Oscar Wilde
Lusignolo e la Rosa

Nel racconto L’USIGNOLO E LA ROSA, l’autore svela un suo lato romantico, parzialmente dimostrato negli altri brani da lui redatti.

Spesso, e in particolar modo negli attimi di maggior tensione, il narratore esprime, attraverso le parole dell’Usignolo, quanto sia bello ed appassionante l’amore tra due persone, tanto forte da spingere un essere ad uccidersi pur di farne nascere uno nuovo.

Il racconto, molto carico di sentimenti, è, rispetto ad altri, molto breve, ma contemporaneamente anche molto coinvolgente.

La storia incomincia in Medias Res, non vi è, infatti, un preambolo che ci introduca lentamente all’interno della vicenda, ma, in seguito, il narratore utilizza il flashback per rendere nota, al lettore, la causa della disperazione dello studente.

Il protagonista, e martire, della storia è l’Usignolo, un dolce volatile che, colpito dalla forza dell’amore che affliggeva il giovane studente, sacrificò la sua vita.

L’usignolo viene presentato dai suoi amici vegetali e animali che decantano le sue lodi al momento della tragica scelta.

Questo personaggio è l’immagine speculare del narratore, infatti, in lui vengono riassunte tutte le caratteristiche proprie di Oscar Wilde: il romanticismo, dimostrato nelle sue azioni e l’intelligenza, espressa con i suoi discorsi.

Molto probabilmente il narratore ha scelto proprio questo animale, non solo per il suo romantico e melodioso canto, ma anche perché è abitudine dell’Usignolo cantare le sue storie dal tramonto fino al calare del sole, proprio come venne chiesto all’Usignolo del brano in questione.

Un altro personaggio del racconto è lo studente, è per lui che l’Usignolo ha sacrificato invano la sua vita. Entrambi sono personaggi positivi, entrambi traditi da un sentimento strano come quello dell’amore; possiamo capire la positività dei due da un particolare, molto importante per il narratore, che è l’intelligenza, dimostrata in tutti i discorsi e le descrizioni dell’Usignolo e dello studente.

Parlando di loro, o attraverso loro, Wilde trasforma il suo stile da tradizionale ad aulico, e tutto il testo viene arricchito da aggettivi molto ricercati ed estremamente adatti alla situazione, tutti legati alla sfera della brillantezza, lucentezza e colore, ma sempre in modo molto delicato e raffinato.

La ragazza che rifiuta l’invito del giovane studente e denigra la sua professione, momentaneamente non retribuibile, serve a valorizzare il punto di vista del narratore che la fa, in questo modo, apparire come un personaggio negativo e spregevole, che non riesce ad apprezzare un gesto dolce come il dono di una rosa rossa, simbolo dell’amore provato dallo studente. L’amore, che è anche uno dei temi principali della narrazione accanto al sacrificio; sul finale viene ritenuto una cosa spregevole con la decisione drastica, piena di delusione, presa dallo studente.

In questo brano non sono rintracciabili le funzioni di Propp, forse a causa della sfasatura che il narratore crea tra fabula e intreccio. Il personaggio del giovane studente ha una caratterizzazione culturale, infatti, il narratore non ci descrive il suo aspetto fisico, bensì la sua intelligenza, sia dal modo con cui lo chiama, che dal tono aulico che utilizza nelle sue discussioni e dalla profondità dei pensieri da lui espressi. Il narratore è chiaramente onnisciente, dato che conosce bene tutti i pensieri dei personaggi della vicenda.

La conclusione del racconto è, come in quasi tutte le opere di Wilde, estremamente rivoluzionaria, e allo stesso tempo crea quasi una disillusione nel lettore che sia spetta il classico colpo di scena, dove l’amore ha il sopravvento e vince su tutto il denaro del mondo; ma non è così per Wilde che dimostra, anche in questa occasione, di saper trovare sempre idee originali per concludere i suoi racconti.