Gli Oceani

L'oceano è l'insieme delle vaste distese d'acqua salata presenti sulla superficie terrestre; si tratta di un complesso unico e continuo, che circonda i continenti e le isole e che comprende la maggior parte della superficie terrestre (circa il 70% della superficie totale).

Nell'oceano, inteso come complesso unico, si distinguono grandi masse d'acqua, delimitate da continenti, dette esse stesse oceani (come l'oceano Atlantico, il Pacifico e l'Indiano), all'interno dei quali si distinguono a loro volte distese d'acqua minori, dette "mari dipendenti" (come il Mediterraneo e il mar Rosso)

Il termine "oceano" può essere usato anche in contrapposizione con "mare" e in questo caso l'elemento discriminante sono le dimensioni; i mari sono infatti insenature marginali rispetto agli oceani e sono generalmente diversi per caratteristiche geologiche dei fondali.

Oceano Indiano

Il mare per quanto scorresse in lunghe ondate rigonfie,
sembrava immobile, e alla superficie era lucido come
piombo ondulato quando si raffredda
e deposita nello stampo di fusione.
(H. Melville)

L'esistenza dell'Oceano Indiano è nota agli Europei sin da tempi antichissimi; sicuramente lo conoscevano Alessandro Magno ed i Romani del periodo del Tardo Impero. Tuttavia, per moltissimo tempo, l'oceano fu soprattutto un mare interno, navigato prima dai Cinesi e in seguito dagli Indiani.

Furono i marinai arabi che per primi tracciarono delle vere e proprie rotte commerciali tra l'Asia, l'Africa e l'Europa dando vita a un florido commercio e rendendo l'Oceano Indiano economicamente importante, mentre gli europei avevano contatti con l'Asia esclusivamente per via terreste.

La ragione di ciò probabilmente va ricercata nelle difficoltà che presentava la navigazione in acque che richiedevano un'esatta conoscenza dei venti per poter affrontare le calme equatoriali o i temibilissimi tifoni. Il primo europeo a doppiare il Capo di Buona Speranza e ad approdare sulle coste dell'India fu Vasco de Gama nel 1497. Le isole dell'oceano furono subito contese tra le potenze europee, soprattutto Inghilterra e Francia, anche se per secoli vennero usate solo come scalo lungo la rotta delle Indie e frequentate dai pirati che avevano abbandonato il Mar dei Caraibi.

Anche il turismo ha scoperto solo di recente le isole dell'Oceano Indiano e solo da poco più di venti anni le Seichelles, le Maldive, Mauritius sono entrate nelle proposte dei tour operator.

L'Oceano Indiano con i suoi 74.900.000 kmq è il più piccolo dei tre oceani, ha una profondità media di 3850 mt. e si estende prevalentemente nell'emisfero Australe, tra le coste dell'Asia e dell'Africa Orientale; da qui corre convenzionalmente lungo il 20° meridiano Est fino a lambire l'Antartico; verso oriente tocca i bordi della Tasmania e dell'Australia, l'arcipelago della Sonda, Sumatra, per finire sulle coste malesi.

Numerosi sono i mari interni, come il mar di Timor, il Golfo del Bengala, il mar Arabico che si prolunga nel Golfo Persico e nel mar Rosso.

Sulla sua superficie sono disseminate numerose isole, alcune delle quali molto piccole come le Maldive, le Seichelless, le Comore o le Andamane, mentre altre, come Sri Lanka, ma soprattutto il Madagascar, sono di ragguardevole estensione.

Alcune di queste isole hanno visto affermarsi civiltà antiche e raffinate, altre sono rimaste disabitate sino all'inizio dell'epoca moderna.

OCEANO PACIFICO

Le medesime onde lavano i moli delle nuove città californiane,
soltanto ieri fondate dalla più recente razza umana,
e lambiscono gli orli scoloriti ma ancora superbi delle terre asiatiche,
più antiche di Abramo, mentre dappertutto, nel mezzo,
fluttuano vie lattee di isole coralline e bassi,
infiniti, sconosciuti arcipelaghi ed impenetrabili Giapponi
(H Melville)

Nell'anno 1513 lo spagnolo Vasco Nunez de Balboa attraversato l’istmo centro-americano vide per la prima volta le acque di grande oceano sino ad allora sconosciuto; capì così che Colombo non sarebbe mai potuto arrivare a toccare le coste dell'Asia, perché il continente americano si frapponeva fra l’Atlantico e il nuovo oceano. Ma certamente non poteva ancora sapere di trovarsi di fronte alla più grande distesa d'acqua del mondo, da sola più grande degli altri due oceani all'epoca conosciuti: l'Atlantico e l'Indiano. Il Pacifico, infatti, occupa un'area di 180 milioni di kmq, la sua profondità media è di 4282 mt, anche se la fossa delle Marianne arriva a 11.022 mt sotto il livello del mare. L'Oceano Pacifico bagna le coste dell'Asia, dell'America, dell'Oceania, e dell'Antartico. I suoi confini sono quasi sempre ben definiti, tranne in qualche tratto, come nella zona australo-indonesiana dove è difficile distinguerlo dalle acque dell'Oceano Indiano.
Il Pacifico si divide in vari mari: ad ovest si trovano i mari Cinesi (Meridionale e Orientale), il Mar Giallo, il Mar del Giappone e quello di Ohotsk; a sud-ovest, tra l'Australia, la Nuova Zelanda e la Nuova Guinea, si trovano il Mar dei Coralli, il Mare di Bismark e quello di Tasman; ad oriente l'unico mare ben delimitato è il Golfo di California e a Sud il Mare di Ross.

Nel 1519 Magellano navigando lungo le coste meridionali del nuovo continente, trovò il passaggio fra l'Atlantico e quell'altro oceano al quale diede il nome di Pacifico. Nome ingannevole, poiché, data la sua vastità, il moto ondoso è molto sviluppato, la zona australe è quasi sempre in tempesta ed onde alte e violente caratterizzano il canale di Drake ed il passaggio di Capo Horn; per non parlare dei frequenti maremoti, in grado di generare onde alte sino a 30 mt che si abbattono con effetti apocalittici sulle coste. La rotta tracciata da Magellano spinse altri navigatori, fra cui Francis Drake, a percorrere le sconosciute acque del Pacifico. Ma fu James Cook, nel corso dei suoi tre viaggi compiuti tra il 1768 ed il 1779, a consentire una conoscenza aprrofondita e dettagliata delle rotte attraverso l’Oceano.

Nel Pacifico vi sono ben diecimila isole, formate sia da piccoli anelli corallini che da coni vulcanici che svettano anche a 4000 mt di altezza; tra il Tropico del Cancro e il Tropico del Capricorno sono distribuiti i tre grandi gruppi delle isole pacifiche: Micronesia, Melanesia e Polinesia.

La scoperta delle isole del Pacifico, stranamente, non provocò negli Europei una colonizzazione stabile delle nuove terre. Solo a partire dal XIX secolo cominciò l'occupazione di isole che inizialmente furono utilizzate come colonie di deportazione, specialmente dagli Inglesi che a tale scopo si insediarono a Norfolk e nell’Australia orientale.

Dalla seconda metà del XIX secolo in poi l'Olanda, la Francia, gli Stati Uniti e soprattutto l'Inghilterra promossero l'avvio di una colonizzazione vera e propria. Le isole del Pacifico, per la loro primitiva bellezza, attrassero nel corso dell'Ottocento molti intellettuali ed artisti europei tra cui Gauguin che a Tahiti soggiornò a lungo immortalando nelle sue tele i volti degli indigeni e i colori delle isole. Anche se oggi il turismo di massa ha invaso alcune isole rompendone l'incanto, resta tuttavia sostanzialmente immutato il fascino di queste terre che si trovano "dall'altra parte del mondo" e delle chiare notti equatoriali quando nel cielo brilla la Croce del Sud.

OCEANO ATLANTICO

L’Oceano Atlantico, noto anche semplicemente come Atlantico, è il secondo oceano più esteso sulla Terra, coprendo circa il 20% della superficie totale. 

Il suo nome deriva dalla mitologia greca e significa “mare di Atlante” .

Ecco alcune caratteristiche dell’Oceano Atlantico:

  1. Estensione: L’Atlantico si sviluppa in un bacino a forma di “S”, disposto in direzione nord-sud. È suddiviso in due sezioni principali: l’Atlantico del Nord e l’Atlantico del Sud, separati da correnti equatoriali a circa 8° di latitudine nord.

  2. Delimitazione geografica: A ovest, l’Atlantico è delimitato dal continente americano (sia la parte settentrionale che quella meridionale), mentre a est è delimitato dall’Europa e dall’Africa.
    Tre mari adiacenti, il Mediterraneo, il Mar Nero e il Mar Glaciale Artico, bagnano anche l’Asia.

  3. Comunicazione con altri oceani: L’Atlantico comunica con l’Oceano Pacifico sia a nord che a sud.
    Il collegamento settentrionale tra i due oceani avviene attraverso il Mar Glaciale Artico, mentre quello meridionale è permesso dallo Stretto di Magellano, dal Canale di Beagle e dal Canale di Drake.
    Inoltre, esiste una connessione artificiale tra i due oceani: il Canale di Panama, situato all’istmo che unisce le due Americhe.

  4. Dimensioni: L’Atlantico copre un’area di circa 82.362.000 km², pari a otto volte quella dell’Europa.
    Se consideriamo anche i suoi mari adiacenti, la sua estensione totale raggiunge i 106.450.000 km².

In breve, l’Oceano Atlantico è un vasto e affascinante mondo d’acqua che collega continenti, influisce sul clima e ospita una ricca biodiversità marina.