparo a navi da crociera, pescherecci e flotte di yacht privati. Più a ovest ancora si trova Nouville, luogo in cui sorse la prima colonia penale, attualmente collegato alla terraferma con il materiale di riporto proveniente dalle fonderie di nichel. Subito a nord del centro di Noumea si estende un'area principalmente industriale, alle cui spalle ci sono i quartieri residenziali e industriali di scarso interesse. Sul lato orientale della penisola, lungo la riva, sorgono i quartieri di Ste Marie e Ouemo, entrambi da non perdere.

Il Centro Culturale di Jean-Marie Tjibaou, a circa 10 km di distanza dal centro, rappresenta l'ultimo dei più grandi successi di Noumea. Ideato con lo scopo di far conoscere lo stretto legame che unisce i Kanaky alla propria terra, riesce a fondere armoniosamente lo stile architettonico contemporaneo con le credenze culturali indigene. Il Centro Culturale espone oggetti appartenenti all'eredità kanaka e illustra le varie culture dell'Oceania. La Bibliothèque Bernheim, in stile coloniale, è la biblioteca principale di Noumea ed è un posto ideale dove passare un po' di tempo a sfogliare un libro. Per quanto piacevole e tranquilla, la biblioteca si trova però vicina al traffico, per cui, se volete veramente fuggire dalla confusione della strada, andate al Noumea Aquarium, presso Anse Vata. Qui potrete ammirare una fauna e flora marina piuttosto rare e insolite, dalle spugne e i coralli fino agli enormi pesci dai denti aguzzi.

Subito a est del centro si trova la Vallée des Colons, un animato quartiere che oggi ospita molti Kanaky e Polinesiani emigrati. Nouville merita una visita per i resti delle prigioni e per l'isolata Baia di Kuendu, luogo ideale dove poter nuotare e fare snorkeling attorno al promontorio. Se invece volete dare un'occhiata anche al lato più oscuro di Noumea, visitate il Quartiere Latino (che rivela qualche traccia della sua famosa controparte parigina), nei pressi di Port Moselle, a sud del centro. Per una vista ancora più ripugnante, potete passare (senza correre il rischio di non vederla) accanto alla Fonderia di Nichel di Doniambo, detta la 'Fornace di Doniambo', una mostruosa struttura con molti camini situata a nord del centro.

Anse Vata offre il meglio del meglio tra le sistemazioni di lusso, ma riuscirete a trovare anche alcuni posti più economici con alberghi a quattro e cinque stelle. L'ostello della gioventù, che rappresenta invece la possibilità di alloggio più economica in città, è situato in centro e offre una meravigliosa vista sulla Baie de la Moselle. Inoltre troverete una vasta scelta di sistemazioni (da quelle spartane alle più lussuose) sparse in tutta la città e presso la Baie des Citrons. Qui e nel Quartiere Latino si concentrano diversi locali dove si può mangiare a prezzi convenienti, tuttavia anche in centro ci sono molti snack bar e troverete addirittura il McDonald.

Parc Territorial de la Rivière Bleue
Anche se in realtà la maggior parte degli abitanti di Noumea evita di andarci durante le ferie o i fine settimana, se riuscite a visitare il parco durante un giorno feriale potreste addirittura averlo tutto per voi. Paradiso terrestre per gli amanti della natura e gli escursionisti, il parco comprende foreste vergini di araucarie e abeti kauri (tra cui il gigantesco Grand Kaori, la cui età è stimata attorno ai 1000 anni), bacini d'acqua balneabili e numerosi percorsi a piedi. La grande varietà di uccelli presenti nel parco include il parrocchetto dalla corona rossa, e il cagou, un uccello diventato il simbolo nazionale della Nuova Caledonia. Un tempo minacciato da pericolo d'estinzione, il cagou sta ritornando sulla scena grazie a un intenso programma di allevamento volto a reintrodurre la specie nel parco. Il Parco del Fiume Blu si trova nell'entroterra, a 43 km di distanza da Noumea, lungo la strada pavimentata RT2. È raggiungibile prendendo l'autobus per Yaté, ma al suo interno non sono disponibili mezzi di trasporto pubblico.

Mete alternative

La Foa
Il piccolo centro di La Foa, circondato da lussureggianti campi di canna da zucchero, meravigliosi pini neri e araucarie, ha avuto la sua buona dose di problemi, dai tempi della fondazione come colonia penale fino all'assassinio, nel 1985, dei due leader del FLNKS (Fronte di Liberazione Nazionale Kanako Socialista). Lo storico ponte chiamato Paserelle de Marguerite fu progettato da due studenti di Gustave Eiffel, e sebbene sia stato ormai soppiantato da un ponte più largo, rimane tuttora una costruzione di grande effetto. Il Forte di Teremba, ubicato sulla pianura che domina l'omonima baia, fu in passato quartiere generale per le forze armate coloniali, e durante la grande rivolta del 1878 venne assediato dai Kanaky. Oggi ospita gli spettacoli di luci e suoni che si tengono a novembre. Il piccolo centro di Farino, a 3 km dall'uscita della strada principale, offre una vista meravigliosa che da La Foa si estende fino al mare, e il paese possiede inoltre un famoso mercato che si tiene ogni seconda domenica del mese. Ci sono autobus che percorrono il tragitto da Noumea a La Foa (110 km) durante tutti i giorni lavorativi.

Poindimié
Anche se le spiagge di questa zona sono rocciose, vale la pena di fare una nuotata o lo snorkelling nelle loro acque. Se volete fare immersioni, le isole e le scogliere poco distanti da questa cittadina sono tra le migliori nella Nuova Caledonia. Se invece siete appassionati di quel tipo di arte che con un giro di parole piuttosto contorto viene definita 'arte moderna di integrazione architettonica', date un'occhiata al Mosaico della piscina comunale di Vasarely, sul lato meridionale del paese: Victor Vasarely, artista molto famoso ai suoi tempi, lo ideò per dare un po' di vitalità ai grigi quartieri urbanizzati della zona. Il tetro Monumento ai caduti in guerra si erge sulla collina del paese a commemorazione dell'intervento degli Stati Uniti nella Guerra del Pacifico, e a pochi minuti di macchina, a nord del centro lungo la RT3, si trova Tié Mission, con una chiesa risalente al 1866. Poindimié è situata a circa 308 km da Noumea, sulla costa nord-orientale di Grande Terre, e per arrivarci vi conviene prendere l'autobus che percorre la strada statale RT3.

Poum
Situato alla fine della RT1, sull'estremità settentrionale di Grande Terre in posizione esposta al vento, Poum è una piccola comunità di 1300 abitanti. Se c'è tempo di burrasca, Poum potrebbe sembrare poco attraente, e mentre il centro non offre molto da vedere, se avete tempo e usufruite di un mezzo di trasporto privato vale la pena, piuttosto, di fare una gita al Boat-Pass, conosciuto anche come Pointe Nahârian. Si tratta di una selvaggia penisola disabitata che si allunga verso il mare, delimitata da palme, aree erbose e araucarie.

Lungo la Baie Banare, a Nennon e Kejaon, si susseguono spiagge meravigliose, anche se desolate. Ci sono collegamenti aerei tra Noumea e Koumac, da dove dovete prendere un autobus che vi porterà per poco più di 50 km in direzione sud-ovest. Poum si trova alla fine della RT1, 340 km a nord-ovest di Noumea, e, se arrivate in autobus, dovete cambiare a Koumac.

Tiga
Solo pochi viaggiatori raggiungono questo minuscolo atollo di coralli a fior d'acqua, facente parte del gruppo delle Iles de Loyautè. Lungo il lato protetto dell'isola, i fondali marini a ridosso della costa, ricchi di una grande varietà di pesci e coralli, offrono uno scenario unico ai sommozzatori. Le spiagge deserte rappresentano un luogo ideale dove ritirarsi in cerca di un po' di relax, e anche se l'isola non dispone di normali attrezzature ricettive, potete sempre campeggiare nella zona dell'aeroporto o all'interno di molte proprietà private, naturalmente con il consenso del proprietario. I 380 abitanti di Tiga si concentrano nella parte nord-occidentale dell'isola, dove la costa è più accessibile e l'isola meno esposta alle perturbazioni. La pista d'atterraggio di Tiga si estende a sud del villaggio, e vi arrivano quattro voli la settimana dalle isole di Maré e Lifou, e un volo la settimana da Noumea.