Il Sole

Il Sole

Rispetto alle altre stelle il Sole è un astro di medie dimensioni, ma rispetto ai pianeti che orbitano intorno a lui è un vero gigante. Il suo diametro - di circa 1.400.000 chilometri - è più di 100 volte quello della Terra, mentre la sua massa è di 333.000 volte superiore. Il suo moto di rotazione su se stesso è di 27 giorni.

Contrariamente a quanto si pensa, il Sole non è quella palla gialla che siamo abituati a vedere, è più grande di circa 3 o 4 volte

. Durante le eclissi, infatti, quando la Luna si interpone tra la Terra e l'astro, si può scorgere un alone di luce azzurrastra, la corona solare.

Questa è misurabile attraverso uno strumento chiamato cronografo: si estende per più di 8 milioni di chilometri ed è una massa di materia incandescente, di forma irregolare, formata per lo più da elettroni.

La corona non è visibile in condizioni normali perché è annullata dalla troppa luminosità.

Penetrando all'interno del Sole, dopo la corona c'è la cronosfera, il guscio esterno, dove avvengono grandi movimenti.

Si tratta di enormi protuberanze e colonne di gas incandescente che si estendono anche per 500.000 chilometri di altezza. Sotto la cronosfera si trova la fotosfera, un involucro gassoso di colore rosso brillante. 

Perché il Sole risplende?

Il Sole è costituito per l'80% da idrogeno, per il 19% da elio e per l'1% da tutti gli altri elementi chimici. Come tutte le stelle, si comporta come una gigantesca bomba H: ad alimentarlo non sono le reazioni chimiche ma quelle nucleari.

Per l'enorme pressione interna, l'urto tra le particelle di idrogeno è di una tale intensità da innescare una fusione nucleare.

L'idrogeno si trasforma in questo modo in elio, liberando una quantità spaventosa di energia. La temperatura superficiale è di circa 6.000 gradi, mentre quella interna raggiunge i 15 milioni.

Questo meccanismo dura da 5 miliardi di anni ed è probabile che tenga in vita l'astro per altrettanto tempo. Poi come tutte le stelle, morirà.

Come tutti gli astri il Sole, emette anche energia non visibile sotto forma di radiazioni infrarosse, ultraviolette, onde radio a raggi X e un flusso di particelle chiamato vento solare.

Le macchie solari

E' stato Galileo il primo a osservare le macchie solari, quelle chiazze oscure che si trovano sulla superficie del Sole.

A quel tempo si riteneva che gli astri e i pianeti fossero delle sfere perfette e incorruttibili e si obiettò che non era possibile attribuire delle macchie al nostro astro, invocando come giustificazione la presenza di corpi celesti sconosciuti che si interponevano tra noi e la stella.

Attraverso l'osservazione al telescopio, successivamente, si scoprì che le macchie erano proprio sulla superficie solare e, attraverso queste si scoprì che l'astro ruota su se stesso ogni 27 giorni.

Nel 1801 l'astronomo Wilhelm Herschel avanzò la teoria che le macchie non fossero nubi, come qualcuno aveva ipotizzato, ma buchi nelle nubi.

Le macchie, infatti, non sono altro che delle regioni più fredde della fotosfera, con una temperatura di circa 4.500 gradi contro i 6.000 delle aree circostanti: la differenza di luminosità, per contrasto, le fa apparire scure.