I Ragni

I Ragni

Spesso inseriti nelle schiere delle “bestiacce moleste” delle nostre case, i ragni sono animali straordinari e molto interessanti, che meriterebbero senz’altro un po’ di attenzione.

Innanzi tutto i Ragni non sono Insetti, ma appartengono ad un gruppo proprio: la Classe degli Aracnidi.

L'Ordine degli Aranei comprende anche gli Opilioni e gli Scorpioni. Animali antichissimi, sono stati tra le prime creature comparse sulla terraferma e tra le prime a popolare le foreste primordiali, milioni di anni prima della comparsa degli Anfibi e dei Rettili.

Al giorno d’oggi se ne conoscono circa 35.000 specie, diffuse in quasi tutti gli ambienti della terra.

Come tutti gli Aracnidi, anche i Ragni possiedono otto zampe, carattere questo che li distingue subito, ad una prima occhiata dagli Insetti, che invece ne hanno sei.

Carnivori e predatori, possiedono due appendici articolate davanti alla bocca, con cui afferrano la preda, i cheliceri; con queste il ragno inietta nel corpo della malcapitata vittima un veleno paralizzante che ne liquefa gli organi interni. Sebbene raramente, questo veleno può essere irritante o doloroso anche per l’uomo.

La caratteristica che forse più delle altre ha reso famosi i ragni, è la capacità di secernere la seta. Questa, secreta da ghiandole speciali che si trovano nella parte posteriore del corpo, è molto resistente e oltre che per la costruzione delle celebri ed elaborate ragnatele che alcune specie utilizzano per cacciare, è utilizzata dall’animale per avvolgere le prede, per immagazzinarle, per costruire tane e per tessere bozzoli in cui proteggere le uova.

Le ragnatele sono trappole perfette e eccellenti, usate soprattutto per la cattura di insetti volanti, che non vedendole ci finiscono dentro. Delicate e resistenti, vengono tessute tramite i filieri, organi dell’addome da cui fuoriesce il filo di seta.

In Italia sono tessitori comuni il Ragno crociato (Araneus diadematus), la spendida Argiope fasciata, dall’addome giallo e nero, o la Zygiella, comune in estate.

Non tutte le specie costruiscono le tele per procurarsi il cibo: molti  ragni infatti sono attivi cacciatori ed inseguono o tendono agguati ad insetti o ad altri invertebrati. E’ questo il caso dei “ragni saltatori”, dei mimetici “ragni-granchio”, che attendono le api appostati nelle corolle dei fiori, o delle tarantole, diffuse anche nei nostri giardini.

Il morso di alcune specie, sebbene raramente, può risultare pericoloso anche per l’uomo: è il caso, per esempio, delle famigerate vedove nere. In Italia esiste un rappresentante di questo genere (Latrodectes), è la Malmignatta ( Latrodectes tredecimguttatus ), ben riconoscibile per il colore nero e l’addome punteggiato di rosso. Il suo morso, sebbene meno pericoloso di quello della cugina americana, può essere molto doloroso.

Caso unico è il Ragno palombaro (Argyroneta aquatica), che passa la propria vita sott’acqua: esso costruisce una tela subacquea, a forma di campana, nella quale trasporta e intrappola bolle d’aria, portate in acqua sfruttando la peluria del dorso; finisce così per crearsi un habitat con riserva d’aria in cui vivere. Questo ragno, che si nutre di invertebrati e di avannotti, sebbene difficile da vedere, vive anche negli stagni delle nostre campagne.