Giuseppe Verdi

Vita e opere

Giuseppe Verdi viene alla luce nella domenica del 10/10/1813 a Roncole di Busseto in provincia di Parma da Carlo Verdi, un bottegaio con una grande passione per la musica che lo aveva portato a divenire presidente della piccola Filarmonica bussetana e Luigia Uttini, casalinga e filatrice.

Quando Giuseppe Verdi nasce, Busseto è sotto occupazione francese, nel territorio che fu in quegli anni il ducato Parma.

Per questo Giuseppe fu registrato all’anagrafe con nomi francesi: Joseph-Fortunin-Francois, Giuseppe Fortunino Francesco.

Il piccolo Verdi cresce in un ambiente rozzo, a contatto con i clienti dell’osteria di famiglia: contadini, muratori, birocciai, venditori ambulanti, braccianti, suonatori girovaghi e mendicanti.

La serena atmosfera familiare viene sconvolta nel 1816, quando Carlo e Luigia hanno un secondo figlio, una bambina di nome Giuseppa che purtroppo nasce minorata e morirà a 17 anni ritardata mentale.

Verdi, nato in un paese dove l’analfabetismo e un fenomeno molto diffuso, impara a leggere e a scrivere da don Pietro Baistrocchi, il parroco del paese che ha anche funzioni di maestro elementare e di organista.

Don Pietro gli insegna inoltre qualcosa di latino e soprattutto gli da qualche lezione di musica.

Si deve a lui la prima scoperta del talento musicale di Verdi.

Vista la sua predisposizione per la musica Carlo e Luigia decidono nel 1821 di comprarli una spinetta, strumento musicale che Giuseppe impara in breve tempo a suonare. Nel 1822 muore don Baistrocchi e Giuseppe suo giovane allievo gli succede come organista.

Giuseppe frequentò il Ginnasio, una sorta di I media dove frequenta il corso di musica sotto insegnamento di Ferdinando Provesi, un giacobino rivoluzionario già organista della Collegiata, che prende molto a cura gli insegnamenti a Verdi tanto che incomincia ad invitarlo a casa e gli mette a disposizione il suo bel pianoforte viennese, un Tomaschek, gli insegna la meccanica degli strumenti a fiato, il flauto, il corno, il clarinetto, perfino l’oficleide, nei quali Giuseppe eccelle.

Nel sia pur piccolo mondo bussetano, Verdi è considerato già alla sola età di 14 anni il più grande pianista del paese.

A 15 anni fa la sua prima apparizione in pubblico come compositore, scrivendo addirittura, a quanto pare, una sinfonia per il Barbiere di Siviglia di Rossini.

Nel 1831 a soli 18 anni pur privo di studi regolari, diventa maestro di musica ed impartisce lezioni a Margherita Barezzi che poi finirà per diventare sua sposa.

Giuseppe, suo padre Carlo e il maestro Provesi si trasferiscono temporaneamente a Milano per permettere a Giuseppe di frequentare il prestigioso Conservatorio milanese. Ma il conservatorio lo respinge per svariate ragioni, innanzitutto perché aveva già superato la soglia dei 14 anni previsti dal rigido regolamento, poi perché si era presentato con il passaporto del Ducato di Parma e quindi era considerato un forestiero ed infine affermò il maestro di pianoforte Antonio Angeleri: Giuseppe Verdi è irrecuperabile le sue mani sono impostate male e non c’è modo di correggerle.

Fu così che finanziato dal padre della futura sposa si trovò un insegnante privato, Vincenzo Lavigna professore di solfeggio e maestro di cembalo alla Scala di Milano. Le lezioni sono comunque produttive e Verdi incomincia ad imparare i trucchi del mestiere.

Nel 1834 gli capita di dirigere “La creazione” di Haydn al Teatro dei Filodrammatici dove fa amicizia con Pietro Masini il compositore che gli aprirà la strada per il suo esordio da operista.

Giuseppe ritorna a Busseto nel Luglio del 1835 dove riesce a trovare un posto fisso come maestro del comune.

Si sposa il 5/5/1836 con la coetanea Margherita Barezzi che gli darà due figli Virginia e Icilio che muoiono entrambi rispettivamente ad 1 e 14 mesi dalla nascita. Il viaggio di nozze è a Milano dove mettono su casa ma Giuseppe è spesso costretto a far ritorno a Busseto per i frequenti impegni di lavoro: l’impegno con la scuola, i concerti con la filarmonica e la composizione della sua prima opera il “Duca di Rochester” che non riuscirà mai a rappresentare e così compone “Oberto conte di san Bonifacio” che va in scena il 17/11/1839 alla Scala riscuotendo un gran successo.

Il 18/6/1840 Margherita muore improvvisamente all’età di 26 anni. Verdi affranto dal dolore si ritira per un po’ di tempo a Busseto ma poi ritorna a Milano per mettere in scena la sua prima opera comica “Un giorno di regno” con scarso successo anche per colpa della cattiva esecuzione.

Intorno al 1840 Giuseppe Verdi compose il “Nabucco” che andò in scena il 9/4/1842 e si ripeté per ben 57 volte ed ebbe un risultato clamoroso fu così che Verdi prese il volo verso il successo.

Dopo il grande trionfo di “Nabucco” Verdi diviene un compositore molto ricercato e lo incominciano ad invitare nelle case che contano, nei salotti dell’alta società come ad esempio nelle ville dei Maffei, dei Morsini, o degli Appiani tutte famiglie appartenenti alla nobiltà italiana.

Successivamente compose anche “I Lombardi alla prima Crociata”, un’opera di stile romantico che andò in scena alla Scala l’11/2/1843 a neppure un anno dal “Nabucco”. Anch’essa piace e viene riprodotta 27 volte.

Verdi cambia scenario e presenta una sua nuova opera “Ernani” una storia d’amore con sfondo politico, alla Fenice di Venezia il 9/3/1844 ed è ancora un trionfo, Così Verdi incomincia a viaggiare e conquista i teatri principali d’Italia e d’Europa.

Giuseppe Verdi compone ad un ritmo frenetico, più di un opera all’anno ,infatti in soli 14 anni dal 1843 al 1857 compone ben 16 opere di cui sicuramente le più famose sono “Il Rigoletto”, un’opera tragica; la “Traviata” (6/3/1853 alla Fenice) e il trovatore presentato il 19/1/1953 al teatro apollo di Roma.

Verdi sotto commissione del viceré d’Egitto da vita ad una nuova opera “L’Aida” che verrà rappresentata al nuovo teatro del Cairo in occasione dell’inaugurazione del canale di Suez.

Fu a 74 anni che Verdi ebbe il successo più grande, forse quasi inaspettato con inscenando alla Scala il 5/2/1887 “l’Otello” fu un vero e proprio trionfo.

L’ultima sua opera andò in scena il 9/2/1893 quando Giuseppe aveva 80 anni, il “Fastaff”.

Giuseppe Verdi si spense a Milano alle 2:50 del mattino del 27/1/1901 all’età di 88 anni, aveva chiesto funerali modestissimi e fu accontentato, Il 30 gennaio lo portarono al Monumentale alle 7:00 della mattina, sui parametri bui della chiesa Di San Francesco di Paola si leggevano le semplici parole: Pace all’anima di Giuseppe Verdi. Nel tempio c’era un semplice catafalco bassissimo con quattro candelabri ai lati e nessun addobbo, ma mezza Milano seguì il feretro fino al monumentale.