Tema
Scrivi un racconto nel futuro

5 Maggio 2092

Ciao bellissima! Come te la spassi? A me non va troppo bene.
Sono appena tornata da un’avventura a dir poco fantastica, ma tristissima. Hai presente il DR Paladetti?
Ma sì, quello che vive ancora come se fossimo ancora negli anni ’90.
Bè, è stato lui che mi ha fatto vivere quest’indimenticabile esperienza.
Ora ti spiego tutto.

Stavo comunicando via Internet al Municipio (che, fra parentesi, adesso non è più a Parigi, ma si è spostato a Zurigo) di mandarmi il passaporto per andare a trovare Diego a Bologna, quando Paladetti si è agganciato alla comunicazione.

Ho dovuto parlare con la voce, perché lui diceva che era più comodo.

Mi ha chiesto se volevo andare a fare con lui una visitina al passato, negli anni ’90.

Mi sono subito incuriosita ed il giorno dopo siamo partiti.

Ci è bastato sederci su delle sedie particolari e chiudere gli occhi. Il viaggio è durato molto, se si pensa alla velocità delle nostre navette.

Ho potuto notare che più ci avvicinavamo al 1996 e più viaggiavamo lentamente.

Paladetti mi ha detto che in quegli anni gli uomini non erano ancora capaci di manovrare il tempo a loro piacimento e che questo andava lentissimo, mentre i loro ritmi di vita erano frenetici.

Siamo atterrati in quella che era la loro Milano.

Sono rimasta stupefatta: pensa, ho ammirato per la prima volta nella mia vita il colore del cielo: è azzurro.

E poi ho visto il sole, le nuvole, gli uccellini e gli alberi.

Le auto formavano code ai semafori di appena qualche centinaio di metri e le persone non usavano la mascherina antigas della D&G.

Sicuramente starai pensando che la usavano di un’altra marca meno pregiata... invece no.

Non la usavano affatto! Riuscivano a respirare benissimo anche senza: probabilmente esisteva ancora l’aria...

Siamo stati in metropolitana: mamma mia come era scomoda! Si stava tutti in piedi, appiccicati l’uno all’altro e per di più era lentissima.

Abbiamo poi deciso di andare a San Remo, dato che era tempo di Festival.

Eh si, c’era già a quei tempi! Ma non è servito il passaporto, perché non ci sono stati i controlli di dogana né per uscire da Milano né per superare il Po ed entrare in Liguria.

Allora l’Italia era ancora tutta unita. Ma pensa te che bello.

Una volta arrivati abbiamo notato che i fiori che usavano erano veri, colorati e profumati. Prova ad indovinare chi presentava già allora? Baudo. Ma il loro Baudo era con i pochi capelli neri e senza barba. Che uomo in confronto al quasi centenario calvo e barbone che abbiamo qui nel 2050. Nel 1996 ha vinto un certo Ron.

Ma non è questo che importa più di tanto. La cosa stranissima è che esistevano persone che cantavano perché gli piaceva la musica (o al massimo per fare soldi) e non perché erano uomini dello Stato che usavano come testo delle canzoni i loro programmi politici!

I cantanti di allora erano pure bravi: altro che l’ultimo brano che è uscito qui da noi! Quella si che era musica. E già che siamo in questo argomento ti voglio far venire il nervoso: ho comprato i primi album degli Articolo 31 e di Eros. E originali.

Ci siamo poi spostati verso il Sud della penisola, ma che fatica! Dovevi trascorrere ore e ore nelle caldissime auto dell’epoca, ma quando si arrivava a destinazione la felicità era grandissima.

Una cosa bellissima che ho visto è il mare e lì ho fatto il bagno senza bisogno di alcuna protezione particolare.

Il sole non procurava ustioni gravissime come oggi: negli anni ’90 era sufficiente spalmarsi una crema solare.

Nel mare l’acqua era di mille colori stupendi e dentro non c’erano mostri come ci sono oggi nelle nostre specie di vasche artificiali. Paladetti mi ha riferito che i nostri mostri si stavano creando proprio in quegli anni come risposta alle esplosioni nucleari nel fondo degli oceani.

Poco dopo siamo scesi ancora di più lungo la penisola italiana e siamo giunti a Roma. Che città fantastica che era.

Le opere d’arte erano conservate tantissimo e meglio che si poteva ed erano ancora tutte italiane.

Il Colosseo era ancora nella città: arrivarono successivamente i Francesi che lo smontarono pezzo per pezzo e lo rimontarono nei pressi di Parigi.

In quegli anni la popolazione si stava preparando per il Giubileo del 2000 e molti reperti archeologici erano in ristrutturazione e quindi non ti so dire niente di più.

Per concludere la nostra gita siamo andati a Venezia con il treno. Ecco, questo era un mezzo di trasporto abbastanza comodo.
Questa città non era ancora affondata anche se era già molto rovinata.

Poi siamo dovuti ritornare qui, nel presente.

Quest’esperienza mi ha fatto riflettere tantissimo.

Perché i nostri antenati non hanno cercato di mantenere il loro bel mondo?

Perché lo hanno rovinato in tutti i modi possibili?

La gente allora non era cattiva come oggi, anche se si stava avviando a diventarlo.

C’era ancora qualcuno che credeva nella generosità, nella fratellanza e di odio ce n’era ancora poco in confronto ad oggi.

Come mai le persone sono così peggiorate?

Ora do ragione alla mamma quando dice che ha tanta nostalgia degli anni ’90.

Bisogna essere in tantissimi per cercare di migliorare il mondo almeno adesso, dato che i nostri predecessori non lo hanno fatto in tempo.

Dobbiamo farlo, è un nostro dovere, affinché le popolazioni del futuro non si trovino in una situazione peggiore della nostra.

Non lo credi anche tu?

Bacioni virtuali

tua Federica