Tema
Internet e Comunicazioni

Da quando l’uomo ha iniziato a pensare e a vivere in “società”, per quanto primitive, comunicare è sempre stato per lui di primaria importanza.

Certo all’inizio gli sarà stato utile poter far capire agli altri quali erano i limiti del suo territorio, o che aveva bisogno di aiuto per cacciare o di una compagna, ma poi, con la formazione delle tribù o dei clan sarà stato necessario comunicare concetti ben più complessi.

Si può dire, infatti, che l’uomo si distingua dagli altri animali proprio per la capacità di comunicare ai suoi simili concetti complessi attraverso un linguaggio in continua evoluzione.

Quando i territori occupati dagli uomini si estesero ci fu, quindi, bisogno di mezzi di comunicazione “a distanza”, come i tamburi o i segnali di fumo, tanto cari agli indiani; questi subirono numerose evoluzioni, di pari passo con il progresso.

Anzi, si può affermare che i mezzi di comunicazione siano gli indizi più evidenti del progresso di una civiltà.

Con lo svilupparsi dei traffici commerciali fu necessario ideare sistemi di segnalazione per le navi e per gli stranieri, segnali chiari e comprensibili a tutti, come il codice Morse, che ha salvato molte vite in mare, in terra e in cielo, specie nei primi cinquanta anni di questo secolo.

Dall’invenzione del telegrafo a quella del telefono il passo è stato breve: allora veramente gli uomini credettero di aver abbattuto ogni possibile divisione tra di loro, potendo comunicare in tempi brevissimi da un capo all’altro del mondo civile. Da allora le telecomunicazioni hanno subito uno sviluppo incredibile che non si arresta ancora.

Per non parlare poi dei computers, che dagli anni Cinquanta in poi hanno cambiato l’immagine della nostra società ed il concetto stesso di comunicazione a distanza.

Quando l’informatica e le telecomunicazioni si sono collegati, dando origine alla telematica, è iniziata la rivoluzione nella diffusione delle informazioni.

La telematica, infatti, consente ad ogni utente di personal computer di accedere a banche dati esterne e ai sistemi di elaborazione di tutto il mondo.

L’ultima evoluzione del concetto di comunicazione è avvenuta intorno agli anni Sessanta: si tratta di Internet.

Nata per scopi bellici, è stata ben presto utilizzata dagli accademici per scambiarsi informazioni e saperi di ogni genere da un capo all’altro del mondo, rimanendo, tuttavia, quasi in sordina, appannaggio di pochi privilegiati.

Sul finire degli anni Ottanta essa ha cominciato a diffondersi in tutto il mondo grazie alla creazione della “ragnatela” informatica, con la quale tutti i computers potevano collegarsi tra di loro, creando una immensa banca dati a cui tutti gli utenti potevano accedere.

In questi ultimi anni “navigare” in rete è diventato di moda, grazie ai sistemi di accesso immediato messi a punto dai ricercatori: oggi Internet è “il grande fratello” dell’ informazione, un regno nel quale si può accedere a riviste e giornali elettronici, a pagine di cultura, di intrattenimento, a siti specializzati negli argomenti più disparati.

Attraverso i servizi di vendita a distanza, inoltre, si può acquistare qualsiasi oggetto (anche le armi da guerra) come si fa ancora adesso con gli antiquati cataloghi di vendita per corrispondenza.

Internet ha veramente abbattuto le barriere economiche, fisiche e culturali che dividono i paesi del mondo (quelli, ovviamente, dove arriva la corrente elettrica e dove vi siano cavi del telefono) e sembra lo strumento più efficace per realizzare il “villaggio globale”, in cui tutti sanno tutto di tutti.

Ovviamente, però, come tutte le medaglie anche Internet ha il suo risvolto negativo: in primo luogo come garantire la sicurezza delle informazioni contenute?

Come impedire che qualche virus informatico si diffonda in rete “infettando” tutte le memorie dei “servers” collegati?

E come impedire la diffusione di materiale “eticamente” dannoso per alcune fasce di utenze?

Come tutti sappiamo, infatti, un gran numero di “navigatori” è formato da adolescenti e bambini, ormai espertissimi nell’utilizzo dei computers.

Ebbene, Internet è costellata di pagine “pericolose” in cui si diffondono immagini e messaggi che sarebbe bene che questo tipo di utenti non vedesse: sto parlando dei siti specializzati in materiale pornografico, spesso di tipo pedofilo; di siti in cui si incita alla superiorità razziale, alla violenza, al satanismo, alle esperienze “pericolose”.

Spesso, giovani utenti accedono a queste pagine involontariamente, restandone, inevitabilmente, “segnati” nella psiche, visto che le immagini si imprimono, spesso indelebilmente, nelle menti degli adolescenti, naturalmente soggetti alle influenze esterne.

Come per ogni strumento del progresso anche per Internet l’uomo deve rimanere soggetto, protagonista e, in quanto essere pensante e razionale, può e deve avere la capacità di gestire Internet senza lasciarsene condizionare o “distruggere” nella sua individualità.