Tema
La Guerra: spietata lotta tra individui




Il termine “guerra” ha sempre fatto parte del vocabolario umano: mentre in passato esso era inteso come una pura reazione istintiva dell’uomo sull’altro uomo, come estremo atto di difesa della libertà, della patria, ecc., con l’andare dei secoli esso si è trasformato in un componente basilare della stessa storia umana.

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La Guerra: spietata lotta tra individui

Soprattutto il secolo scorso è stato simbolo di questa spietata lotta tra gli individui per la realizzazione di determinati accordi di potere.

Le innumerevoli guerre che hanno costellato il Novecento hanno evidenziato nell’uomo tutti gli aspetti più perversi e deteriori e hanno mostrato, e mostrano, come egli abbia perso quel “raziocinio” che nel mondo animale gli aveva fatto occupare il primo posto nella scala gerarchica delle bestie.

Non si può fare a meno, infatti, parlando di guerra di parlare di un ritorno agli istinti bestiali, primitivi che giorno dopo giorno prendono sempre più il sopravvento sulle buone maniere civili.

L’articolo 11 della Costituzione Italiana, emanata nel 1948, recita così: ”L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Questa Carta Costituzionale è stata emanata da quello stesso uomo che ha praticato il male ma ha sentito anche il bisogno di darsi delle leggi che, regolando i rapporti tra simili, dovrebbero assicurarne una buona convivenza civile.

Cos’è allora che non va?
Sono il potere e l’interesse economico che rendono l’uomo una belva assetata di sangue: nel momento stesso in cui si rende conto che in questo modo può conseguire i suoi scopi perde ogni scrupolo e calpesta dignità e libertà altrui.

Se ci fermiamo a considerare tutta la storia dell’umanità possiamo notare come essa sia quasi un mosaico ininterrotto di guerre; non importa chi siano stati gli avversari o i territori contesi o le cause che le hanno scatenate, tutte hanno avuto la stessa conclusione: non ci sono stati né vinti né vincitori.

Al di là dei congressi, delle spartizioni e delle occupazioni conseguenti ai periodi di pace tutti i popoli coinvolti ne hanno riportato gravi conseguenze: lutto causato dai morti, tra i consanguinei, tra gli amici, tra i vicini; distruzione nelle città, di abitazioni e di patrimonio architettonico, e carestia nelle campagne; disoccupazione e riconversione delle industrie e dell’ economia; reinserimento dei reduci tra la popolazione civile, etc.

In seguito ai nuovi tipi di armi usate negli ultimi conflitti, poi, gravi conseguenze ricadono sulla salute anche delle generazioni future e sulla ricrescita del patrimonio ambientale distrutto.

Albert Einstein affermava che di certo una quarta guerra mondiale, qualunque sarebbero le armi usate per la terza, si potrebbe combattere solo con la clava. In fondo se non è ancora scoppiata la terza guerra mondiale è solo perché si è certi che questa prevederebbe la totale estinzione del genere umano!

La crudeltà e l’efferatezza della guerra, tuttavia, permangono in diverse parti della terra perché numerosissimi sono attualmente i focolai di guerra, in Algeria, in Ruanda, nell’Europa dell’ Est, nel Congo, ecc.

Eppure pensiamo ad essa come a qualcosa di lontano, perché l’ultima generazione non ha vissuto l’orrore della guerra, se si eccettuano quei soldati che hanno fatto parte dei corpi di pace in Libano, in Somalia o in Jugoslavia, e sempre più labile diviene il ricordo degli orrori nazisti dell’ultima Grande Guerra, anche se un movimento d’opinione pubblica sempre più vasto sta cercando di evitare che i sei milioni di morti ebrei dei lager non vengano dimenticati, così come tutti quegli sconosciuti che avevano la sola colpa di non appartenere alla razza ariana.

Uno degli ultimi giganti pacifisti del millennio passato è stato Giovanni Paolo II che, sullo scorcio di fine secolo, ha mosso importanti pedine sullo scacchiere della diplomazia mondiale compiendo continui viaggi apostolici in tutte le parti della terra, stringendo la mano ai tradizionali nemici della Chiesa e issando ovunque la bandiera gialla della pace.