La Mucca Pazza - Encefalopatia spongiforme

La Mucca Pazza
- Encefalopatia spongiforme -

L' ENCEFALOPATIA SPONGIFORME

La malattia, tristemente conosciuta come "morbo della mucca pazza", ha ormai spaventato a tal punto la popolazione italiana che i consumi e le vendite delle carni bovine sono diminuite del 70% e la preparazione delle stesse nelle mense scolastiche e' stata vietata.

Il 17 novembre 2000 il Consiglio dei ministri ha approvato delle misure di sicurezza per ridurre il rischio di contagio. Sono state deliberate, da parte del governo tre ordinanze e un decreto legge.

Le prime riguardano: il blocco dell'importazione di bovini vivi, di età superiore ai 18 mesi; il divieto d'importazione dalla Francia di tagli di carne con osso (una delle parti più pericolose per i rischi di contagio); e il divieto di somministrare ai capi farine di derivazione animale, composte da midollo e altri frammenti di parti molli di animali morti.

Il decreto prevede che: dal gennaio 2001 siano obbligatori test per garantire la qualità dei capi di età superiore ai 24 mesi; controllo a campione sugli animali considerati più a rischio; e gli animali, provenienti dalla Francia, già presenti nel nostro paese, verranno macellati prima che raggiungano i 18 mesi di vita e la loro carne, prima di essere venduta, verrà sottoposta a test specifici.

Il compito più difficile è quello di trovare i fondi necessari per finanziare i test che interesseranno ottocentomila capi per una spesa complessiva di centomila miliardi.

Il presidente del Consiglio Amato spiega che i costi possono riversarsi sul servizio sanitario nazionale per la parte di stanziamenti di cui dispone per la veterinaria.

Sempre in tema di sicurezza è stata pubblicata il 17 novembre 2000, sulla gazzetta ufficiale il decreto che prevede l'etichettatura delle carni bovine per l'identificazione dell'animale, paese di derivazione e numero di approvazione dell'impianto di macellazione e sezionamento.

Nel nostro paese non è stato registrato alcun caso di variante umana collegata al morbo della mucca pazza, gli unici due casi scoperti nei bovini sono stati identificati nel 1994 su capi d'importazione dal Regno Unito. Lo stesso anno è stata scoperta la nuova variante del virus e ancora non si ha alcun test diagnostico preventivo.

I morti intanto sono 88: 84 nel Regno Unito,3 in Francia e 1 in Irlanda. In Italia sono aumentati i decessi registrati in seguito alla forma classica della malattia ma questo incremento non è legato alla diffusione del virus ma solo ad un controllo più approfondito negli ospedali, quindi i malati erano già presenti in discreto numero prima della scoperta della malattia.

Purtroppo i tempi di incubazione della malattia sono molto lunghi e non si può prevedere cosa potrà accadere da qui a vent'anni. Si sta studiando anche la problematica relativa alle donazioni di sangue per vedere se esiste un rischio per i donatori che hanno soggiornato molto tempo nel Regno Unito, il sangue non è veicolo di trasmissione ma dato che la malattia è nuova si possono prendere precauzioni extra.

Intanto Chirac, presidente della repubblica francese afferma che chi fa seriamente i test sulla mucca pazza riesce ad imbattersi nei capi affetti dal morbo, queste parole sono rivolte al presidente del Consiglio Amato, poiché in Italia non sono stati ancora trovati animali malati.

E' innegabile: la Francia si sente sotto assedio perché, dopo la Spagna e l'Italia, l'Austria e la Germania sembrano essersi messe sulla via della chiusura temporanea delle frontiere per quanto riguarda l'importazione di carni bovine.

All'affermazione di Chirac risponde il presidente della associazione italiana allevatori (AIA), ricordando che in Italia sono ben 5500 i veterinari ufficiali per i test, rispetto ai 400 della Francia. Egli afferma che gli allevatori italiani stanno pagando a caro prezzo gli errori degli allevatori stranieri di "mucche pazze", infatti ora ogni allevatore deve pagare 10 mila a capo per l'eliminazione delle parti a rischio e 350 mila per l'incenerimento di un solo animale che muore prima della macellazione.

Inoltre non ci sarebbero rischi poiché le farine animali in Italia sono state bandite già nel 1994 e qui ci sono razze di bovini molto pregiate non nutrite a mangimi. Secondo gli allevatori italiani, quindi la carne bovina del nostro paese non solo è sicura ma è anche la migliore.

Ma ci sono davvero le sicurezze per i consumatori? Si è saputo che i bovini importati da più di 4 mesi divengono animali di allevamento italiano e nelle etichette queste carni risultano del nostro paese.