Tema
La Tecnologia e i Social

Fino alla creazione di Internet per l'uomo non era mai stato possibile comunicare così velocemente tra una tale moltitudine di esseri umani.

Le possibilità che abbiamo sono letteralmente infinite e aprono le porte ad un nuovo modo di pensare, imparare, insegnare, conoscere, guardare, ascoltare, comunicare.

Mentre prima dell’invenzione della radio e della televisione era possibile avere dei pensieri su un certo argomento, sicuramente non sapevamo minimamente cosa ne pensassero le altre persone al di fuori del nostro paesino,adesso le tecnologie dell’ultimo secolo, in particolare i social, ci permettono di abbattere questa barriera e ci consentono di andare oltre coloro che normalmente frequentiamo.

Possiamo esprimerci attraverso i post, commentare un articolo, dire la nostra su un video, ci fanno confrontare con chi la pensa diversamente da noi: in pratica ci permettono di dialogare con persone che hanno età diverse dalle nostre, che vivono lontani da noi, che hanno esperienze di vita completamente diverse dalle nostre e tutto ciò avviene così velocemente da dare l’illusione dell’ubiquità: chi è a Roma, può chattare con chi è a Torino e con chi è a Los Angeles. 

Ma quando noi scriviamo un nostro pensiero, un concetto, un'opinione come vengono trattati da internet?

Ogni carattere che scriviamo viene convertito in 0 o 1 e questi simboli quasi mai seguono un tragitto trasparente o al sicuro da sguardi indiscreti: perché avvenga la comunicazione tra Roma e Torino è possibile che gli 1 e gli 0 debbano transitare da Londra. Questi 0 e 1 sono i nostri pensieri, facilmente leggibili da chi ci fornisce il mezzo comunicativo.

Il detentore del social network ha infatti pieno accesso ai messaggi di miliardi di persone.

Un semplice messaggio privato, una foto in cui si immortalano i nostri cari, un "mi piace" alla pagina di un cantante, di un politico, passano per i data center del detentore del social network, che avrà pieno accesso ai nostri messaggi personali.

Nelle migliaia e migliaia di server sono custoditi i nostri profili virtuali, che vengono analizzati ed elaborati con sistemi di apprendimento automatico (machine-learning) e intelligenza artificiale, senza il consenso degli utenti o con un consenso accettato si, ma non compreso il che, in situazioni non digitali, farebbe sorgere diversi dubbi sulla validità del suddetto consenso.

Chi ha accesso ai dati può letteralmente leggere il presente e correggere il futuro.

Può sapere quante persone sono felici e quante tristi in un dato momento. Può anche decidere di bloccare tutte le notizie tristi, rendendo le nostre giornate genuinamente felici!

Per mezzo della statistica può riconoscere la composizione media o ideale di alcuni profili stabilendo qual'è il profilo ideale per i compratori di lavatrici, o i potenziali elettori di un candidato, o magari quali persone possiedono caratteri sovversivi o politicamente scomodi. 

Spesso gli utenti poco avvezzi all’informatica fraintendono il concetto di privacy, legato al vecchio mondo analogico, fatto di carta e molto più lento, da quello dell’onniscienza, che rappresenta molto meglio ciò che di loro si sa: tutto.

E così, mentre comunichiamo i nostri pensieri da Roma a Torino, passando per Londra, tanti 1 e 0 vengono creati e viaggiano sul rame e sulla fibra ottica.

Questo processo è purtroppo a senso unico: poche persone (molto ricche) sanno tutto della maggior parte delle altre persone (molto più povere di loro).

L’informatica, nonostante venga da molti vista come ‘il computer’ o ‘il telefono’ è in realtà la scienza dell’informazione e le nostre informazioni sono il prezzo con cui paghiamo i social che così non sono gratis!.