I Pianeti del Sistema Solare

I Pianeti del Sistema Solare

Mercurio

Mercurio è il pianeta più piccolo del sistema solare e il più vicino al Sole. Ha un diametro di poco più di 5.000 chilometri.

E' difficile osservarlo dalla Terra perché è in una posizione che ci costringe sempre ad osservarlo abbagliati dal Sole.

A seconda dei periodi dell'anno appare al mattino o alla sera, tanto che gli astronomi antichi avevano pensato che si trattassero di due pianeti diversi: Mercurio e Apollo.

Un tempo si pensava che il pianeta mostrasse al Sole sempre la stessa faccia e che perciò la sua superficie fosse per metà coperta da ghiacci e tenebre e per metà fosse calda.

Successivamente, si è scoperto che non è così. E' stato grazie alle fotografie e alle informazioni inviateci nel 1974 dalla sonda Mariner 10 che oggi abbiamo una conoscenza più dettagliata.

Come la Terra, anche Mercurio possiede un nucleo molto pesante, probabilmente composto da ferro e nichel, mentre la superficie è composta da altre rocce più leggere ed è cosparsa da numerosi crateri.

Questi sono stati causati dai numerosi impatti di meteoriti che, 4 miliardi e mezzo di anni fa, quando il sistema solare si stava formando, erano molto frequenti.

La "ferita" più grossa è il bacino di Caloris, un gigantesco cratere dal diametro di circa 1.400 chilometri, attorniato da grandi montagne, che testimonia un antico gigantesco impatto che deve avere rivoluzionato la conformazione del pianeta innestando terremoti e processi vulcanici. 

Venere

Il pianeta Venere è l'oggetto più brillante del cielo, dopo Sole e Luna, e appare al mattino e al tramonto, tanto che gli antichi l'avevano soprannominato "stella del mattino" e "stella della sera". Il moto di rotazione del pianeta avviene in senso opposto a quello di tutti gli altri pianeti del sistema solare.

Le prime osservazioni al telescopio avevano rilevato la presenza di fitte nubi, suscitando immediatamente le fantasie che Venere, come la Terra, potesse essere abitata da esseri viventi.

Le numerose informazioni raccolte dalle sonde che hanno esplorato il pianeta hanno mostrato che il pianeta è tutt'altro che abitabile.

Le prime informazioni sono arrivate nel 1962 dalla sonda americana Mariner 2, seguite da quelle più dettagliate delle missioni sovietiche Venere.

Il pianeta è un deserto rovente con una temperatura di circa 500 gradi. Il giorno dura 4 mesi e altrettanto tempo dura la notte.

L'atmosfera è composta per il 95% da anidride carbonica.

Enormi lampi squarciano continuamente il cielo mentre si riversano calde piogge di acido solforico. Le nubi roventi si spostano alla velocità di quasi 400 chilometri all'ora sospinte dai forti venti. In queste condizioni è molto difficile resistere sulla superficie venusiana anche per una sonda.

Nel 1972 la sonda Venere 8 è riuscita ad atterrare sul pianeta resistendo per 50 minuti.

Le prime immagini in bianco e nero del suolo roccioso ci sono giunte nel 1975 dalle sonde Venere 9 e 10, mentre Venere 13 e 14, nel 1982 ci hanno inviato le prime foto a colori delle rocce di color ruggine e giallastre. 

L’esplorazione di Venere

Nel 1961 viene lanciata verso Venere dall'Unione Sovietica la sonda Venere 1 che non riesce a raggiungere l'obiettivo. La stessa sorte tocca, poco dopo anche alla sonda americana Mariner 1.

L'anno successivo Mariner 2 si avvicina al pianeta e lo fotografa, mentre Venere 4 cerca di scendere sulla superficie ma si interrompono le trasmissioni.

Nel 1972 Venere 8 atterra e resiste soltanto 50 minuti alle infernali condizioni atmosferiche venusiane. Nel 1974 il pianeta è sorvolato da Mariner 10 che, successivamente si dirige verso Mercurio.

Nel 1975 Venere 9 e 10 scendono sul pianeta e ci inviano le prime foto della superficie.

Nel 1978 gli americani inviano due sonde, Pioneer Venus 1 e 2, con lo scopo di ottenere una mappa del pianeta. Le prime foto a colori del suolo arrivano soltanto nel 1982 Venere 13 e 14.

La Terra

La Terra ha una forma sferica leggermente schiacciata ai poli. Ha un diametro di 12.400 chilometri.

Gira su se stessa in 23 ore e 56 minuti e descrive un'orbita intorno al Sole in 365 giorni, 6 ore e 9 minuti, percorrendo 940 milioni di chilometri alla velocità di 30 Km/sec. 

L'atmosfera è costituita prevalentemente da azoto (78%) e ossigeno (21%), mentre il resto (1%) comprende una miscela di gas rari.

Lo strato più prossimo alla crosta è la troposfera dove avvengono tutti i fenomeni atmosferici che conosciamo.

Sopra si trova la stratosfera, spessa 40 chilometri, che comprende una fascia di ozono che ripara la Terra dalle radiazioni ultraviolette provenienti dal Sole. Più in alto si incontrano la ionosfera, la mesosfera, la termosfera e la esosfera in cui l'aria è sempre più rarefatta.

Il centro del nostro pianeta, a 64.000 chilometri dalla crosta, è un nucleo molto denso, formato prevalentemente da ferro e nichel allo stato liquido, con una temperatura che si aggira sui 4.000 gradi. Risalendo verso la superficie, la temperatura diminuisce e il nucleo esterno diventa solido. Sopra il nucleo c'è il mantello, che si estende per circa 3.000 chilometri ed è formato da rocce ricche di silicio, magnesio e ferro. Tra il mantello e la crosta si trova una zona detta litosfera che è suddivisa in una serie di zolle in movimento, che causano il lento spostamento dei continenti. Caratteristica della crosta terrestre è la presenza dei mari, che coprono circa il 70% della superficie del pianeta e, per effetto dell'attrazione di Sole e Luna, sono soggetti al fenomeno delle maree. I mari sono attraversati da enormi masse d'acqua, le correnti, di vitale importanza per il clima e la vita, come la corrente del Golfo. 

Un'altra caratteristica della Terra è la presenza di un campo magnetico. Il nostro pianeta si comporta infatti come un'enorme calamita i cui poli magnetici corrispondono approssimativamente a quelli del Polo Nord e Sud. La causa di questo fenomeno è da ricercarsi nel flusso di calore del nucleo fuso che produce correnti elettriche analoghe a quelle di un elettrocalamita.

La Luna

La Luna è un satellite piuttosto piccolo che gira intorno alla Terra in circa 27 giorni.

Nel percorrere la sua orbita ci mostra sempre la stessa faccia poiché la rotazione intorno al proprio asse e la rivoluzione intorno alla Terra hanno lo stesso tempo. Ha un raggio di 3.474 chilometri e una massa che è di 1/81 quella terrestre. La sua gravità è molto bassa: un grave che sulla Terra pesa un chilogrammo sulla Luna pesa soltanto 164 grammi. 

Il paesaggio lunare si presenta con i caratteristici mari, così chiamati perché sono superfici levigate e scure che sembrano liquidi, probabilmente derivati da antiche eruzioni vulcaniche.

I monti sono molto alti rispetto a quelli terrestri, perché manca l'erosione. La superficie è cosparsa di innumerevoli crateri nati al tempo della formazione del sistema solare, 4 miliardi e mezzo di anni fa, quando per circa 500.000 anni, su tutti i pianeti del nostro sistema ci fu un grande pioggia di frammenti cosmici.

Questi crateri hanno delle dimensioni che vanno dagli 800 chilometri di diametro del Bacino Orientale ai pochi centimetri.

I segni di quelle collisioni, sulla Luna sono rimasti inalterati. Da un punto di vista geologico, infatti, il nostro satellite è un corpo completamente morto. Non c'è né acqua né atmosfera che possono modificarne la superficie. 

Per quanto riguarda la sua formazione, in passato si riteneva che la Luna si fosse staccata dalla Terra oppure che fosse un corpo vagante venuto da lontano rimasto imprigionato nell'orbita terrestre. Oggi sappiamo invece che la formazione del nostro satellite è sicuramente avvenuta in una regione cosmica non lontana dalla nostra, probabilmente in un'orbita simile all'attuale.

Le fasi lunari

La Luna compie una rotazione su se stessa, intorno al proprio asse, e una rivoluzione intorno alla Terra che a sua volta gira intorno al Sole. Vista dal nostro pianeta, come il Sole ed altri astri, compie un movimento apparente, perché è in realtà dovuto alla rotazione della Terra. Questo moto apparente determina il giorno lunare. 

Il nostro satellite è un corpo opaco e, come la Terra, ha sempre un emisfero illuminato dal Sole. Poiché il tempo di rotazione è pari a quello di rivoluzione, ci mostra sempre la stessa faccia, ora illuminata - completamente o in parte -, ora invisibile. I diversi aspetti con cui la Luna ci appare sono detti fasi. La lunazione si divide in 4 fasi di circa una settimana: novilunio, primo quarto, plenilunio, ultimo quarto. Il novilunio segna l'inizio del mese lunare e si ha quando la Luna si trova tra la Terra e il Sole. In questa fase è invisibile perché ci mostra la parte oscura. Si può vedere invece di giorno, illuminata dalla luce riflessa dalla Terra. 

Dopo circa 7 giorni e mezzo si ha il primo quarto, dopo altri 7 giorni il plenilunio e così via. 

Marte

Soprannominato il "pianeta rosso", per via del colore con cui si presenta, Marte dista dalla Terra 55 milioni di chilometri, quando si trova nella posizione di minore distanza. Possiede due satelliti molto piccoli, Fobos e Deimos, con un diametro rispettivamente di 16 e 8 chilometri. 

Nel 1877, l'astronomo italiano Schiaparelli, notò sulla sua superficie una serie di solchi che chiamò "canali". Questo termine fu tradotto in inglese con il termine canal, connesso a una costruzione artificiale, il che alimentò le fantasie sull'ipotetica esistenza dei marziani. A conferma di questa supposizione c'era anche il fatto che sul pianeta, in certi periodi, compaiono ai poli delle calotte di ghiaccio, che indicano la presenza di acqua. Negli anni '50 la psicosi dei marziani, soprattutto negli Stati Uniti, era un fenomeno sociale abbastanza diffuso. 
Nel 1965 la sonda americana Mariner 4 si è per la prima volta avvicinata a Marte inviando fotografie e scoprendo una superficie desolata e piena di crateri. Nel 1972 Mariner 9 ha raggiunto il pianeta durante una terribile tempesta di sabbia che ha impedito di scattare foto nitide per circa un mese e mezzo. Cessate le perturbazioni, le immagini inviate hanno rivelato la presenza di vulcani di proporzioni gigantesche, come il monte Olympus, alto 17.000 metri, con un diametro di 500 chilometri, e il grande Canyon, profondo 6.000 metri e lungo 5.000 chilometri. Questo enorme solco farebbe ipotizzare che sul pianeta un tempo erano presenti dei fiumi. L'acqua, successivamente, potrebbe essere scomparsa nel sottosuolo e ritirata nelle calotte polari. L'atmosfera, invece, a causa della scarsa gravità, probabilmente non fu trattenuta a lungo e la maggior parte dei gas si devono essere dispersi nello spazio. 

L'esplorazione di Marte

Dopo il fallimento delle missioni Mars 1 dei sovietici, e Mariner 3 degli americani, nel 1965 Mariner 4 si è avvicinata al pianeta rosso scattando le prime fotografie. Le sonde Mariner 6 e 7, nello stesso anno, ci hanno inviato altre immagini. Nel 1972, mentre Mariner 8 fallisce, Mariner 9 entra nell'orbita marziana ma le foto della superficie non mostrano nulla. E' in atto una tremenda tempesta di sabbia che oscura tutto il pianeta. Finalmente, dopo più di un mese, la tempesta si placa e vengono scattate oltre 7.000 fotografie. Nel 1976 è la volta delle missioni Viking 1 e 2 che prevedono la discesa di due moduli sul pianeta i Lander. Questi moduli sono dei veri e propri robot-laboratorio in grado con le loro braccia meccaniche di prelevare campioni del suolo e analizzarli direttamente dal punto di vista chimico e biologico. Contemporaneamente una telecamera riprendeva il suolo a distanza ravvicinata.

Giove

Giove è il più grande pianeta del sistema solare, ha un diametro di circa 143.000 chilometri, 11 volte più grosso della Terra e, se fosse una sfera vuota, potrebbe contenere il nostro pianeta 1316 volte. Nonostante le dimensioni, il suo moto di rotazione avviene in meno di 10 ore. E' un pianeta gassoso, costituito per lo più da idrogeno ed elio, e si può considerare una stella mancata: se la sua massa fosse stata maggiore, si sarebbe sicuramente trasformato in un Sole. 

Caratteristica del pianeta è la cosiddetta Grande Macchia Rossa, osservata per la prima volta nel 1665. Si tratta di una specie di gigantesco uragano con enormi vortici di nubi e di gas. 
Come Saturno e Urano, anche Giove è circondato da un sottile anello costituito di frammenti rocciosi di colore rossastro, invisibile dalla Terra, che potrebbe risalire all'epoca di formazione del pianeta, oppure potrebbe testimoniare la disintegrazione di un corpo celeste catturato dal fortissimo campo gravitazionale del pianeta.
Attorno a Giove ruotano almeno 14 lune, tra cui Io, Europa, Ganimede e Callisto. Fu Galileo, nel 1610, il primo a scoprire che il pianeta possedeva 4 satelliti, battezzati pianeti medicei in onore di Cosimo II de' Medici. Le altre lune, sono state scoperte dalle sonde inviate con le missioni Pioneer e Voyager negli anni '70. 
Nell'estate del 1994 Giove è stato al centro di uno spettacolare evento cosmico: la cometa Shoemaker-Levy che, poco prima, passando troppo vicino alla sua orbita era stata disintegrata dall'eccessiva gravità, è precipitata sulla superficie del pianeta. I numerosi impatti dei frammenti hanno creato dei lividi simili a quelli della Grande Macchia e hanno fornito nuovi elementi sulla composizione del pianeta.

I satelliti di Giove

Dopo che Galileo, nel 1609, riuscì a osservare per la prima volta le quattro stelle medicee, le lune di Giove si sono moltiplicate con il passaggio delle sonde Voyager e oggi sappiamo che sono almeno 14. I quattro satelliti principali, però, sono gli unici ad essersi formati insieme al pianeta, mentre gli altri sono probabilmente finiti nel campo di attrazione in un secondo tempo. 
Callisto ha un diametro di quasi 5.000 chilometri ed è ricoperto da crateri. Sulla sua superficie è presente una regione chiamata Walhalla che consiste in una serie di cerchi concentrici luminosi. Probabilmente è il risultato di un antico impatto con un gigantesco meteorite che deve aver fatto fondere la crosta ghiacciata provocando una sorta di piccolo mare semifluido, di cui oggi sono visibili i resti ghiacciati.
Ganimede è il satellite più grande del sistema solare, con un diametro di oltre 5.000 chilometri. La sua superficie è caratterizzata dalla presenza di una complessa rete di solchi. Sul pianeta è inoltre presente una macchia scura di notevoli dimensioni che potrebbe essere la traccia di un'antica collisione con un enorme meteorite. 
Europa ha un diametro di circa 600.000 chilometri e ha una superficie coperta di ghiaccio, liscia e priva di crateri
Io è l'unico satellite del sistema solare che possiede dei vulcani attivi che eruttano lava sulla superficie. Ha un diametro di circa 3.500 chilometri. 

l'esplorazione di Giove

La prima sonda ad avvicinarsi al gigantesco pianeta è stata Pioneer 10 nel 1973, dopo circa 20 mesi di viaggio, passando a circa 130.000 chilometri dalla superficie. Nel 1974 arriva anche Pioneer 11. Ma è alle sonde Voyager 1 e 2, passate vicino al pianeta nel 1979, che si deve la maggior parte delle informazioni e delle fotografie che possediamo.

Saturno

Saturno è un pianeta affascinante, circondato da migliaia di sottili anelli. E' considerato il fratello minore di Giove a cui assomiglia per le gigantesche dimensioni e per la composizione gassosa, costituita prevalentemente da idrogeno ed elio. Compie una rivoluzione su se stesso in meno di 11 ore e impiega quasi 30 anni a compiere la sua rivoluzione intorno al Sole. Galileo, nel 1610, aveva notato che il pianeta possedeva delle strane escrescenze. Nel 1655, l'astronomo olandese Huygens scoprì che era circondato da anelli e individuò la presenza di un satellite, Titano. Successivamente, le sonde Voyager 1 e 2, nel 1980 e 1981, si avvicinarono al pianeta inviando migliaia di fotografie e rivelando la presenza di migliaia di sottilissimi anelli che formano un disco più o meno continuo di materia. Nel cielo di Saturno orbitano numerosi satelliti, almeno 17, tra cui Titano, la cui superficie è probabilmente coperta di metano liquido, è uno dei maggiori insieme a Rea, Giapeto, Dione, Teti, Febo, Iperione, Encelado e Mimas.

I satelliti di Saturno

Il passaggio delle sonde Voyager attorno a Saturno ha rivelato la presenza di ben 17 satelliti, sette in più di quelli allora conosciuti. Il più grosso, Titano, fu scoperto dall'astronomo olandese Huygens nel 1655 e ha un diametro di circa 5.000 chilometri, contro i 30 del più piccolo: 1980S28. Tra le altre lune si possono ricordare Titano, Febo, Giapeto, Iperione, Rea, Dione, Teti, Encelado e Mimas. Tutti i satelliti, tranne Febo hanno il periodo di rotazione uguale a quello di rivoluzione con il risultato di mostrare sempre la stessa faccia a Saturno. Tutti tranne Febo e Giapeto, inoltre, hanno un'orbita circolare attorno al piano equatoriale del pianeta. Quasi nessuno possiede un'atmosfera, tranne Titano

Titano

Titano è una gigantesca luna che orbita intorno a Saturno. Con un diametro di oltre 5.000 chilometri, è il secondo satellite più grosso del sistema solare dopo Ganimede. Visto al telescopio sembra ancora più grosso perché possiede una vasta atmosfera molto fitta. Caso unico nel sistema solare, la sua superficie è interamente ricoperta da uno strato liquido. Per comprendere la sua composizione, la NASA ha deciso di deviare la rotta della sonda Voyager 1 e di dirigerla verso Titano invece di farla proseguire nell'esplorazione del sistema solare. Nel 1980 la sonda è passata vicino al satellite, ma la fitta atmosfera non ha consentito di osservarne la superficie. Probabilmente è molto fredda, circa -180°, ed è composta da metano allo stato liquido che genera nubi con precipitazioni.

l'esplorazione di Saturno

La prima sonda ad avvicinarsi a Saturno è stata Pioneer 11 nel 1979, dopo aver sorvolato qualche anno prima i cieli di Giove. Successivamente, anche le sonde Voyager 1 e 2, rispettivamente nel 1980 e 1981, dopo un viaggio di 4 anni e dopo essere passate intorno a Giove, hanno raggiunto Saturno, scoprendo un complesso sistema di anelli e rivelando la presenza di nuovi satelliti. Mentre Voyager 2 ha poi continuato la sua missione, i tecnici della NASA hanno deciso di deviare Voyager 1 su Titano, il più grosso dei satelliti di Saturno. Così la sonda ha perso la possibilità di sfruttare l'orbita di Saturno per proseguire il suo viaggio di esplorazione del sistema solare.

Urano

Urano si presenta come un globo azzurro omogeneo con un'atmosfera probabilmente composta in prevalenza da elio e idrogeno. La sua superficie ha una temperatura molto fredda, di circa 185° gradi sotto lo zero. Con un diametro di 50.700 chilometri, è il terzo pianeta del sistema solare per grandezza. E' molto lontano dalla Terra e per questo motivo gli antichi non ne conoscevano l'esistenza. Fu individuato nel 1781 dal tedesco Herschel che inizialmente lo aveva scambiato per una cometa. La sua orbita è infatti molto ampia e, dopo essere stata calcolata, ha dimostrato che le dimensioni del sistema solare dovevano essere circa il doppio di quelle un tempo supposte. Il periodo di rivoluzione intorno al Sole di Urano è di 84 anni. Una particolarità è rappresentata dal fatto che il moto di rotazione su se stesso del pianeta non è perpendicolare al piano dell'orbita, per questo il giorno e la notte si alternano ogni 42 anni. I dati inviati dalla sonda Voyager hanno mostrato che il pianeta è circondato da numerosi anelli e che possiede alcuni satelliti tra cui Oberon, Titania, Umbriel, Ariel e Miranda. 

Nettuno

Nettuno, come Giove o Saturno, è un gigante gassoso, con un diametro di quasi 50.000 chilometri - 4 volte quello della Terra - e un periodo di rivoluzione intorno al Sole di 165 anni. Si presenta come un piccolo dischetto verde-bluastro, ma è lontanissimo dalla Terra ed è visibile soltanto con un potente telescopio. Si ritiene che le sue caratteristiche siano simili a quelle di Saturno e di Urano, con una composizione gassosa di idrogeno, elio e metano. Possiede degli anelli e un sistema di otto lune. Nereide, piccolissima, ha un diametro di appena 300 chilometri e la sua orbita è molto particolare: segue una traiettoria ellittica molto allungata, per cui la sua distanza da Nettuno varia dal milione e mezzo di chilometri, quando gli è vicino, ai 10 milioni di chilometri, nel punto di massima distanza, con una rivoluzione che dura circa 360 giorni. Tritone, invece, è un satellite molto grosso. Ha un diametro di 5.000 chilometri e impiega 6 giorni per completare il suo moto di rivoluzione. Caso unico tra tutti i satelliti del sistema solare, la direzione della sua orbita avviene in senso contrario a quella della rotazione del pianeta. Gli altri sei satelliti sono stati scoperti soltanto nel 1989 dalla sonda Voyager 2, che ha anche confermato la presenza degli anelli, sui quali prima esistevano molti dubbi. 

Come è stato scoperto Nettuno

Un tempo si riteneva che i pianeti del sistema solare fossero soltanto sette. Nettuno e Plutone, infatti, sono molto lontani da noi e si possono vedere solamente con telescopi molto potenti. 
La teoria e le leggi di Newton erano in grado di descrivere molto precisamente tutti i moti e le posizioni dei pianeti del sistema solare tranne l'orbita di Urano, che presentava delle strane anomalie. Nel 1843, uno studente inglese, J. C. Adams, per primo ipotizzò che le anomalie potessero essere causate dalla presenza di un pianeta sconosciuto che ne avrebbe perturbato l'orbita. Così, dopo avere calcolato le dimensioni e la posizione di questo ipotetico pianeta, puntò il cannocchiale nel cielo, ma non vide nulla, perché il suo telescopio non era abbastanza potente. Intanto, anche un altro giovane francese, U. Le Verrier, era giunto alle stesse conclusioni e aveva inviato i suoi calcoli all'osservatorio di Berlino, dove, con un'adeguata strumentazione, più o meno nella posizione prevista venne scoperto il nuovo pianeta: Nettuno. 

Plutone

Posto ai confini del nostro sistema solare, Plutone dista ben 6 miliardi di chilometri dal Sole e la sua temperatura è perciò bassissima, probabilmente abbastanza vicina allo zero assoluto. Si ritiene che la sua superficie sia ricoperta da uno strato di metano ghiacciato. La sua rivoluzione intorno al Sole avviene in 248 anni. Nel 1978, dall'analisi comparata di alcune fotografie, si è scoperto che Plutone non si presentava come una sfera perfetta, ma con una forma leggermente allungata, il che faceva ipotizzare la presenza di un satellite. Successivamente questo satellite è stato individuato, si chiama Caronte e rispetto al pianeta intorno al quale orbita è enorme: ha un diametro di circa 1.300 chilometri contro i più di 3.000 di Plutone e gli orbita vicinissimo, a una distanza di soli 20.000 chilometri.

Plutone è un pianeta nano orbitante nella parte esterna del sistema solare, nella fascia di Kuiper. Scoperto da Clyde Tombaugh nel 1930, è stato considerato per 76 anni il nono pianeta del sistema solare.

Dal 1992 il suo status di pianeta venne messo in discussione in seguito alla scoperta di diversi oggetti di dimensioni simili nella fascia di Kuiper.

La scoperta di Eris nel 2005, un pianeta nano del disco diffuso che è il 27% più massiccio di Plutone, ha portato l'Unione Astronomica Internazionale l'anno successivo a riconsiderare, dopo un acceso dibattito, la definizione di pianeta, e a riclassificare così Plutone come pianeta nano

Come è stato scoperto Plutone

Dopo la scoperta di Nettuno, l'orbita del pianeta, come anche quella di Urano, non avevano ancora trovato una completa spiegazione all'interno della teoria newtoniana. Le loro posizioni presentavano delle anomalie. Così, nei primi del novecento si suppose l'esistenza di un ulteriore pianeta sconosciuto, Plutone, per spiegare le perturbazioni riscontrate. Il pianeta, tuttavia, non si trovava. Uno dei più convinti sostenitori del programma di ricerca avviato fu l'astronomo americano Lowell, che non riuscì a individuarlo. Soltanto dopo la sua morte, nel 1930 C. W. Tombaugh individuò finalmente l'ultimo dei pianeti del nostro sistema solare.