DINO BUZZATI


Nato a San Pellegrino, in provincia di Belluno, il 16 ottobre 1906 da Giulio, docente di Diritto all’Università di Pavia e da Alba, veneziana come il marito.

Risiedono stabilmente a Milano ed è lì che Dino frequenterà il liceo, per poi laurearsi in Giurisprudenza nell’ottobre del 1928.

Il 1928 segna anche l’inizio del lavoro come cronista per il Corriere della Sera, impiego che durerà per tutta la vita.

Le passioni di Dino sono la montagna, il disegno e la poesia: verrano tutte e tre coltivate nel corso della sua esistenza.

Il primo testo letterario buzzatiano è La canzone delle montagne (1920), composto nell’anno in cui il padre lo lasciò per un tumore al pancreas, male che da allora lo angoscerà e che, alla fine, risulterà fatale anche per lui.

Dal 1931 collabora con il settimanale “Il popolo di Lombardia”, dedicandosi principalmente all’illustrazione.

Risale al 1933 il suo primo romanzo, Barnabo delle montagne; due anni dopo pubblicò Il segreto del bosco vecchio.

Nel 1939, su segnalazione di Montanelli, Longanesi accetta la pubblicazione della nuova fatica buzzatiana, Il deserto dei tartari, inizialmente chiamato La fortezza (il titolo venne cambiato perché sembrava troppo allusivo nei confronti della guerra imminente).

Dal ’40 è cronista e fotoreporter in Etiopia, ad Addis Abeba e partecipò, sebbene solo come testimone, ad alcuni scontri; nel giorno della Liberazione comparirà in prima pagina sul Corriere la sua Cronaca di ore memorabili.

Nello stesso anno compare La famosa invasione degli orsi in Sicilia, che contiene i disegni dell’autore; nel ’49 invece compare una raccolta di racconti, Paura alla Scala.
A giugno è di nuovo inviato speciale per il Corriere, stavolta al seguito del Giro d’Italia (gli articoli verranno poi riuniti in un unico volume).

Nel ’50 Neri Pozza darà alle stampe una raccolta di note, divagazioni e appunti intitolata In quel preciso momento, seguita quattro anni dopo da una seconda raccolta di racconti, Il crollo della Baliverna.

 Negli anni ’50 viene rappresentato Ferrovia sopraelevata, a Bergamo, e sostituisce Borgese come critico d’arte del Corriere, occupandosi anche del domenicale della testata milanese, in particolare dei titoli e delle didascalie.

Escono nel 1958 Le storie dipinte, presentate durante la personale di pittura a Milano.

Il ’61 segna un lutto, ossia la morte della madre, e sarà un dolore che interiorizzerà in due anni, componendo l’elzeviro I due autisti. 

Per il giornale viaggerà parecchio tra Tokyo, Gerusalemme, New York e Praga.

Riceve bel 1970 il premio giornalistico “Mario Massai”per i suoi articoli di commento dedicati all’allunaggio.

Nel settembre dello stesso anno vengono esposte le tavole di ex-voto di Santa Rita, da lui dipinte. Esse verranno poi pubblicate da Garzanti con delle didascalie in I miracoli di Val Morel.

 Esce presso Mondadori il volume di racconti ed elzeviri Le notti difficili. Dopo aver salutato per l’ultima volta la casa di San Pellegrino e aver pubblicato il suo ultimo elzeviro, Buzzati si congeda dal mondo il 28 gennaio 1972 nella clinica “La Madonnina” di Milano.