Il Tabacco

Il tabacco contiene e prende il gusto e la qualità di un alcaloide altamente nocivo, la nicotina; un uso eccessivo del tabacco può provocare incidenti più o meno gravi di "tabagismo" o "nicotinismo": alito cattivo, faringite, dispepsia, disturbi della vista e della memoria, bronchite cronica, angina, cancro della lingua, della laringe e dei polmoni.

Il suo consumo nel mondo è aumentato in proporzioni inquietanti negli ultimi decenni.

Studi statistici recenti rivelano tuttavia che si può ritenere che dieci sigarette al giorno abbreviano la vita di due anni e mezzo, venti sigarette da cinque a sei anni, quaranta sigarette da sette a dieci anni.

Gli specialisti hanno posto in evidenza le qualità particolarmente cancerogene della sigaretta a causa del catrame proveniente dalla combustione sia del tabacco che della carta che ne costituisce l’ involucro.

L’abolizione o riduzione del consumo delle sigarette arresterebbe l’epidemia di tumori del polmone aumentati otto volte negli ultimi trenta anni tra gli uomini, mentre tra le donne più giovani la disparità esistente si va attenuando.

La riduzione dei consumi di tabacco avvenuta fra gli adulti nord-americani e fra i medici inglesi ha già portato notevoli benefici come l'abbassamento del tasso di mortalità e morbosità.

STORIA

Sembra che fin dal I secolo d.C. gli Indiani dell’ America Settentrionale usassero il tabacco in occasione di riti religiosi o magici. In seguito, pur conservando in parte il suo originario carattere sacrale, esso divenne di uso comune tra gli Indigeni. Il primo approccio degli Europei con il tabacco risale alla scoperta dell’ America allorquando, all’interno dell’attuale isola di Cuba, marinai di Cristoforo Colombo videro indigeni arrotolare erbe secche con altre foglie secche, accenderle ed aspirarne il fumo.

Sebbene l’osservazione fosse oggetto di meraviglia anche da parte di successivi esploratori fu soprattutto per le proprietà medicamentose attribuite alla pianta del tabacco che quest’ultima si diffuse in Europa intorno al 1550; solamente verso il 1590 si diffuse l’abitudine al fumo.

FRANCIA

La prima coltivazione di tabacco fu effettuata nel 1556 dal monaco francescano André Thevet, ma la pianta non attiró nessuna attenzione fino a circa quattro anni dopo, quando Jean Nicot (da lui il termine "nicotina") ne ebbe portato i semi alla corte reale di Parigi con le istruzioni per la coltivazione, preparazione ed utilizzazione del tabacco, soprattutto per fiuto e come medicamento.

INGHILTERRA

In Inghilterra sembra che il tabacco sia stato portato dalla Florida nel 1565 da Sir John Hawkins, il quale introdusse l’uso della pipa. In questa regione l’abitudine al fumo riscosse un così grande successo, che il re Giacomo I, contrario al tabacco, impose una tassa elevata aumentando i diritti doganali e cercò vigorosamente di ostacolarne l’uso con l’editto del 1604 "Confutazione del tabacco". Il suo successore, Carlo I, utilizzò il commercio del tabacco, come mezzo per assicurare tasse addizionali all’erario e nel 1625 stabilì il monopolio del tabacco.

ITALIA

In Italia fu la Chiesa ad avere un ruolo importante nell’introduzione e diffusione del tabacco. Nel 1561 il seme della nuova pianta, importato dal Portogallo dal Nunzio Apostolico Cardinale Prospero di Santa Croce, fu donato al papa che lo fece coltivare negli orti dei monaci cistercensi, nei dintorni di Roma, esclusivamente per scopi medicamentosi. Dal Lazio questa coltura si diffuse poi rapidamente nel resto della penisola.

PORTOGALLO

La pianta del tabacco fu coltivata per la prima volta a Lisbona nel 1558 da un Fiammingo residente, Damiano De Goes, utilizzandola come pianta ornamentale e successivamente per le sue supposte virtù terapeutiche.

I danni del fumo

Ci sono poche certezze nella medicina, e certamente i danni del fumo sono tra questi. Sicuramente gli apparati più a rischio sono quello cardiovascolare e quello broncopolmonare. Ma non sono da sottovalutare gli altri aspetti;
sono causati dal fumo di tabacco (dati dell'ORGANIZZAZIONE MONDIALE della SANITA'):

  1. il 93% dei tumori polmonari
  2. l'83% delle bronchiti croniche e degli enfisemi polmonari
  3. il 23% degli incidenti cardiovascolari

Inoltre gli effetti del fumo possono anche disturbare la gravidanza. L'azione del fumare si può scomporre in tre diverse fasi: l'inspirazione (fumo attivo), l'autocombustione della sigaretta, e l'espirazione (che insieme alla precedente forma il fumo passivo). Per avere un'idea della gravità dei danni della sigaretta basti pensare che per ogni settimana di fumo la vita si accorcia di un giorno. L'OMS ha inoltre trovato ben 27 malattie causate dal fumo. I gravi agenti che influiscono sulla gravità del fumo sono cinque:

  1. La quantità delle sigarette fumate al giorno
  2. Il contenuto di nicotina e di catrame
  3. Età di inizio
  4. Da quanto tempo si fuma
  5. Aspirazione più o meno profonda

IL SISTEMA CARDIOVASCOLARE: UN PROBLEMA PER I FUMATORI

Il secondo sistema a risentire degli effetti del fumo e l'apparato cardiovascolare: infatti questo è l'incaricato al trasporto dell'ossigeno alle varie parti del corpo e quindi, dopo il sistema respiratorio, è il primo a venire a contatto con l'aria respirata e, nel caso di un fumatore, col fumo di tabacco. L'ossido di carbonio, sostanza prevalente nel fumo, quindi, passando attraverso ad arterie e al cuore, le rovina, provocando molti danni, alcuni dei quali, mortali:

  1. Aumento del rischio di morte per malattie coronariche (il 30% di queste sono associate al fumo)
  2. Aumento rischio di morte improvvisa
  3. Aumento mortalità perioperatoria di pazienti con by-pass coronarico
  4. Aumento rischio di morte per aunerisma addominale ateroclerotico
  5. Aumento rischio di vasculopatia periferica aterosclerotica
  6. Aumento rischio di coronaropatia e infarto a causa dell'azione sinergica con ipertensione e ipercolesterolemia
  7. Aumento rischio di malattie cerebrovascolari
  8. Aumento rischio di emorragie celebrali in donne che fanno uso di contraccettivi orali
  9. Aumento rischio di ateriosclerosi in tutte le arterie con la con conseguente formazione di gravi malattie: arteriopatia obliterante, stroke, aunerisma aortico, cardiopatia ischemica
  10. Favorimento della vasocostrinzione e degli spasmi delle arterie (principalmente coronarie)

Dopo un anno di astensione dal fumare i rischi iniziano a diminuire, fino a dopo vent'anni, quando i rischi sono simili, leggermente superiori, ai non fumatori.

SISTEMA RESPIRATORIO: IL PRIMO A SUBIRE

Come è facile capire l'apparato respiratorio è il sistema più a rischio rispetto ai danni del fumo, infatti è il primo a venire a contatto col fumo da tabacco. In primo luogo i sistemi di difesa riescono a diminuire l'accesso ai polmoni da parte delle sostanze nocive grazie al muco e alle ciglia presenti nelle vie respiratorie. Il muco provvede a imprigionare particelle estranee mentre le ciglia espellono il muco che contiene le particelle imprigionate fino alla gola, dove può essere deglutito o espulso. Ma alla lunga il fumo rovina le ciglia e i tessuti produttori di muco fino ad alterarne le funzioni producendo un'eccessiva fuoriuscita di muco fuoriuscita di muco (tosse) e facendo imprigionare sepre meno particelle estranee; in questo modo anche particelle estranee al fumo ma comunque nocive che prima venivano espulse tramite le difese ora alterate riescono a penetrare e a portare i loro influssi malefici. Con ogni boccata un fumatore inspira 1 litro e mezzo di fumo, contenente ben 10'000'000'000'000'000 sostanze ossidanti e irritanti, quindi nocive alla salute, ed è da queste che derivano i principali effetti della sigaretta:

  1. Bronchite acuta (poi bronchite cronica) (tosse cronica per almeno tre mesi all'anno)
  2. Enfisema (allargamento abnorme degli alveoli e conseguentemente distruzione delle loro pareti)
  3. Asma
  4. Infezioni respiratorie ricorrenti

Inoltre il danno più grave che i polmoni possono subire a causa del fumo è il tumore polmonare.

FUMO & GRAVIDANZA: NEMICI INCOCILIABILI

Molti sono i fattori che determinano le capacità fisiche e mentali del bambino fin dalla gravidanza: insieme con l'alcool e con l'alimentazione, un determinante fattore è, come sempre il fumo.Il fumo priva il bambino dell'ossigeno. I figli delle fumatrici sono più spesso prematuri e di basso peso alla nascita. Inoltre il fumo aumenta le probabilità di aborto spontaneo, di nascita di un bambino morto o malformato o di morte del bambino subito dopo la nascita. Più fumate, maggiore è il rischio cui esponete il vostro bambino, quindi smettete. Oggi i medici ritengono che anche il fumo passivo, cioè inspirare il fumo di sigarette fumate da altri, possa danneggiare il nascituro, quindi convincete anche il vostro compagno e i vostri colleghi di lavoro a smettere di fumare.

IL CONCETTO DI DROGA

Definire il concetto di droga si rivela un'impresa piuttosto ardua. Da un punto di vista medico la droga è stata definita dall' Organizzazione Mondiale della Sanità come "sostanza in grado di modificare una o più funzioni quando introdotta nell'organismo". Una tale definizione è molto vasta e droga può essere considerato qualunque farmaco e, finanche le più semplici bevande. Dal punto di vista farmacologico droga indica quella sostanza in grado di modificare la normale attività cerebrale.

In tal senso il fumo, l'alcool, il caffè, il the, la cannella sono droghe. Dal punto di vista legale, la droga è indicata come "stupefacente" e si intende con ciò qualunque sostanza che sia dannosa al soggetto in quanto ne altera il comportamento e, conseguentemente, sia dannosa anche alla società. Comunemente, nel linguaggio giornaliero si indica con il termine droga una classe di sostanze, sia vegetali che sintetiche, i cui effetti sull'attività cerebrale sono particolarmente spiccati e che sono oggetto di commercio illecito.

Di fronte ad una tale polivalenza di significati, l'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1964 ha ritenuto opportuno definire due concetti, oggi universalmente accettati, che sono i cardini del discorso: la TOSSICOMANIA e l'ABITUDINE. La prima è caratterizzata da un invincibile bisogno o desiderio di continuare ad assumere droga e di procurarsela con tutti i mezzi; la seconda prevede un desiderio, una necessità a continuare ad assumere la sostanza per il senso di aumentato benessere che essa produce. In base alla definizione di droga anche la stessa nicotina dovrebbe essere considerata come tale. Infatti è noto a tutti che il tabacco produce una blanda e generica azione di stimolo su tutto il sistema nervoso centrale, ma contrariamente alle altre droghe, non è responsabile di comportamenti antisociali e paracriminali; da ciò ne deriva che sebbene sia un prodotto nocivo poiché ha qualità particolarmente cancerogene, il tabacco può essere considerato come una droga a tutti gli effetti in quanto sussistono anche se in modo "marginale" i danni provocati all'organismo e quelle particolari caratteristiche rilevanti su di una persona drogata come l'assuefazione, la progressiva abitudine, cioè, dell'organismo alla sostanza e quindi ai suoi effetti o una dipendenza psichica, il bisogno psicologico, cioè di assumere abitualmente una determinata sostanza.

Rimane comunque, una certa resistenza nel considerare il tabacco contenuto nelle sigarette una droga da porre sullo stesso piano della marijuana, dell'anfetamina, degli oppiacei.

IL FUMO E LO SPORT

All'atleta è sconsigliato fumare. Le ragioni addotte sono generiche, tuttavia volte verso un presunto effetto negativo sulla prestazione muscolare. Nel valutare l'influenza del fumo sull'attività sportiva è opportuno fare una distinzione fra:

  1. gli effetti derivanti dall'uso del tabacco poco prima di una prestazione
  2. le conseguenze del fumo a lungo termine.
  3. Gli effetti a breve scadenza consistono prevalentemente in una riduzione significativa della conduttività delle vie aeree, che si verifica poche decine di secondi dopo l'inizio dell'aspirazione del fumo e che può durare alcuni minuti.
    Tale fenomeno è suscettibile di peggiorare la prestazione del soggetto in esercizi aerobici intensi in cui si richieda un'elevata ventilazione polmonare (mezzofondo, nuoto).
    Recentemente, Klausen e Coll. (1983) hanno studiato su un gruppo di giovani (24.5 anni), moderati fumatori (5-15 sigarette al giorno) l'effetto del fumo di 3 sigarette immediatamente prima di una prova da sforzo esauriente in circa 9 minuti.
    I risultati dimostrano:
  4. una modesta caduta della saturazione in O2 dell'emoglobina (4,5 % contro 1,5% delle condizioni di controllo). Infatti, all'aumentare della pressione parziale dell'ossigeno, l'emoglobina si lega a questo gas; quando la pressione parziale dell'ossigeno raggiunge i 100 mmHg, l'emoglobina viene saturata completamente dall'ossigeno. I dati dichiarati tra parentesi sono carenti di indicazioni e quindi difficilmente interpretabili. È possibile si intenda che mentre per il campione di controllo (giovani che non hanno fumato) si registra dopo lo sforzo una diminuzione della capacità di trasporto di ossigeno da parte dell'emoglobina del 1,5%, nei fumatori questa capacità sarebbe diminuita, sempre dopo lo sforzo, del 4,5%.
  5. una riduzione del tempo di esaurimento da 8,8 a 7,1 minuti. Con la grandezza tempo di esaurimento si misura il tempo necessario per esaurire completamente le energie fisiche in esercizi a sforzo continuato.
  6. una riduzione V O2 max. da 3,83 a 3,541 ( min-1. Si registra una riduzione del volume massimo di ossigeno trasportato ogni minuto da 3,83 a 3,54 litri.
  7. una riduzione della massima ventilazione polmonare da sforzo da 150 a 140 l. min-1 causata da una proporzionale riduzione di volume corrente. Per ventilazione polmonare si intende il volume complessivo di aria immessa nei polmoni nell'unità di tempo.
  8. una riduzione della concentrazione dell'acido lattico nel sangue all'esaurimento da 10,3 a 9,4 mM (millesimi di mole). Ad esaurimento delle energie fisiche raggiunto, i fumatori presentano una concentrazione di acido lattico nel sangue ridotta da 10,3 a 9,4 mM rispetto ai non fumatori. Ciò è probabilmente un'ulteriore indicazione del precoce raggiungimento dell'esaurimento e della conseguente diminuzione del catabolismo anaerobico (lavoro muscolare in assenza di ossigeno).

I danni del fumo sono per la maggior parte attribuiti alla formazione di HbCO (Hb = emoglobina)e dunque alla ridotta saturazione dell'Hb in O2, anche se la nicotina e altre sostanze presenti nel fumo possono essere ritenute responsabili di parte della sintomatologia, specie a carico dell'apparato cardiovascolare. Gli effetti negativi in seguito al fumo di sigaretta sono più spiccati nei soggetti non allenati. Tale riscontro può spiegare in parte l'osservazione che alpinisti di grande esperienza e ottima capacità fisica sono in grado di compiere scalate fino a quote di circa 8000 metri, pur non rinunciando a un uso moderato di sigarette.

Gli effetti del fumo a lungo termine si possono riassumere in:

  1. una modesta riduzione rispetto ai non fumatori della capacità di diffusione del polmone in individui che fumano 20 o più sigarette al giorno;
  2. una riduzione della capacità del sangue per l'O2 per effetto dell'inalazione di CO sviluppato dall'incompleta combustione della sigaretta e conseguente modesta riduzione di V02 max;
  3. un lieve aumento della frequenza cardiaca sia a riposo che per effetto di un esercizio standard submassimale (non massimamente impegnativa) al cicloergometro (tipo di cyclette con misuratore di energia consumata).

LA COMPOSIZIONE DELLA SIGARETTA

La sigaretta può essere divisa in due parti principali: una, quella più grande, è un cilindro di carta velina nella maggior parte dei casi di colore bianco, contenente del tabacco lavorato e tritato; questa è la parte della sigaretta che nel momento dell’uso viene consumata dalla combustione producendo il dannoso fumo. L’altra parte, il filtro, si distingue generalmente per il colore ocra del suo rivestimento che è una carta resistente all’umido delle labbra. Il filtro è un rotolo di carta o sostanza porosa che ha la funzione di filtrare il fumo, diminuendo così la quantità di impurità. Più precisamente nella Nicotiana Tabacum (nome scientifico del tabacco) sono contenuti diversi alcaloidi (basi organiche azotate): il più importante e abbondante è la nicotina, ma si trovano anche la pirrolidina, la N-metil-pirrolina, la l-nornicotina, la d,l-nornicotina, la nicotirina, la miosmina, la anabasina e altri ancora; è a queste sostanze che si deve l’azione dannosa del tabacco nel fumatore.

SMETTERE DI FUMARE

Quando una persona smette di fumare, il rischio di mortalità legata al fumo inizia a calare lentamente, anche se per tornare al valore di partenza possono essere necessari più di vent'anni.

Metodi per smettere di fumare

AGOPUNTURA E GRAFFETTE

Il metodo dell'agopuntura è basata sulla scienza cinese delle connessioni del corpo. Le terminazioni nervose che si trovano vicino alla superficie della pelle sono connesse a certi organi e funzioni del corpo. In questo caso si cerca di stimolare determinati punti delle orecchie, del naso e dei polsi che sembrano essere associati al desiderio di fumare, poiché corrispondono ai polmoni.

La terapia dell'agopuntura consiste quindi nell'inserire aghi o fibre nella pelle vicino alle terminazioni nervose interessate. È una procedura relativamente indolore. Le possibilità di smettere di fumare grazie all'agopuntura aumentano ripetendo più volte il trattamento, ma i costi non sono accessibili a tutti. Inoltre ci sono solo pochi dati disponibili sull'efficacia di questo metodo, comunque si ritiene che l'effetto positivo dipenda strettamente dalla volontà di rinunciare al fumo.

Un'altra metodica collegata all'agopuntura consiste nell'inserimento nei punti citati di graffette dorate, placche o fili di seta. Questi mezzi dovrebbero stimolare la produzione di endorfine, particolari sostanze, che dovrebbero aiutare a superare la crisi di astinenza.

CEROTTI E COMPRESSE A BASE DI NICOTINA

L'ultimo ritrovato antifumo, che furoreggia tra gli aspiranti non fumatori, è l'assunzione di nicotina attraverso cerotti o compresse e gomme. Il metodo dà discreti risultati, è abbastanza efficace e di facile applicazione, e a queste caratteristiche deve la sua popolarità. La nicotina viene assunta in dosi predefinite, che vanno calando, diminuendo così la dipendenza anche grazie all'aiuto della forza di volontà; se preso seriamente, questo metodo può portare alla totale astinenza dal fumo. Infatti la nicotina richiesta dall'organismo è rilasciata dal cerotto o dalla compressa : in ogni caso è necessaria l'assistenza del medico per individuare la giusta dose di nicotina. Purtroppo talvolta si verificano effetti collaterali a questo tipo di assunzione, come nausea o cefalea. Inoltre l'uso dei cerotti o delle compresse e gomme alla nicotina va evitato in gravidanza, nell'allattamento e nelle patologie cardiache più gravi.

IPNOSI E CONDIZIONAMENTO

La pratica dell'ipnosi si propone di aiutare il soggetto a rafforzare il desiderio di smettere di fumare, cercando di convincerlo del piacere dato dal respirare aria pulita. Per mezzo dell'ipnosi un buon terapista può riuscire a infindere nell'aspirante non-fumatore persino il senso di colpa in caso di trasgressione al suo divieto. Questo metodo dà risultati migliori se integrato ad altre metodiche, come la terapia di gruppo. Purtroppo le sedute di ipnosi non hanno costi contenuti, e per ottenere effetti importanti vanno ripetute più volte. Un altro metodo (la cui efficacia non è valutabile se non caso per caso) utilizzato è il condizionamento, basato su eventi fisici. Per esempio, si costringe il soggetto a fumare il triplo delle sigarette a cui è abituato, in modo da creare in lui l'effetto "overdose", che lo indurrà a smettere.

TERAPIA DI GRUPPO

Il metodo della psicoterapia di gruppo si basa su corsi di circa due mesi, nei quali i soggetti che vogliono smettere di fumare rinforzano a vicenda la loro volontà, parlando della loro esperienza personale e creando un ambiente di supporto-sostegno uno verso l'altro. Nelle principali città italiane, la Lega Italiana per la lotta contro i tumori organizza corsi sia per preparatori che per pazienti interessati alla metodica. Purtroppo il metodo ha i suoi costi, e richiede una discreta disponibilità di tempo.