Vincent Van Gogh

L’AUTORE

Vincent Van Gogh nacque a Groot Zundert (Olanda) il 30 marzo 1853 da una modesta famiglia borghese; figlio di un pastore protestante, dopo diverse esperienze di lavoro fallite studiò teologia all’università di Amsterdam diventando predicatore nel Borinage.

Intorno al 1881 iniziò a maturare l’interesse per l’arte; autodidatta imparò a dipingere copiando le stampe di Millet.

A l’Aia prese lezioni di pittura; nel 1883 si trasferì nel Bramante dove dipinse la dura vita dei contadini.

Nel 1886 raggiunse il fratello Theo a Parigi ,e qui ebbe modo di entrare in contatto con pittori impressionisti quali Claude Monet, Camille Pissaro e affascinato dal loro cromatismo, adottò nuovi colori più brillanti.

Fu poi influenzato dal pittore George Seurat sperimentando la sua tecnica detta puntinismo in cui le forme vengono modellate dall’accostamento di minuscoli punti di colore puro i quali creano un senso di fusione e chiaroscuro cromatico. Anche le stampe giapponesi con le loro linee pulite e i colori intensi e piatti influenzarono notevolmente Van Gogh. Nel 1887 iniziò ad Arles, presso la “casa gialla” l’amicizia con Paul Gaguin conclusasi due mesi dopo con una violenta discussione durante la quale Van Gogh si tagliò parte di un orecchio con un rasoio: prima evidente manifestazione di squilibrio mentale. A partire dal 1889, Vincent fu più volte ricoverato per accessi di follia ed egli stesso chiese di essere internato in manicomio.

Tra un periodo di crisi e l’altro realizzò un numero sorprendente di quadri esprimendo il suo tormento con una linea convulsa e molto espressiva. Nel 1890 l’artista decise di tornare a nord stabilendosi presso il dottor Gachet. Nel luglio dello stesso anno senza che nessuno si fosse accorto del precipitare degli eventi Vincent si suicidò sparandosi al cuore e morì tra le braccia di Theo prontamente accorso da Parigi. Van Gogh fu un uomo istintivo dai sentimenti forti e violenti; la consapevolezza di essere incompreso, il dramma interiore di non capire se stesso, gli insuccessi, i rifiuti, l’isolamento, lo fecero piombare dapprima in una profonda depressione e in seguito in una forma di alienazione mentale che gli procurava tremende crisi di follia. Van Gogh si sentì sempre prigioniero e impossibilitato a infrangere le barriere che lo separavano dalla vita e felicità degli altri uomini, nonché incapace di uscire dal groviglio di pensieri cupi, repressi e pieni di sensi di colpa e di istinti autopunitivi ,alternati assai raramente da momenti di spensieratezza e serenità.

LA CORRENTE ARTISTICA

Van Gogh fu uno dei massimi esponenti del movimento chiamato postimpressionismo cioè quell’insieme di orientamenti artistici che si svilupparono in Francia soprattutto nell’ultimo ventennio dell’800 e che furono fondamentali per la nascita dell’arte del 900.

Sebbene basassero il proprio lavoro sulla ricerca tecnica e cromatica degli impressionisti i postimpressionisti non avvertirono più l’esigenza di riflettere la consistenza reale degli oggetti e della natura attraverso il colore e gli effetti luminosi ,cercano invece di dare corpo a una visione del mondo sempre più soggettiva e introspettiva. Van Gogh si accostò alla natura avvalendosi di colori vividi, spesso stridenti ,destinati a produrre emozioni profonde e molto intense. Se l’impressionismo era riuscito a carpire l’essenza delle cose senza dover scegliere un soggetto in particolare, perchè ogni manifestazione della natura era degna di essere rappresentata, l’espressionismo era andato oltre in un processo quasi infinito di ricerca personale, mai unicamente visiva o legato alla solida realtà delle cose, ma volto a evidenziarne certi aspetti, come il contorno, o il contrasto cromatico, in piena libertà di colore, in modo da rispecchiare le sensazioni e i tormenti dell’inquieto vivere di artisti come: Paul Cezanne, George Seurat, Paul Gogain e Vincent Van Gogh.

L’OPERA Il Ponte di Langlois

Nel 1884 van Gogh aveva dipinto un acquarello del ponte di Nuova Amsterdam nello stile della scuola dell’Aja, nel 1888 ad Arles, aveva scelto un soggetto analogo: il ponte levatoio di Langlois che scelse come soggetto per alcune tele e disegni.

Questa volta però l’ambiente era luminoso e lo aveva dipinto volendo ricreare l’atmosfera delle stampe giapponesi che lo avevano così tanto impressionato .

Il colori sono i veri protagonisti del quadro e la tavolozza di Van Gogh in questo periodo è talmente luminosa da abbagliare.

In questo olio su tela la struttura portante del ponte è molto sottile e dando un tocco esotico alla composizione contrasta decisamente con il possente muro in primo piano.

Nel dipinto l’equilibrio cromatico viene assicurato dal colore cristallino e uniforme del cielo che si riflette nelle acque appena increspate del fiume. La vegetazione sulla sponda sinistra è resa più esotica e meno uniforme mediante l’accostamento di nette pennellate arancioni e verdi.