Arte Africana



La forma tozza e compatta del continente africano sembra suggerire, a tutta prima una accentuata omogeneità di popolamento.

Forse questa superficiale impressione fa si che si usi comunemente l'espressione di 'continente nero’ quasi che la totalità dei 500 milioni di uomini che lo abitano fosse formata unicamente da neri.

In realtà non é così e così come le razze sono differenziate, altrettanto lo sono le manifestazioni artistiche.

In questa ricerca ci occuperemo esclusivamente dell'arte prodotta dalle popolazioni nere.

Le manifestazioni artistiche dei neri sono relativamente recenti, prodotte in epoca moderna: ne possono senza dubbio essere esistite di anteriori, andate distrutte o sepolte, ma le più antiche fino a oggi recuperate dalla ricerca archeologica non risalgono più addietro dell'inizio dell' era volgare, o al massimo dei due o tre secoli che la precedono: sono dunque, dal generale punto di vista archeologico piuttosto tarde.

Molte testimonianze sono andate distrutte in quanto fabbricate con materiali altamente deperibili.

É stato spesso affermato e ripetuto che le fonti di aspirazione delle arti africane sono essenzialmente di natura religiosa o magica.

Ciò é vero soltanto in parte: molte delle statuine, maschere ed altre opere scultoree sono certo ispirate dal tentativo di rappresentare visivamente esseri sovrumani o mitici, di commemorare e venerare gli antenati, di celebrare riti di società segrete, di munire maghi, guaritori e indovini di accessori degni delle loro alte mansioni.

Ma accanto a tali esigenze ve ne sono altre: contribuire alla pompa sfarzosa di capi e sovrani, glorificare la regalità e i suoi attributi, creare accessori vistosi o gradevoli per giochi, balli, mascherate e feste profane abbellire lo stesso corpo umano con ornamenti di ogni tipo o sottolinearne o camuffarne pittorescamente le forme; infine rendere più armoniosi e attraenti gli oggetti di cui l'uomo si circonda e si serve anche nella vita quotidiana, dagli sgabelli alle pipe, dalle armi agli strumenti musicali.

La produzione artistica africana é sorprendentemente varia e sterminata e ciò che conosciamo non é che una piccola parte di quanto é stato prodotto dall'età del Ferro in poi. Le ragioni di questo sono, come già detto, la estrema deteriorabilità in ambienti tropicali umidi, delle materie prime usate in prevalenza (legno, elementi vegetali per gli intrecci e le stoffe, sostanze coloranti e, in minor misura, anche l'avorio), il tardivo interesse dei bianchi alla sistematica raccolta degli oggetti d'arte e ancor più tardivo inizio di un serio programma di ricerche archeologiche.

A ciò si aggiunga l'immane patrimonio di oggetti andati distrutti in seguito a guerre, migrazioni, incendi e roghi voluti dai missionari cristiani o zelanti 'profeti’ indigeni animati dal proposito di distruggere supposti idoli e feticci del paganesimo tradizionale.

Salvo rare eccezioni dunque la nostra conoscenza dell'arte africana si basa su oggetti raccolti all'incirca fra il 1850 e i primi decenni del nostro secolo, conservati in musei pubblici o collezioni private.

Nei confronti dell'arte africana si rilevano due diversi modi di prenderla in considerazione: il primo é di prenderne in considerazione i prodotti come 'arte pura’, la cui qualità estetica può essere attestata secondo i parametri usati per l'arte europea, senza fare riferimento alla cultura da cui sono scaturiti. Il secondo é quello di non considerarli oggetti artistici, ma oggetti creati a scopo utilitaristico da artigiani appartenenti a comunità barbariche prive di qualunque intento estetico.

I primi a prendere in considerazione i prodotti africani e le maschere in particolare come oggetti artistici sono stati alcuni pittori francesi che, tra la fine dell'800 e i primi anni del 900, cominciarono a collezionarle in quanto trovavano che corrispondessero ai loro ideali estetici.

Tali pittori, appartenenti alla corrente artistica denominata fauvismo, usavano colori puri violentemente contrastanti e deformavano il reale ricercando una primitiva immediatezza di espressione.

L'atteggiamento prevalente rispetto ai prodotti artistici africani é stato comunque quello di portarli in Europa poco più che come souvenir in quanto oggetti che destavano una forte curiosità.

Gli oggetti di avorio e d'oro avevano inoltre un evidente valore economico.

Spesso, quelli d'oro sono stati fusi, o le parti d'oro che componevano sculture con base lignea, strappate via dall'oggetto originario per recuperare il valore commerciale del metallo.

Tra i prodotti artistici di riconosciuto valore estetico vi sono quelli provenienti da una regione dell'Africa occidentale, il Benin.

Tali prodotti sono stati importati in Europa dagli inglesi dopo il 1897. Avori e legni scolpiti, maschere e bronzi costituiscono una produzione assai singolare nel panorama dell'arte africana.

La maggior parte di questi oggetti si trova oggi al Museo Britannico di Londra, ma qualcuno é anche conservato al Museo Etnografico del Laterano.

I rilievi in bronzo del Benin mostrano una straordinaria abilità nella lavorazione del metallo e molto si é discusso se la loro fattura fosse spiegabile con l'influsso portoghese o meno.

Molti studiosi sostengono che l'arte di fondere il bronzo deve essere penetrata nella regione del Benin molto prima dell'arrivo dei portoghesi, e che le caratteristiche di stile dell'arte del Benin sono fondamentalmente dei neri.

La spiegazione più probabile é che le tecniche di lavorazione del bronzo siano state acquisite attraverso l'influsso di popolazioni indigene che in un passato lontano erano state in contatto con la civiltà egiziana.

La più grande varietà di espressione dell'arte negra si trova nella produzione di maschere rituali. Dalle più realistiche (che impiegano peli di scimmia o anche peli o capelli umani per accentuare la verosimiglianza) a quelle puramente architettoniche o non realistiche; da quelle gigantesche a quelle piccole indossate da donne e bambini durante le danze rituali.

Alcune, legate a valenze religiose, sono meticolosamente intarsiate e passano di generazione in generazione; altre, fatte per essere indossate in un'unica cerimonia impiegano legno morbido e sono colorate in modo vistoso e grossolano. L'uso delle maschere é vario quanto la loro foggia e il materiale di cui sono fatte (legno, vimini, paglia, tessuto, avorio, ecc).

Come si é detto, l'arte dei neri non é solo legata a motivi rituali e religiosi. La creatività e la competenza artistica delle popolazioni africane si manifesta anche negli oggetti di uso comune e quotidiano oltre che negli oggetti di decorazione.