Tema
Epidemie e pandemie nella storia

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Epidemie e pandemie nella storia



Le epidemie hanno sempre colpito la specie umana causando paura, morte, trasformazioni sociali, politiche, economiche e demografiche, scoperte mediche e scientifiche. Le epidemie sono dovute al diffondersi per contagio delle malattie infettive, causate da virus o batteri

I virus e i batteri sono sempre stati trasportati in giro per il mondo dai viaggiatori.

Nel passato erano soprattutto le navi, le carovane e gli eserciti che diffondevano le epidemie.

La trasmissione di virus e batteri avviene sia all’interno della stessa specie animale, sia tra specie diverse.

La peste, per esempio, era inizialmente trasmessa dal morso delle pulci dei topi e poi il contagio proseguiva tra gli umani.

Quando una malattia infettiva è stabilmente presente in una popolazione e l’andamento dei contagi è prevedibile e costante si parla di “endemia”.

Si parla di “epidemia” quando una malattia infettiva si diffonde improvvisamente, molto rapidamente e ampiamente in una popolazione .

Una “pandemia”, invece, è un’epidemia estesa a più continenti o a tutto il mondo.

Le epidemie hanno sempre colpito più duramente le città delle campagne, perché dove ci sono tante persone vicine il contagio è più facile e rapido.

Quello che accomuna le epidemie di tutti i tempi è che stravolgono i rituali funebri, una delle istituzioni fondamentali di ogni società umana.

Nella Grecia antica, persino in guerra erano previsti dei momenti per svolgere i rituali funebri, ma durante l’epidemia no.

La stessa cosa si è ripetuta oggi, più di duemila anni dopo, con il divieto di celebrare funerali durante l’epidemia da Covid-19.

Nel corso della storia, le epidemie hanno contribuito alla trasformazione delle norme igieniche.

Oggi è ovvio per tutti che i medici debbano lavarsi le mani con grande cura prima di ogni nuova visita, per non rischiare di trasmette agenti patogeni da un paziente all’altro, ma non è sempre stato così.

La contagiosità di alcune malattie, invece, è nota da millenni e certe tecniche di prevenzione del contagio, come l’isolamento dei malati o l’inoculazione, sono state praticate per secoli.

Il Vaccino
La vaccinazione è una tecnica medica molto efficace contro le malattie infettive e ha permesso di ridurre ampiamente le epidemie di alcune malattie e di eliminarne altre (come il vaiolo). Ma non ci sono vaccini per tutte le malattie infettive. Per esempio, non c’è alcun vaccino per il virus HIV, che causa l’AIDS.

La quarantena fu inventata nel Quattrocento a Venezia. Tutti quelli che arrivavano in città da fuori – specie gli equipaggi delle navi – dovevano passare un periodo su un’isola della laguna, senza avere alcun contatto con gli abitanti della città.

Nel Settecento, quando il vaiolo imperversava nel continente europeo, si sapeva che chi aveva già contratto la malattia ed era guarito sarebbe stato immune per il resto della vita. In Europa si era quindi diffusa la pratica dell’inoculazione, già nota da secoli in Oriente: entrando in contatto con dei malati non troppo gravi, si sperava di contrarre la malattia in forma lieve, guarire e diventare immuni.

Alla fine del secolo, Edward Jenner, un medico inglese, osservò che gli allevatori che avevano contratto il vaiolo bovino, più blando, sembravano perlopiù immuni anche dal ben più pericoloso vaiolo umano. Scoprì che si poteva inoculare il vaiolo dei bovini (da cui “vaccino”) nelle persone sane, che si ammalavano lievemente e diventavano poi immuni.

Tra gli eventi storici del Novecento la pandemia di Spagnola,  che causò la morte di milioni di persone in tutto il mondo, è stranamente poco ricordata, forse perché contemporanea alla guerra, forse per l’incertezza delle notizie. Molti di noi hanno sentito parlare più spesso della peste nera del Medioevo, assai più lontana nel tempo e probabilmente meno mortale, che della Grande Influenza del 1918.