Franklin Delano Roosevelt

LE ORIGINI

Prime esperienze politiche

Il periodo militare

La malattia

Governatore di New York

Presidente degli Stati Uniti

 Il New Deal

Disoccupazione e investimenti pubblici

Il secondo New Deal

La guerra


LE ORIGINI

Franklin Delano Roosevelt era nato il 20 gennaio 1882 a Hide Park, da una famiglia protestante di antica origine olandese, emigrata nell’ America del Nord nel XVII secolo.Il padre, James, era un classico gentleman: era cresciuto nell’ aristocratica tradizione delle grandi "famiglie del fiume" che lo aveva portato a studiare e a laurearsi all’Union College e alla facoltà di legge di Harvard; dopo una breve esperienza di vita militare compiuta a fianco di Garibaldi, si era dedicato agli affari e alla diplomazia, per ritirarsi definitivamente, di lì a poco, ad amministrare la sua vasta tenuta di Hide Park, dove aveva iniziato la tranquilla attività del signore di campagna.

La madre di Franklin, seconda moglie di James, Sarah Delano, apparteneva ad una antica famiglia di colonizzatori di origine francese.

In questo clima di solido benessere, Franklin trascorse i primi anni della sua vita compiendo viaggi in Europa, e ricevendo un’ aristocratica e puntigliosa educazione dalla madre e dai tutori di Hide Park. Ancora fanciullo conosceva già il francese e il tedesco e frequentava, con i genitori, l’alta società. A 14 anni fù iscritto alla scuola più elegante d’America (ossia quella di Groton, nel Massachussets); si trattava di una scuola organizzata sul modello inglese e raggruppava gli studenti in squadre o classi, con un sistema di anzianità mantenuto attraverso un sistema di studenti perfetti; il programma era classico, e l’insegnamento impartito sempre con efficienza e spesso con devozione.
L’esperienza di Groton, con la sua ferrea disciplina, costituì per Franklin una scuola di carattere, e ne uscì temprato e risoluto.

Nel 1900 si iscrisse ad Harvard dove si laureò in tre anni; nel 1904, dopo aver trascorso un quarto anno ad Harvard come direttore del giornale d’istituto, si iscrisse alla facoltà di legge dell’Università di Columbia, ma troncò gli studi senza laurearvisi.

Infatti nel 1905 si sposò con Anna Eleanor Roosevelt, nipote di Theodore Roosevelt, e due anni più tardi superò gli esami di avvocato, venendo ammesso al Foro di New York. Subito dopo entrò come apprendista in uno studio legale di Wall Street.

Prime esperienze politiche

Né gli studi né la professione di avvocato riuscirono a soddisfare in pieno Franklin, che si sentiva sempre più attratto dalla vita politica. Per questo nel 1910 si presentò candidato (democratico) al senato per la contea di Dutchess, ed ottenne la nomina. Divenuto presidente del Comitato per le foreste, la caccia e la pesca, egli si batté con grande energia per la salvaguardia e il rispetto delle risorse naturali del paese. Da questa esperienza si sviluppò in lui un sempre maggiore interesse per i problemi della pianificazione in generale. La lotta per la conservazione delle risorse naturali, contribuì a formare nella mente di Roosevelt il concetto che il bene pubblico doveva essere protetto con attenta vigilanza contro l’avidità dei privati. Egli concluse che la comunità doveva essere pronta ad intraprendere quelle misure di regolamentazione che erano necessarie per impedire che la corsa al profitto colpisse a morte il sistema economico.

Nel 1912, nel clima della grande avanzata democratica, appoggiò Wilson e venne rieletto senatore della contea di Dutchess.

Il periodo militare

L’anno seguente divenne Sottosegretario alla marina (carica che ricoprì fino al 1920): il suo incarico consisteva nella direzione degli affari economici della marina.

Nel 1918 visitò il fronte francese e conobbe la guerra; nel 1919 partecipò con Wilson alla Conferenza di Parigi.

Fu un fervido sostenitore della Società delle Nazioni e criticò Wilson per non aver spinto gli Stati Uniti a parteciparvi.

Dopo la fine della guerra Roosevelt concluse questo primo periodo della sua vita politica ritirandosi a vita privata (non senza avere avuto la soddisfazione di vedersi proposto alla vicepresidenza degli Stati Uniti).

La malattia

Nel 1921 si ammalò gravemente di poliomielite, perdendo completamente l’uso delle gambe; da allora in poi fù costretto a servirsi di un busto d’acciaio ed a camminare con le stampelle.
Sembrò per un momento che l’infermità dovesse por fine ad ogni sua attività, ma con grande forza d’animo Roosevelt reagì al male, aiutato dalle amorevoli cure di Eleanor, e trovò la forza di tornare ad occuparsi di affari e di politica.

Governatore di New York

Nel 1928 la Convenzione Democratica nominò Roosevelt candidato alla carica di governatore dello Stato di New York; egli si gettò con entusiasmo nella campagna elettorale, sebbene ciò gli costasse un’ enorme fatica fisica. Alle elezioni risultò vincitore anche se con una maggioranza non molto forte.
Nel primo anno di carica si era preoccupato soprattutto di garantire la conservazione delle risorse naturali dello Stato di New York, e di favorire l’ agricoltura.
Dall’ ottobre del 1929 tutta la sua attenzione fu concentrata sul problema dell’ assistenza e della previdenza sociale. Egli pensò così ad un’ imponente opera di decentralizzazione dell’ industria dalla città alla campagna circostante, in modo da garantire agli operai sia il lavoro nella fabbrica, sia la coltivazione di un pezzo di terra che fornisse loro il necessario per vivere.
Per la disoccupazione, Roosevelt progettò forme di assicurazione per coloro che avevano perso il lavoro, e dette il via ad una grande organizzazione assistenziale a spese dello Stato, creando campi di lavoro, facendo piantare alberi e bonificare terreni; egli unì decisione esecutiva e indirizzo politico.

Presidente degli Stati Uniti

Nel 1932, dopo essere stato eletto candidato alla presidenza dalla Convenzione Democratica, si gettò con tutte le sue energie nella campagna elettorale, coadiuvato da un formidabile "trust di cervelli".

Roosevelt il 23 settembre 1932, tenne uno dei suoi più importanti discorsi:" Se il processo della concentrazione continuerà al ritmo attuale, fra un secolo l’ industria americana sarà controllata da una dozzina di società e diretta da forse un centinaio di uomini [...] . Il nostro compito ora non é quello di scoprire e sfruttare nuove risorse naturali, ma é quello di amministrare le risorse e le capacità industriali che già abbiamo, di affrontare il problema del sotto consumo, di ricreare dei mercati esteri per la nostra eccedenza di produzione, di adeguare la produzione al consumo, di distribuire la ricchezza e i prodotti più equamente, di adattare l’ organizzazione economica esistente al servizio del popolo [...] .Governare significa mantenere un equilibrio entro il quale ogni individuo potrà trovare sicurezza...".

Il popolo americano, stanco dei vuoti appelli all’ ottimismo, interpretò le parole di Roosevelt come una luminosa promessa di rigenerazione, e l’ 8 novembre 1932, con una vittoria clamorosa (42 Stati a favore, maggioranza di 7 milioni di voti), lo elesse alla presidenza degli Stati Uniti.

 Il New Deal

Quello che è passato alla storia come il periodo del New Deal rooseveltiano, fu caratterizzato da una complessità di indirizzi politici generali e da una quantità di contraddizioni tali da rendere perplessi e discordi anche gli storici più recenti sopra una sua interpretazione e definizione globale. Il New Deal segnò l’inizio di un periodo di riforme economiche e sociali che sollevarono ad un livello mai raggiunto prima le forze progressiste e democratiche degli Stati Uniti.

Roosevelt intraprese una febbrile attività che lo portò ad ottenere dal Congresso poteri speciali di emergenza ed a fargli approvare in appena 3 mesi (i famosi "100 giorni"), un gran numero di leggi e di misure che vararono concretamente il New Deal. Eccone un elenco: Emergency Banking Act, che decreta le ferie nazionali delle banche; approvazione del Federal Emergence Relief Act, che era un ente di assistenza nazionale; approvazione dell’ Agricultural Adjustement Act, che stabilisce una politica agricola nazionale con un emendamento che conferisce al presidente i poteri per la espansione monetaria... .

In ordine di importanza il primo problema che assillò Roosevelt fu quello della riorganizzazione dell’ economia agricola; a parte i lavoratori neri, nessun altra categoria sociale era stata più duramente colpita dalla depressione di quella degli agricoltori. L’anima del programma agricolo fu Henry Agard Wallace, studioso di agronomia e autentico braccio destro del presidente.

Il programma stabilito dall’A.A.A. (Agricultural Adjustement Act), prevedeva un generale riassorbimento agricolo che avesse come direttive principali la limitazione della produzione e la distribuzione delle eventuali eccedenze in altri campi. A ciò si accompagnava la stabilizzazione dei prezzi tramite prestiti governativi, il controllo del mercato, la facilitazione delle esportazioni e la assegnazione domestica ai coltivatori. All’inizio l’A.A.A. incontrò l’ostilità di molti medi e grandi agricoltori che si rifiutarono di accettare le misure di controllo (pianificazione, limitazioni imposte dal governo), ma dal 1934 il meccanismo iniziò a funzionare e portò ad un generale riassestamento dell’economia agricola.

Disoccupazione e investimenti pubblici

Un altro campo a cui si applicò la spinta riformatrice di Roosevelt e dei suoi collaboratori, fu quello dell’assistenza federale ai disoccupati. Lo scopo principale era quello di non accedere a forme di sussidio diretto, ma di impiegare la manodopera disponibile in imprese di utilità pubblica. Il progetto assistenziale si saldò così con quello di incremento dei lavori pubblici a spese dello Stato: i lavoratori vennero impiegati nella costruzione di strade e scuole, nella bonifica di terreni, nella sistemazione di aree destinate a parchi di ricreazione... ; ancora una volta l’iniziativa riformatrice si scontrò con il malcontento di molti privati, che vedevano nel progetto una minaccia alla disponibilità di manodopera a basso costo per le loro imprese.

Il secondo New Deal

Nel 1934, mentre l’economia degli Stati Uniti manifestava una netta ripresa in tutti i campi, l’approvazione dei conservatori al New Deal si fece sempre più forte ed organizzata. Questi si scagliarono contro il "trust di cervelli" del presidente (contro cioè quel gruppo di intellettuali che si sarebbero sostituiti agli industriali nella direzione dell’economia del paese ) alleandosi ad alcuni politicanti senza scrupoli.

Nel 1935, sotto la pressione crescente dell’opposizione di destra, il Governo inaugurò un indirizzo politico ed economico per certi aspetti diverso da quello seguito nei 2 anni precedenti. Si parla a questo proposito di un secondo New Deal (durato dal 1935 al 1940).

Alcune istanze fondamentali del "vecchio programma" rimasero in vita; in più ne vennero introdotte di nuove per adeguare il precedente indirizzo alla nuova realtà economica americana.

La guerra

Fra Roosevelt e una parte sempre maggiore di americani favorevoli all’intervento, da una parte, e il Congresso ed il settore degli isolazionisti dall’altra, si aprì una polemica estenuante. Non era solo un’elevata aspirazione di giustizia e di libertà antifascista quella che muoveva Roosevelt e i suoi sostenitori ad appoggiare una politica d’intervento degli Stati Uniti; pressanti motivi di ordine economico tendevano infatti a prospettare l’appoggio degli Stati Uniti alle democrazie occidentali come un utile investimento.

Seguirono l’attacco tedesco alla Danimarca ed alla Norvegia, la battaglia delle Ardenne, l’entrata in guerra dell’Italia, il crollo della Francia e l’attacco alla Gran Bretagna; quanto tempo avrebbe potuto resistere ancora l’Inghilterra all’attacco delle divisioni naziste?.

Il 14 agosto 1941 Churchill e Roosevelt a bordo della nave americana Augusta, firmarono la "Carta Atlantica", basata soprattutto sul principio del diritto di tutti i popoli all’indipendenza.

L’attacco giapponese a Pearl Harbour (7 dicembre 1941) decise formalmente l’entrata in guerra degli Stati Uniti.

Nella conferenza anglo-sovietico-americana di Teheran (28 novembre-1 dicembre 1943), gli alleati decisero lo sbarco nella Francia settentrionale per il maggio 1944.

La Conferenza dei "Tre Grandi" tenuta a Yalta sul mar Nero, doveva fissare i punti principali di un accordo fra le potenze vincitrici sull’assetto mondiale post-bellico.

Roosevelt, che fu rieletto presidente nel 1944 per la quarta volta, dedicò i suoi ultimi sforzi alla creazione di un organismo che potesse garantire la pacifica soluzione dei contrasti fra gli Stati e rendersi strumento di pacifica convivenza tra i popoli; a Yalta fu presa la decisione di convocare la conferenza per la costituzione dell’ONU per il 25 aprile a San Francisco.

Roosevelt però non potè vedere la realizzazione del suo progetto: colpito da emorragia cerebrale, morì a Warm Springs il 12 aprile.