PIERPAOLO PASOLINI


Bologna, 5 marzo 1922
Roma, 2 novembre 1975

Il 5 marzo 1922 nasce a Bologna Pier Paolo Pasolini, dal tenente di fanteria Carlo Pasolini e dall'insegnante di Casarsa (Friuli) Susanna Colussi.

Nel 1925, a Belluno, dove la famiglia Pasolini si era trasferita, nasce il secondo figlio Guido Alberto.

Sin dall'età di sette anni inizia la vocazione letteraria di Pier Paolo, con le poesie infantili scritte a Sacile, dove frequenta le scuole elementari.

Gli studi proseguono per il poeta a Reggio Emilia, dove si iscrive al ginnasio per poi trasferirsi al "Liceo Galvani" di Bologna e quindi, nella stessa citta', iscriversi alla Facoltà di Lettere dell'ateneo bolognese, dove si laurea con una tesi su Pascoli.

Risale al 1942 la prima raccolta di poesie, pubblicata a sue spese, "Poesie a Casarsa" in dialetto friulano; l'opera viene subito recensita positivamente da Gianfranco Contini sul Corriere di Lugano.

Nel 1945 muore appena diciannovenne il fratello Guido, partigiano nella brigata "Osoppo", ucciso dai partigiani jugoslavi, in una delle pagine più controverse della Resistenza. E' un evento che segna profondamente il poeta, che nelle sue opere più volte rievocherà con dolore il trauma per la prematura scomparsa del fratello.

Tra il'45 ed il '49, Pasolini insegna nelle scuole medie di Valvasone, un paese vicino a Casarsa. Questi sono anche gli anni delle poesie, raccolte nel 1958 ne "L'Usignolo della Chiesa Cattolica" che segnano la svolta politica in senso marxista del giovane scrittore.

Negli anni '50 si trasferisce con la madre a Roma, dove trascorre anni duri, abitando in borgata fino ad ottenere un impiego come insegnate a Ciampino e a lavorare a qualche sceneggiatura cinematografica che gli permette di prendere casa con la famiglia in via Fonteiana, nel quartiere di Monteverde.

E' del 1954 la raccolta di poesie friulane "La meglio gioventù" e nel 1955 inizia la collaborazione alla rivista "Officina", da cui poi verranno le opere "Passione e ideologia" del '60 e "La religione del mio tempo" del '61.

Nel 1955 esce il primo romanzo, grande successo letterario, "Ragazzi di Vita", per il quale Pasolini subisce un assurdo processo per "oscenità", accusa dalla quale verrà assolto.

Stessa sorte ( anche se questa volta la denuncia verrà archiviata), quattro anni più tardi, per il secondo romanzo "Una vita violenta" che raggiunge fama internazionale, con undici traduzioni e continue ristampe.

E' del 1957 una delle più belle e significative opere poetiche di Pasolini, "Le ceneri di Gramsci", che gli vale il Premio Viareggio; è l'inizio di una nuova poesia di impegno civile, con l'utilizzo di una metrica desueta e cantilenante, al tempo stesso rottura e citazione.

Dal 1961 inizia l'esperienza cinematografica pasoliniana con "Accatone" concludendosi con "Salò o le 120 giornate di Sodoma" del 1975, passando attraverso (solo per citarne alcuni) i bellissimi "Il Vangelo secondo Matteo" (1964), "Uccellacci e uccellini" (1966) e "Il Decameron" (1971).

Non va tralasciato che l'impegno del Pasolini intellettuale è comunque a tutto campo, dalle liriche di "Poesia in forma di rosa" (1964) e " Trasumanar e organizzar" (1971), alla prosa de "Il sogno di una cosa" (1962), "Alì dagli occhi azzurri" (1964) e "Teorema"(1968), alle collaborazioni con la rivista "Nuovi Argomenti" e con il quotidiano "Il Corriere della Sera", fino ad arrivare alla saggistica di "Empirismo eretico"(1972) e degli stupendi "Scritti corsari" (1975), senza dimenticare i lavori teatrali e di critica letteraria.

E' l'alba del 2 novembre 1975 quando il corpo di Pier Paolo Pasolini viene ritrovato martirizzato e senza vita in un largo sterrato all'Idroscalo di Ostia, nei pressi di un campetto sportivo non lontano dal mare.

Le autorità stabiliranno che si tratta di un omicidio per il quale viene arrestato l'allora minorenne Pino Pelosi, ma tutto lascia presupporre il concorso con altri individui, anche se le indagini non verranno mai proseguite.

Tutto come in uno di quei tanti "buchi neri" della storia della nostra Repubblica che lo stesso Pasolini aveva più volte, nel corso della sua vita, sottolineato con forza.