Alessandro Manzoni
Biografia

Biografia

Alessandro Manzoni nacque a Milano nel 1785 figlio del conte Pietro Manzoni e di Giulia Beccaria.

Alla separazione della madre dal marito, trascorse la prima giovinezza in collegi tenuti da religiosi per poi trasferirsi a Parigi dove venne a contatto con gli ambienti culturali francesi.

Dapprima allontanatosi dalla fede per l’influenza delle idee illuministiche, il Manzoni si covertì al cattolicesimo e ne divenne un fervido credente.

Tornato in Italia nel 1810 visse un esistenza abbastanza riservata resa dolorosa da alcuni lutti familiari. Morì a Milano nel 1873.

Il Pensiero

IL PESSIMISMO - Il Manzoni così come il Leopardi e il Foscolo ebbe una concezione dolorosa della vita. Rispetto al pessimismo filosofico di Leopardi, il pessimismo del Manzoni è di natura morale: l’uomo, infatti, pur comprendendo la negatività del dolore, ama causarlo agli altri per egoismo, nella speranza di allontanarlo da se. Aiutato dalla concezione cristiana della vita, il Manzoni supera questo periodo di pessimismo. La fede lo spinse a pensare che la natura umana, un tempo pura e perfetta, dopo il peccato originale divenne si fragile e debole esposta alle passioni ma anche ansiosa di ristabilire la purezza e l’armonia originaria attraverso la Redenzione.

IL ROMANTICISMO – Il romanticismo del Manzoni aveva un’impronta moderata, educativa, patriottica e civile rifiutando così i suoi principi più rivoluzionari come la libera ispirazione dell’arte e della poesia e l’assoluta supremazia del sentimento sulla ragione. Il Manzoni vedeva la poesia come rappresentazione del vero, rifutando la mitologia classica, la lingua doveva essere chiara, semplice ed accessibile a tutti e aveva l’ideale di patria libera e indipendente elevando gli umili dotati di un’elevata ricchezza interiore.

LA FEDE - In un primo momento la religiosità del Manzoni è relativa solo ai suoi spunti teologici trascurando gli aspetti più pratici relativi alla natura umana ed è il periodo del cristianesimo celebrativo (Inni sacri tra cui La ResurrezioneIl nome di MariaLa Passione). Il secondo momento della fede manzoniana è il momento del cristianesimo elegiaco quando il Manzoni meditando sugli orrori della storia, dominata dalla violenza, porta alla condanna di essa covando in se un sentimento pessimistico (le Tragedie con il Conte di Carmagnola, Adelchi ed Ermengarda). Il terzo momento è quello del cristianesimo agonistico in cui egli vede il cristianesimo come un cristianesimo attivo con un grande rigore morale che impegna costantemente il credente nella scelta continua tra il bene e il male e nella lotta per la libertà e la giustizia (la Pentecoste, le Odi civili, i Promessi sposi).

L’ILLUMINISMO - L’illuminismo il Manzoni lo vede in una chiave nuova. Ne derivò i principi di libertà, uguaglianza, giustizia e di progresso conferendo alle idee politiche una base religiosa. Dunque egli non vedeva contrastare il Vangelo con le idee liberali, anzi il cristianesimo era religione di libertà.

IL RISORGIMENTO - Al Risorgimento non partecipò in modo attivo. Infatti con le sue opere d’ispirazione patriottica e civile (Marzo 1821, il coro del Carmagnola, il primo coro dell’Adelchi) egli diede una forte spinta al Risorgimento partecipando in modo passivo ma fondamentale all’unificazione d’Italia.

La Poetica

La poetica del Manzoni è incentrata sul principio dell’arte come rappresentazione del vero unita alla concezione cristiana della vita. Il Manzoni rifiuta le unità di tempo e di luogo ammettendo solo le unità d’azione e introduce nella tragedia i cori che erano solo degli squarci lirici non imprescindibili per l’azione. Affronta il problema della moralità dell’arte ritenendo che l’arte, in base a certi contenuti umani, religiosi e morali, può essere strumento di educazione per il popolo.

Nella sua poetica, egli parla molto del rapporto storia-poesia. In un primo momento sia l’una che l’altra le appaiono reciprocamente integrate ma con il passare degli anni torna a meditare su questo rapporto che ora gli appare come un rapporto di opposizione e incompatibilità poiché il romanzo storico è un’opera fallita che cerca invano di dare una rappresentazione della realtà con un taglio poetico.

Nella prima parte della lettera sul Romanticismo al Marchese D’Azeglio elenca ciò che il Romanticismo rifiuta della poetica classicista mentre nella seconda parte della lettera descrive i principi fondamentali della sua poetica che sono: l’utile per scopo che significa che la poesia deve mirare ad educare l’uomo, il vero per soggetto che significa che la poesia deve trattare il vero storico e l’interessante per mezzo che significa che l’argomento della poesia deve essere un argomento attuale, moderno e popolare.