L'Epoca del Funzionalismo

La Prima Guerra Mondiale ha determinato uno sconvolgimento nella figura della città: la guerra ha accelerato ovunque lo sviluppo dell'industria; la classe operaia, che più di ogni altre ha contribuito alla sforzo bellico, va acquistando un certo peso politico; la borghesia si sta trasformando in una classe di tecnici dirigenti.

La città non risponde più ai bisogni della società industriale: essa è un organismo produttivo, deve liberarsi di tutto ciò che intralcia il suo funzionamento; la classe operaia è ormai la componente più forte della società urbana, non può essere più trattata in condizione di pura forza-lavoro, strumento irresponsabile da sfruttare; la città così come si è venuta sviluppando disordinatamente è un ambiente psicologicamente e fisiologicamente insalubre; una pianificazione della città può avvenire solo a scapito di chi ha sempre speculato su di essa; la soluzione per una città industriale e tecnologica può venire solo dall'industria.

L'architettura moderna è alla ricerca di un nuovo modello di città, alternativo a quello tradizionale, e comincia quando gli artisti ed i tecnici - chiamati a collaborare alla gestione della città post-liberale - diventano capaci di proporre un nuovo metodo di lavoro, liberato dalle precedenti divisioni istituzionali.

Gli artisti, incaricati di presentare e di correggere l'immagine della città post-liberale, reagiscono per primi contro la sua bruttezza: criticano lo scenario che vedono intorno a loro, e cominciano ad aggredire i meccanismi che lo producono.

Gli architetti innovatori dell'Art noveau - Horta, Van de Velde, Wagner - sono insoddisfatti di scegliere tra gli stili passati e usano la libertà che gli è concessa per creare uno stile nuovo, originale e indipendente dai modelli tradizionali, ma non influiscono mai sull'impianto urbanistico.

I tecnici, che lavorano chiusi nelle loro specializzazioni, non sono in grado di controllare le conseguenze del loro lavoro, ma modificano l'ambiente della vita quotidiana in modo sempre più rapido e profondo, quindi rendono più difficili le forme di controllo urbanistico tradizionali.
L'invenzione del procedimento Bessemer (1856), facilita la diffusione dell'acciaio, che permette di costruire nuove macchine più efficienti e strutture mai viste in passato. L'invenzione della Dinamo (1869) permette di usare l'elettricità come forza motrice, e rende possibili infinite applicazioni: il telefono (1876), la lampada elettrica (1879), l'ascensore (1887). L'invenzione del motore a scoppio permette di utilizzare il petrolio per far muovere le navi, le automobili e più tardi gli aerei.

I nuovi sistemi costruttivi rendono sempre più difficile accomodare separatamente l'apparenza dei nuovi edifici con gli stili storici o quelli nuovi. Il traffico più intenso ed i nuovi impianti urbani (gas, elettricità, telefono, trasporti pubblici su rotaia, in superficie o sotterranei) devono essere compressi negli spazi pubblici insufficienti della città post-liberale. Le città crescono sempre più velocemente: Londra arriva a quattro milioni prima della fine dell'ottocento, e le città di tutto il mondo si sviluppano ormai con il ritmo di quelle europee.

Da più parti questa situazione viene studiata in quanto condizione della società contemporanea, ed affrontata con atteggiamento scientifico. Nel secondo decennio del novecento, a cavallo della prima guerra mondiale, queste esperienze separate si incontrano in un movimento che non ha carattere unitario, ma che si presenta più come un nuovo approccio artistico e metodologico. La fine dell'arte come rappresentazione di un mondo stabilito lascia aperta la possibilità di un nuovo lavoro: la progettazione di un mondo diverso, indipendente dai modelli tradizionali ma conforma alle ricerche oggettive di tecnici e scienziati.
Gli artisti che negli anni venti hanno partecipato al movimento neoplastico - Van Doesburg e Mondrian - hanno spiegato esattamente i caratteri di questa progettazione, che deve superare la divisione tradizionale fra arte e tecnica:

"L'ambiente e la vita quotidiana sono manchevoli, nel loro stato imperfetto e nella loro arida necessità. Così l'arte diventa un rifugio. Nell'arte si cerca la bellezza, l'armonia, che mancano o si inseguono invano nella vita e nell'ambiente. Così bellezza ed armonia sono diventate un ideale irrealizzabile: collocate nell'arte, sono state estromesse dalla vita e dall'ambiente.
Domani invece, la realizzazione dell'equilibrio plastico nella realtà concreta del nostro ambiente sostituirà l'opera d'arte. Allora non avremo più bisogno di pitture e sculture, perché vivremo nell'arte realizzata. L'arte è solo un surrogato, mentre la bellezza della vita è insufficiente; scomparirà a misura che la vita guadagnerà in equilibrio."

(Mondrian)

Occorre quindi abbandonare la divisione settoriale della tecnica e la dispersione arbitraria delle scelte artistiche; la nuova architettura accetta il metodo oggettivo, sperimentale e collettivo della ricerca sperimentale moderna, ma vuole restare indipendente dalle istituzioni dominanti, ed è già in guardia contro l'uso sperimentale della scienza e della tecnica per gli scopi del potere, che sarà imposto tragicamente nel periodo successivo.

I maestri dell'architettura moderna - Walter Gropius (1883-1969), Mies van der Rohe (1886-1965), Le Corbusier (1887-1965) - hanno tentato per primi di introdurre questo metodo nella pratica edilizia ed urbanistica. Gropius dirige dal 1919 al 1928 una scuola speciale, il Bauhaus; gli insegnanti sono alcuni dei migliori artisti moderni (Klee, Kandinski, Schlemmer) e gli studenti imparano a progettare tutta la gamma di oggetti che formano l'ambiente moderno, dai mobili al quartiere. Van der Rohe progetta pochi edifici semplicissimi ed esemplari, e dirige alcune importanti iniziative pubbliche, fra cui un quartiere sperimentale a Stoccarda, dove gli architetti moderni di tutto il mondo sono chiamati a progettare edifici. Le Corbusier lavora a Parigi come libero professionista, ma realizza solo una piccola parte dei suoi progetti: alcune casi individuali e alcuni edifici pubblici di modesta entità; i progetti per le occasioni più impegnative sono rifiutati o realizzati da altri.

Muovendosi fra mille difficoltà gli architetti moderni accettano di presentarsi come architetti d'avanguardia, perché così la società gli riconosce lo spazio per agire, ma mettono in moto una ricerca collettiva ed unitaria. I passi principali di questa ricerca continua ed ancora in corso sono:

1) L'analisi delle funzioni che si scorgono nella città moderna. L'idea della città come un tutto unico non impedisce un'analisi rigorosa, che distingue le sue parti in componenti, cioè le varie funzioni sovrapposte della vita cittadina:

- abitare
- lavorare
- coltivare il corpo e lo spirito
- circolare

Nella città post-liberale le funzioni privilegiate sono quelle produttive, e fra esse quelle terziarie; tutte le altre risultano più o meno sacrificate. Si critica questa graduatoria e se ne stabilisce un'altra in cui:

- la residenza, dove la gente trascorre la maggior parte della giornata, diventa l'elemento più importante della città; ma la residenza è considerata inseparabile dai servizi che formano i suoi complementi immediati;

- le attività produttive sono messe alla pari, e determinano tre tipi fondamentali di insediamento urbano:

- l'azienda agricola
- la città lineare industriale
- la città radio centrica degli scambi  

- le attività ricreative sono rivalutate e richiedono appositi spazi, sparsi in ogni parte della città; questi spazi verdi - che nella città borghese sono isole separate in un tessuto edilizio compatto - devono formare uno spazio unico, dove tutti gli altri elementi risultano liberamente distribuiti: la città diventa un parco attrezzato per le varie funzioni della vita urbana.

- la circolazione tradizionale è selezionata secondo i caratteri dei vari mezzi di trasporto e le necessità delle altre funzioni, nel loro ordine d'importanza. La strada-corridoio, con i marciapiedi per i pedoni e le carreggiate per tutti i mezzi, deve essere sostituita da un sistema di percorsi separati per i vari tipi di veicoli (biciclette, mezzi pesanti, veloci, lenti). Per rendere questo possibile lo spazio urbano deve tornare sotto il controllo pubblico.

2) La definizione delle unità componenti e della loro distribuzione:

- I servizi necessari ad un certo numero di individui devono essere raggruppati e facilmente accessibili dalle residenze in quanto non sono altro se non prolungamenti dell'abitazione. Il problema deve essere risolto con l'adozione del modello dell'unità di abitazione, che, attraverso le molteplici interpretazioni, consiste nella costituzione di una zona completamente autosufficiente in cui possano vivere un numero abbastanza elevato di persone (300 - 1400). Questa deve essere indipendente ma inserita nel tessuto urbano, deve essere collegata con le vie di comunicazione ma deve anche contenere tutto ciò che è necessario allo stile di vita moderno: servizi di approvvigionamento, distribuzione di gas, acqua ed elettricità, negozi, parcheggi ma anche tutte le strutture per lo svago ed il tempo libero. Il modello che risulta più audace è quello di Le Corbusier, il quale incorpora l'unità d'abitazione in un edificio a sviluppo verticale, capace di contenere una comunità di 1400 persone.

- L'abitazione singola, sia essa un edificio singolo o un modulo di un grande complesso, deve, sfruttando le nuove tecnologie di costruzione, garantire un'illuminazione duratura (tramite le finestre a nastro), deve avere una pianta libera (Adolf Loos), che permetta una vita organizzata più consona ad una società moderna rispetto alla vita legata all'abitazione borghese in cui ogni spazio è limitato e chiuso nella sua esclusiva funzione.

- Fondamentale per garantire l'accessibilità dei nuovi progetti è il ruolo dell'industria: la casa, macchina per abitare, deve essere inserita nella produzione in serie al fine di abbattere i costi.

- Anche i complessi industriali devono rispecchiare i nuovi criteri di progettazione: l'ambiente deve essere vivibile ed a questo può aiutare una finestratura abbondante che permetta allo spazio naturale esterno di penetrare all'interno alleviando la durezza del lavoro.

- I vari componenti funzionali devono seguire una progettazione pianificata in origine in base ad esigenze di traffico e di vivibilità: i problemi di una razionale pianificazione del territorio non devono essere risolti con la barbara tecnica dello sbancamento al fine di colmare ogni dislivello. L'ambiente in cui si viene formando una città deve presentarsi come accogliente nella sua plasticità e quindi deve essere la città a piegarsi alle esigenze del territorio e non viceversa.

Strumento unificatore delle esperienze urbanistiche a livello mondiale è il CIAM, tramite cui la ricerca urbanistica vuole darsi un'unità per proporsi non più come avanguardia ma come realtà alla società contemporanea. I totalitarismi prima e la guerra poi bloccano quasi completamente ogni tentativo di applicazione: questa troverà spazio nella ricostruzione del dopoguerra, soprattutto nelle città di nuova fondazione (Brasilia, Charinghad) dove più facile è l'uso dei nuovi modelli. Questi infatti necessitano di cambiamenti tali da necessitare sconvolgimenti totali dei tessuti urbani, che male si conciliano con le effettive possibilità di intervento soprattutto nel campo dell'edilizia privata. Esempi di parziale applicazione infatti si trovano in edifici pubblici o in quartieri di nuova sistemazione nelle grandi città, mentre la maggior parte dei centri urbani, soprattutto in Europa, mantiene intatta la forma ereditata dalla storia.