Gli Indiani d'America
Le grandi pianure
Ancora nel XIX sec. l'area delle Grandi Pianure era nota ai bianchi come il "Grande Deserto Americano".
I primi esploratori che ne avevano visitato i margini settentrionali e meridionali ne avevano completamente sottovalutato le possibilità. Prima dell'arrivo degli Europei, i gruppi seminomadi che vi risiedevano trovavano nell'agricoltura e nella selvaggina la propria economia di sussistenza. Queste zone iniziarono a popolarsi dopo il 1300, quando una lunga siccità costrinse popolazioni stanziate ai suoi bordi ad addentrarsi nella sconfinata distesa delle Erbe Alte.
I primi a giungere furono i Pawnee provenienti dal Texas e che si stanziarono vicino alle sorgenti orientali del fiume Platte, nell'odierno Nebraska.
Dopo di loro arrivarono i Wichita e i Mandan. Furono i bianchi a creare le condizioni di nuove emigrazioni di popoli verso le pianure. Il commercio delle pellicce alterò l'equilibrio delle forze tra le tribù native a favore di quelle che ne erano beneficiarie. Chippewa, Huron e Irochesi divennero delle vere potenze militari. Le tribù Siouan (di lingua Sioux), pressate dai vicini meglio armati, iniziarono a migrare raggiungendo il Missouri e venendo a contatto con Osage, Kansa, Ponca e Omaha, affini linguisticamente e in contatto con la cultura del Sud-est.
Le loro abitudini sociali si andavano trasformando: erano entrati ormai in una nuova fase storica.Percorsi più lunghi furono quelli di Dakota, Hidatsa e Crow che, stanziati intorno al 1300 nei territori degli attuali Minnesota e Wisconsin, furono spinti a ovest da Cree e Chippewa, armati dai francesi, e giunsero a stabilirsi in Montana e nel Nord e Sud Dakota.
Anche popolazioni che risiedevano molto più a nord, come i Piedi Neri (Piegan, Blood e Blackfoot) che occupavano la regione della Baia di Hudson, giunsero nelle Pianure dopo migrazioni successive nell'odierno stato canadese di Alberta e nel Montana (USA).
Un elemento giunse a mutare radicalmente la struttura sociale degli indiani delle Pianure: la diffusione del cavallo. Infatti nel 1540 in seguito alla colonia fondata dallo spagnolo Vasquez Coronado, questo animale divenne un elemento portante della vita di queste tribù.Il territorio che comprende le estensioni erbose che dai margini dei boschi orientali giungono fino al medio e alto corso del Mississippi-Missouri era abitato da popolazioni di lingua Sioux e Caddo, come i Mandan, gli Hidatsa, gli Arikara, i Pawnee, gli Osage e gli Omaha, che avevano un'economia mista di agricoltura e caccia e fungevano da mediatori tra i nomadi delle Pianure e la grande tradizione del Sud-est . Abitavano in grandi capanne di terra, praticando l'agricoltura lungo i corsi d'acqua, ma organizzavano grandi cacce al bisonte, spostandosi dietro alle mandrie con tende di pelle, i "tepee". Avevano una vita cerimoniale molto elaborata e non andavano in guerra se non dopo lunghi rituali.
Tra essi i Pawnee erano forse i più legati alla cultura del Sud-est e della Mesoamerica; possedevano infatti buone conoscenze astronomiche e carte celesti e gli Skidi Pawnee praticavano un Sacrificio umano alla Stella del Mattino.Un guerriero aveva una visione e partiva in una spedizione sacra per rapire una fanciulla nemica; dopo un anno la vittima veniva uccisa in una cerimonia complicata, che riproduceva la creazione dell'umanità. I Pawnee influenzarono tribù vicine e lontane, tramandando la tradizione della Pipa della Pace, che sanciva i trattati lungo la valle del Mississippi.
I Mandan con la loro cerimonia dell' Okipa influenzarono la Danza del Sole, e la Danza dell'Erba degli Omaha, una danza di vittoria, doveva diventare la favorita delle tribù delle Grandi Pianure tra il Canada e I'Oklahoma dai giorni delle riserve a oggi. Situate su uno dei grandi crocevia di traffico commerciale, ricche e semisedentarie, queste tribù vennero decimate dalle malattie e dalle razzie degli indiani delle Pianure. Attualmente molte di esse hanno ritrovato un po' di pace in Oklahoma.
Le tribù che vivevano ai margini delle Terre Boscose orientali, dedite alla coltivazione del mais, alla raccolta del riso selvatico e alla caccia al cervo, all'orso e al bisonte, vennero spinte progressivamente le une contro le altre dalla guerra tra Inglesi e Francesi e dal tentativo degli Irochesi di assicurarsi il monopolio assoluto del commercio delle pellicce con i bianchi. Più agguerrite e meglio armate con i fucili dei bianchi le tribù dei Grandi Laghi spinsero quelle più deboli nelle Pianure erbose, ove l'agricoltura era impossibile e le mandrie di bisonti si stendevano a vista d'occhio .Sembra che in America prima del 1870 ci fossero circa 60 milioni di bisonti, divisi in 4 grosse mandrie che migravano da nord a sud ogni stagione, anche se già nel XVIII sec. nelle radure dell'Est erano quasi scomparsi. Gli indiani del Middle West si spingevano l'estate nelle Grandi Pianure per inseguire a piedi le bestie e fin dai tempi dei cacciatori di mammut avevano dovuto faticare, massacrando più animali di quanti ne riuscissero a consumare, facendoli precipitare giù dalle scarpate o intrappolandoli in corrals e canyon ciechi, mentre il loro mezzo di trasporto erano i cani e le schiene delle loro donne. L'arrivo del cavallo, diffusosi dai territori spagnoli più a sud fino al Canada in circa un secolo, trasformò completamente la vita dei nuovi arrivati, rendendoli più mobili e più efficienti nella caccia: ora le mandrie potevano venire seguite facilmente, si potevano uccidere solo gli animali necessari in cariche fulminee, mentre la carne e le pelli venivano caricate sui cavalli da soma. Si sviluppò una nuova cultura.
Cacciatori, capi e guerrieri
Nella vita delle Pianure importanti erano le Società: ce n'erano di guerrieri, di sciamani e di donne e una delle più famose era quella dei Soldati Cani Cheyenne. Tali associazioni controllavano l'ordine del campo durante i trasferimenti, le cacce, le cerimonie e davano feste proprie. Portavano acconciature speciali e durante lo svolgimento delle loro funzioni i membri delle società potevano punire duramente i trasgressori perché, a causa dell'indisciplina durante una caccia al bisonte, l'intera tribù poteva morire di fame. Solo in caso di grave carestia i Comanche si rivolgevano al "medicine man" perché localizzasse gli animali; i Cheyenne avevano sciamani appositi, eredi della tradizione settentrionale della "tenda tremante", mentre i Sioux si rivolgevano ai Sognatori di Bisonti, i Piedi Neri avevano gran fiducia nelle Pietre del Bisonte e i Crow usavano le Pietre di Medicina. Si credeva che anche alcuni animali aiutassero a localizzare le mandrie: quasi tutti onoravano il grande corvo e i Comanche rispettavano anche il rospo cornuto, chiamato "Chiedendo del Bisonte" perché, quando gli veniva posta quella domanda, correva sempre verso gli animali . Tutto era usato del bisonte: la carne, la pelle per mocassini, gli abiti e le tende; la groppa forniva gli scudi e i peli si usavano per tessere cinture e corde, dalle corna si ricavavano i cucchiai e i tamburelli a mano, il midollo era usato come colla e i tendini servivano per le corde degli archi e come filo da cucito. Il cranio, la lingua e il cuore venivano generalmente usati per scopi cerimoniali, la vescica per le borracce e le budella per il "pemmicam". La Danza del Bisonte serviva per ingraziarsi lo spirito animale imitandone le movenze: i Sioux dicevano che era la Donna Bisonte Bianco che li mandava ogni anno e le donne la celebravano con una società. Le tribù delle Pianure avevano capi di pace anziani, guerrieri onorati in pensione, che erano 44 tra i Cheyenne e 7 tra i Sioux e accanto a loro c'erano i capi di guerra, uomini famosi per le molte scorrerie vittoriose e un largo seguito. Tra gli Oglala Sioux i capi "che indossano la casacca", simbolo del loro rango, potevano solo consigliare, ma poi ogni guerriero decideva per sé; altre tribù avevano gerarchie più stabili e talvolta anche ereditarie. I capi designavano anche i cacciatori che sfamassero chi non aveva più nessuno: i vecchi, le donne sole e gli orfani, ed era un grande onore essere scelti. Le tribù, ora non più agricole ma cacciatrici nomadi e prive del concetto di proprietà privata della terra, consideravano la guerra una serie di colpi di mano, dove era più importante mostrare il proprio valore e razziare cavalli che uccidere. Le mandrie di cavalli dei guerrieri più famosi si ingrandivano sempre più e cominciò a crearsi un ceto di benestanti che aveva un gran peso nei consigli tribali.
La guerra
Spesso le dispute nascevano da controversie sui terreni di caccia o per razzie di cavalli o per vendetta di un lutto. Le spedizioni in grande stile, sia di caccia che di guerra, erano organizzate da un guerriero famoso e spesso alcune donne con le tende accompagnavano i guerrieri, ma di solito sul sentiero di guerra scendevano solo piccoli gruppi in cerca di gloria. Il leader aveva in genere ricevuto un sogno che lo ispirava e tutto il gruppo praticava una rigida continenza sessuale, come se andasse a caccia, perché il potere femminile era legato alla vita ed essi andavano in una missione di morte. La rottura del tabù o, peggio, il contatto con una donna mestruata, avrebbe causato quindi la rovina certa. Se durante la strada il gruppo incontrava qualche segno di sfortuna abbandonava l'impresa ma, se questa riusciva, tornava trionfante e accolto da grandi feste. Talvolta i guerrieri si erano procurati degli scalpi : entravano allora nel campo con il volto dipinto di nero e donavano lo scalpo, simbolo sessuale, alle donne o agli omosessuali, che lo brandivano nella Danza dello Scalpo, una danza di vittoria. Tutti gli atti di guerra avevano un preciso valore e l'azione più coraggiosa era toccare un nemico vivo e portargli via l'arma: si contava così il "colpo", un'usanza portatasi dietro dai tempi della vita nei boschi. Alcuni guerrieri possedevano dei lunghi bastoni apposta per battere "il colpo", che dava diritto a penne d'aquila tagliate, dipinte e indossate in modo speciale, a seconda dell'azione. L'aquila era un animale il cui valore religioso era fondamentale e solo alcuni cacciatori potevano catturarla .Il grande casco di penne non era tipico dei capi, ma significava che il possessore era un grande guerriero e nessuno indossava il casco se non quando il popolo lo riteneva degno.
Il mondo circolare
A una certa età i ragazzi si allontanavano dal campo per avere una visione che l'uomo di medicina interpretava. Nella tribù lo sciamano era in genere un guerriero che aveva avuto una tale visione da essere sacro e poteva vedere cose soprannaturali. In certe tribù anche le donne potevano avere il dono e a seconda della visione e dello Spirito Guardiano che ricevevano c'erano i guaritori, i veggenti e le guide spirituali, come Toro Seduto. Questi "uomini di medicina" consigliavano i guerrieri e li preparavano per la battaglia, conservavano le usanze della tribù e la sua storia, interpretavano le visioni e custodivano i simboli sacri.Il significato rituale del numero Quattro e dei suoi multipli è comune a tutte le tribù delle Pianure e affonda le sue radici nella preistoria.Esso ricorda le 4 direzioni, legate alle stagioni e ai venti. Mentre nell'Est lo spazio sacro è uno spiazzo quadrato o rettangolare, nelle Pianure è un cerchio. Gli Oglala ritengono che il cerchio sia sacro perché il Grande Spirito ha fatto sì che in natura tutto sia circolare, eccetto la pietra. La pietra, essendo immobile, è l'agente della distruzione e dell'eternità; il cerchio è il simbolo dell'universo e del tempo. I gruppi nomadi preistorici ci hanno lasciato grandi Ruote di Medicina dal Wyoming all'Alberta, situate sulla cima di colline e contenenti allineamenti di pietre che segnalano il solstizio d'estate e la posizione di alcune stelle.La disposizione del "grande cerchio" dell'accampamento di tende storico dimostra che questi simboli sono antichi e legati agli spostamenti delle mandrie.I Cheyenne celebravano il Rinnovamento delle Frecce nel periodo del solstizio d'estate, e quando questa cerimonia non veniva offerta si eseguiva la Danza Animale. La Danza del Sole avveniva a seconda delle tribù tra il solstizio e il culmine dell'estate, quando il sole era alto.
Il "tepee"
Il cerchio è anche simbolo del "tepee" e di protezione. Il "tepee" era una struttura conica costruita con un numero variabile di pali, ricoperto di pelle di bisonte. Servivano da 14 a 18 pelli per un "tepee" normale e fino a 20-22 per le tende di medicina. Favoriti dalla vicinanza di zone ricoperte di pini i Crow si distinguevano per i pali eccezionalmente lunghi, ma altre tribù percorrevano centinaia di miglia nella prateria priva di alberi per procurarseli.Alcune tribù cominciavano la costruzione con un tripode di 3 pali (Cheyenne, Arapaho, Sioux Teton, Assiniboin, Kiowa, Gros Ventres, Cree, Mandan, Arikara, Ponca, Oto e Wichita), mentre altre usavano iniziare con 4 pali (Crow, Hidatsa, Piedi Neri, Sarsi, Ute, Shoshoni, Omaha e Comanche).La donna alzava il "tepee" e in generale ne era considerata la proprietaria; importante simbolo era la corrispondenza tra focolare centrale e buco per il fumo, mentre l'entrata era orientata ad est e il posto d'onore a ovest. Ogni volta che veniva confezionato e alzato un "tepee" nuovo, prima che qualcuno potesse entrarci dentro, escluse le lavoranti, esso doveva essere trattato ritualmente: un guerriero che avesse contato un particolare tipo di "colpo" lo inaugurava.Un tempo i "tepee" dipinti erano molto personali ed esprimevano la ,visione del proprietario, in particolare capi e uomini di medicina dai sogni molto potenti, e di solito erano distrutti alla loro morte. In queste tende alcune tribù custodivano i Fardelli Sacri. I "tepee di guerra", che narravano le imprese guerresche, non erano "tepee" di medicina. In ogni caso il "tepee", anche quello comune, aveva di per sé valore come protezione spirituale, più che come riparo fisico, contro le Potenze che sono presenti nel mondo. Particolarmente belli e ancora oggi utilizzati sono i "tepee" Piedi Neri, ognuno con le sue cerimonie e la sua storia.All'interno del "tepee" c'erano i giacigli, divisi tra loro da tramezzi che servivano anche come poggiaschiena. Negli spazi liberi erano ammucchiati oggetti e riserve alimentari. La carne secca e il "pemmicam" erano conservati nei "parfleche", una specie di borsa di pelle grezza dipinta. Vi erano poi le "possible bags", le borse in cui era possibile ficcare di tutto, di forma rettangolare e ricamate con aculei di porcospino o perline di vetro. Il fardello di medicina che il proprietario poteva avere in genere pendeva dai pali sul lato ovest, e alle pareti erano attaccate armi e oggetti vari. Fuori della tenda, su un tripode, c'era lo scudo con la sua copertura: era stato costruito con una particolare cerimonia e portava dipinto il sogno del guerriero.Era una protezione magica e le donne in genere non lo potevano toccare.
Gli oggetti di vestiario
Gli uomini in genere avevano gambali legati in vita da legacci e un perizoma. I gambali potevano essere dipinti o decorati con ricami in aculei di porcospino e/o perline, frange di pelle, capelli o crini di cavallo. Alla pelle di cervo si aggiunsero la stoffa e le decorazioni con nastri. Anche il perizoma poteva essere decorato e, insieme ai gambali, dava l'impressione di "pantaloni". Ai piedi gli indiani calzavano mocassini ricamati con aculei o perline. Nelle Pianure settentrionali la decorazione era molto pronunciata, mentre a sud si preferivano poche perline e belle, lunghe frange, con o senza conetti metallici che tintinnavano. Le camicie di pelle dette "di guerra" un tempo erano indossate solo da guerrieri famosi, poi divennero comuni. Con le riserve si diffusero le camicie di stoffa, spesso dipinte, come nella Danza degli Sp,5tri. Un mantello di bisonte, con l'interno di pelo e l'esterno decorato da pitture, era indossato in genere coprendo la spalla sinistra. Sulla testa un tempo solo i capi e i guerrieri leggendari potevano indossare caschi di penne d'aquila. Il tipo "diritto" era tipico dei Piedi Neri e delle tribù del Plateau. Il tipo a "sole", noto come "copricapo Sioux" fu forse inventato dai Crow ed è stato reso famoso dai film western. Poteva avere una "coda" che giungeva fino a terra.Le donne avevano abiti meno vistosi, confezionati in generale con pelle di cervo e, per la festa, con bianca pelle di antilope. La parte superiore era spesso decorata con perline o aculei, specialmente nel nord. Le Sioux talvolta ricamavano con perline tutte le spalle, il petto e le braccia, mentre le Piedi Neri e le Shoshoni usavano bande orizzontali e rosette. Le Crow amavano più delle altre cucire sull'abito incisivi di cervi, segno di grande ricchezza. Le donne Kiowa e Comanche invece dipingevano la pelle e contavano sulle splendide frange, spesso ornate con conetti metallici e qualche perlina.I mocassini femminili potevano essere, come quelli maschili, a suola morbida o dura, con gambali ricamati legati al ginocchio. Nel sud questi gambali erano talvolta cuciti al mocassino, creando una specie di stivale: un'innovazione Comanche diffusasi tra Cheyenne, Arapaho e Kiowa.Le donne alla cintura appendevano anche un coltello, una borsa tuttofare e la lesina per bucare la pelle. Gli uomini, oltre alla guaina di coltello decorata, avevano una borsa tuttofare e una borsettina "porta acciarino".Con l'avvento del periodo delle riserve, dal 1880 in poi, il costume degli indiani delle Pianure comincia a perdere le differenze tribali. Attraverso le tribù dell'Est e del Canada si diffondono i disegni floreali, che soppiantano per un certo tempo il caratteristico geometrismo delle donne delle Pianure. Il ricamo e l'ornamento tendono a diventare barocchi, si aggiungono indumenti ibridi come il panciotto ricamato, il "cappello da riserva", i fazzoletti di seta, gli scialli, le campanelle a profusione e - dal 1920 in poi - nasce dalla Danza dell'Erba degli Omaka, diffusasi attraverso i Sioux in tutte le Pianure, il tipico costume da "pow-wow".Il "pow-wow" è l'attuale festa indiana, nata per i turisti in Oklahoma, ora occasione per incontrarsi e divertirsi tra indiani. Con le guerre mondiali, e la grande mobilità si è creato oggi un costume Panindiano, tanto che è attualmente ben difficile distinguere le differenze tribali.
La capanna sudatoria
La capanna sudatoria (sweat-lodge) aveva grande importanza e per molti indiani un valore anche terapeutico. La capanna dei Crow era considerata di regola come un'offerta al Sole, ma le associazioni simboliche variavano da tribù a tribù. Nelle Pianure la costruzione era una cupola fatta con rami di salice, simbolo di rinnovamento, mentre in altre aree geografiche era di legno a pianta rettangolare o semisotterranea. Il numero dei rami era diverso anche a seconda delle occasioni: Crow e Piedi Neri ne usavano di solito 14, ma i Crow potevano adoperarne anche un centinaio. Cento era il numero essenziale per le capanne sudatorie Piedi Neri preparate per la Loggia di Medicina della Danza del Sole, perché 100 era il numero che rappresentava la tribù. Queste speciali capanne Piedi Neri sul lato nord erano dipinte di rosso, simbolo del maschile, del giorno e del sole e sul lato sud di nero, simbolo del femminile, della notte e della luna. In cima alla capanna era posto un cranio di bisonte, metà rosso e metà nero. Altre tribù, come i Sioux e gli Arapaho, ponevano il cranio all'interno della capanna oppure sopra un tumulo di terra a est, che si trovava all'esterno, all'estremità di un "sentiero sacro". La pipa poggiava sul cranio o su una rastrelliera che ricordava l'essiccatoio della carne in miniatura e là vicino c'era un fuoco preparato e acceso in modo rituale.La capanna sudatoria Oglala Sioux era indispensabile al Rito di Purificazione, uno dei Sette Grandi Riti descritti da Black Elk.La capanna sudatoria è tuttora praticata e riproduce l'universo: il pavimento circolare simboleggia la Terra, piatta e circolare che, secondo i Piedi Neri, è il pavimento della casa del Sole e della Luna; la cupola di rami di salice rappresenta la scodella del Cielo e la copertura quindi della Casa Divina. Il Sioux Black Elk spiega che il focolare al centro della capanna è il centro dell'Universo in cui dimora Wakan Tanka con il suo potere rappresentato dal fuoco. Le pietre sono il simbolo della Terra Progenitrice e rispecchiano anche la natura indistruttibile ed eterna di Wakan Tanka, il Grande Mistero.
La Danza del Sole
Questa festa rituale, che dura dagli 8 ai 15 giorni, è diventata agli occhi dei bianchi un simbolo dello spettacolare stoicismo tipico degli indiani. Tuttavia la cerimonia si è formata su una base più antica solo qualche tempo dopo l'introduzione del cavallo nelle Pianure e cioè intorno al 1800. Gli ultimi ad adottarla furono gli Ute nel 1890.Il termine "Danza del Sole" deriva dai Sioux che usavano fissare il sole direttamente, mentre altre tribù fissavano lo sguardo sul palo centrale; sembra che i Comanche fossero i soli a non adottare questo rito oppure lo facevano molto sporadicamente. I Cheyenne e gli Arapaho lo chiamavano Sacrificio, Offerta, Danza di Medicina o Capanna della Nuova Vita. Essi possedevano la forma più sviluppata del rito, che probabilmente rielaborarono sul modello Omaha e Mandan, di cui erano stati vicini e mediatori, e lo trasmisero agli altri. La grande struttura cerimoniale Cheyenne e Piedi Neri aveva un palo centrale e un cerchio di 12 pali diritti, uniti a quello centrale da pali orizzontali. I Cheyenne e i Sioux stendevano delle pelli su questa struttura, mentre Crow e Piedi Neri usavano cespugli e arbusti. I Sioux avevano un cerchio di 28 pali e non li univano al centro come gli altri.Il palo centrale, di solito dipinto, rappresentava il centro dell'universo e la via di comunicazione tra cielo e terra. Era un pioppo scelto ritualmente cui restava solo la biforcazione dei rami dove venivano poste una fascina - il nido dell'Uccello Tuono - e vari simboli: Cheyenne e Sioux, per esempio, vi appendevano figure fawche e altri oggetti. La cerimonia era offerta da un individuo per adempiere un voto pronunciato in un momento di bisogno, ma serviva anche per il benessere comune, per rinnovare la comunione con la Terra, per benedire la tribù, favorire la fertilità dei bisonti e il vigore proveniente dal Sole.L'autotortura che ha reso famosa questa danza era un aspetto secondario:alcuni si appendevano per i muscoli pettorali e/o della schiena al palo centrale e danzavano finché la pelle non si strappava . Solo in alcune tribù lo facevano; tutti però non toccavano né cibo né acqua per 3 giorni e 3 notti. Per questo Ute, Shoshoni, Cree e Ojibwa delle Pianure la chiamavano Danza della Sete. Tra i Piedi Neri solo una donna poteva pronunciare il voto e dare inizio alla danza, mentre tra i Cheyenne e gli Arapaho gli antichi riti della fertilità si ritrovavano nel rapporto sessuale tra la moglie dell'Offerente e il capo rituale della cerimonia.Tutte le bande si riunivano per la Danza in vari periodi dell'estate dopo la caccia al bisonte, quando c'era abbondanza alimentare sufficiente a sostenere un grande accampamento, e contemporaneamente alla Danza del Sole si celebravano anche altri avvenimenti, come la perforazione delle orecchie ai bambini, la stipulazione di fidanzamenti, l'ammissione a Società, alleanze politiche, ecc. Degli speciali "medicine men" un mese prima si erano assicurati tempo sereno con riti particolari. Il significato specifico dell'intera cerimonia variava da tribù a tribù: per i Piedi Neri era più legata al successo in guerra e per i Crow l'antico rito era privo del lato comunitario ed era incentrato sulla vendetta.I bianchi non compresero l'aspetto religioso della cerimonia e la considerarono un rito crudele ed osceno o, più genericamente, una selvaggia "danza di guerra". Le pressioni di militari, missionari e agenti di riserva portarono alla messa al bando della Danza del Sole. L'ultima celebrazione originale nella riserva Siox di Standing Rock avvenne nel 1882 e fu interrotta dai soldati. Alcune tribù però non rinunciarono mai: Arapaho, Shoshoni, Cheyenne del Sud, Piedi Neri, Cree, Assiniboin e Ponca continuarono nonostante le persecuzioni. Alla fine degli anni venti le restrizioni si rilassarono un po' e vennero abolite nel 1934 con l'Indian Reorganization Act. Da allora varie tribù hanno ridato vita alla cerimonia, mentre si è sviluppata una nuova forma CrowShoshoni. Con il "ritorno alle riserve" di molti militanti indiani e lo sviluppo del Movimento Indiano, dagli Anni Sessanta in poi vi è stata una grande ripresa di questa festa.
La Danza degli Spettri
Nel 1886 una scintilla di speranza si accese nel Nevada, si sparse per le praterie come un incendio e si spense tragicamente nel 1890 in South Dakota: la Danza degli Spettri. Un indiano Paiute, Wowoka, manovale girovago e ubriacone, venne a contatto con i movimenti messianici indiani della Costa Nord-ovest come i Dreamers e gli Shakers, mentre un altro Paiute nel Nevada aveva già sognato un'altra Danza degli Spettri nel 1870.Da circa 20 anni gli indiani erano stati sempre più spinti nella disperazione dell'inarrestabile avanzata dei bianchi. Wowoka "morì e resuscitò" due volte e vide Dio: una gran massa di fango avrebbe sepolto i bianchi e i loro marchingegni, ricoprendo la terra. Gli indiani dovevano danzare l'antica danza in cerchio: la fiumana li avrebbe risparmiati, la terra sarebbe rifiorita, gli animali sarebbero stati numerosi come un tempo e i morti indiani sarebbero resuscitati. La voce del Messia si sparse tra Shoshoni, Bannock e Arapaho e di qui ai Sioux, Cheyenne, Kiowa e Pawnee.Alcune tribù rifiutarono ogni oggetto dei bianchi e quindi anche i ricami di perline e gli ornamenti metallici. Si diffuse una "camicia" di pelle o stoffa dipinta con cerchi solari, falci di luna, stelle e croci, uccelli e tartarughe.Molti si dipingevano il viso di rosso con una mezzaluna nera sulla fronte o sulle guance.Danzavano per giorni e giorni fino a cadere in trance e i Sioux dicevano che le pallottole non li avrebbero colpiti se avessero indossato le camicie di mussolina dipinta. L'esercito si innervosì, interpretandola come un'altra "danza di guerra" e intervenne. Il massacro di circa 300 Sioux inermi a Wounded Knee nel 1890 pose fine al movimento.
La Chiesa Nativa Americana e il Peyote
L'uso del cactus "peyote" risale a tempi molto antichi e il nome deriva dal nahuatl, la lingua degli Aztechi. Gli Huichol del Messico organizzano ogni anno una "spedizione sacra" per trovare i bottoni del cactus, che contengono molti alcaloidi, di cui il più importante è la mescalina. Mangiati in quantità sufficienti, cioè circa 40 bottoni dal cattivo sapore, si hanno in genere visioni in cui gli oggetti sono circondati da magnifici colori. E’ possibile che nel XIX sec. Kiowa e Apache che compivano scorrerie in Messico lo abbiano introdotto negli Stati Uniti, dove cresce solo nel Sud-ovest. Dopo la chiusura nelle riserve in Oklahoma si sviluppò un Culto del Peyote che sembra fortemente influenzato dai Kiowa e che si è diffuso non solo per tutte le Pianure fino al Canada, ma anche tra i Navajo e gli Ute.Privo però di ogni caratteristica messicana, è senza dubbio un rituale delle Pianure: si svolge dentro un "tepee", intorno a un altare di terra a forma di mezzaluna con oggetti tipici: i ventagli di penne d'aquila, il sonaglio di zucca, il fischietto d'osso d'aquila, il bastone piumato, la salvia stesa sul pavimento, l'incenso di aghi di cedro e una decorazione tipica in perline a "punto Comanche".Sull'altare di terra viene posto un bottone di cactus particolarmente grosso, il Capo Peyote, e il leader, l'Uomo della Via, guida il rito cantando canzoni del peyote. Il Capo del Tamburo lo accompagna su un tamburo ad acqua, l'Uomo del Cedro si occupa dell'incenso e l'Uomo del Fuoco tiene acceso il fuoco rituale e con le ceneri plasma la forma dell'Uccello Tuono. Ognuno mangia i bottoni distribuiti dall'Uomo della Via e si fumano speciali sigarette. Al mattino vi è un pasto rituale, portato dalla Donna del Peyote.Questa religione, un rito comunitario con superficiali influenze cristiane, è la più diffusa tra gli indiani oggi e si è organizzata nel 1945 come Chiesa Nativa Americana, riconosciuta dal Governo.
Gli Indiani oggi
Gli Stati Uniti cessarono di stipulare trattati con gli indiani nel 1871, quando il Congresso decise che "nessuna tribù sarà riconosciuta come nazione indipendente". Dopo il massacro di Wounded Knee nel 1890 comincia definitivamente l'Era delle Riserve. Gli indiani sono depressi e impoveriti, vittime dell'alcool e del malgoverno dei funzionari dell'Ufficio Affari Indiani. La terra tribale è affittata ai bianchi per pochi soldi, molti bambini sono sequestrati e spediti in lontani collegi dove è proibito loro parlare la propria lingua, osservare i propri costumi e la propria fede. Molte cerimonie religiose sono vietate. La popolazione indiana negli Stati Uniti è al suo minimo storico: circa 250.000 persone (esclusa l'Alaska). Il Dawes Act introduce la proprietà privata e rapina gran parte delle terre indiane rimaste nel 1887.Nel 1924 gli USA costringono gli indiani alla cittadinanza, mentre la crisi del '29 provoca altra perdita di terre. Il New Deal crea governi tribali su modello americano e forza le tribù ad accettarli. Dal 1949 in poi il governo cerca di spingere gli indiani in città, per far perdere loro gli ultimi legami culturali con la propria terra, ma negli anni Sessanta proprio nelle città nasce il Movimento Indiano, per influenza delle lotte dei neri e contro la guerra del Vietnam.L'occupazione di Wounded Knee nel 1973 lo porta alla ribalta.Ora il 64% degli indiani vive in città, specialmente in California, a New York, Chicago, Minneapolis e Oklahoma City e molte riserve hanno gravi problemi di inquinamento causati dallo sfruttamento delle risorse minerarie da parte delle multinazionali.Gli indiani hanno però avuto un forte aumento demografico: negli Stati Uniti sono oggi circa un milione e mezzo e hanno cominciato ad affacciarsi sulla scena internazionale.