Questionario:
L'Europa dei Carolingi
e il Sacro Romano Impero
1) Astolfo, a differenza dei suoi predecessori, non esitò a riaccendere le antiche inimicizie col papa. Avendo, infatti, intenzione di riunire nelle sue mani l'intera penisola italica, invade l'Esarcato e il ducato di Spoleto, movendosi, subito dopo, alla volta del ducato di Roma dove Astolfo, sovrano longobardo, a differenza dei suoi predecessori, non esitò a riaccendere le risiedeva il papa che in quel periodo era Stefano II°.
Questi, quindi, minacciato dai Longobardi, decide di chiedere aiuto ai Franchi, una tribù germanica che aspirava al dominio dell'Italia.
Il pontefice non esita neanche un po' a chiamare i Franchi. La posta in gioco è troppo alta. Si tratta, addirittura di rischiare di perdere la propria supremazia, il potere che, lentamente, papa dopo papa si era andato consolidando. E' proprio questo timore che spinge papa Stefano II° a "decidere" di approfittare dell'aiuto e della protezione dei Franchi
2) I Franchi erano un insieme di popolazioni germaniche che si erano stanziate nella regione della Gallia romana e, proprio per questo, prodotto della fusione fra barbari e romani. Un popolo sì dedito alla guerra ma non per questo costituito da gente del tutto analfabeta.
3) Clodoveo era il nipote di Meroveo, il fondatore della dinastia dei Merovingi. Viene ricordato perché contribuì a dare una maggiore stabilità politica al suo popolo e perché riuscì ad imporre la propria autorità a buona parte della Gallia.. Ma la maggiore delle opere fu, senza dubbio, il tentativo, riuscito, di far convertire il suo popolo al Cristianesimo. Alla morte di Clodoveo vi fu, però, un lungo periodo di lotte civili che portarono alla divisione del regno in due parti, la Neustria e l'Austrasia, entrambe governate da un re sotto cui stava un uomo di fiducia detto maggiordomo. E' stato proprio per opera di uno di questi, Pipino di Heristal, che nacque la dinastia dei Pipinidi.
A Pipino di Heristal successe il figlio Carlo detto Martello (ossia piccolo Marte) a cui si deve la clamorosa sconfitta degli Arabi a Poiters. Si ebbe però soltanto col suo successore, Pipino il breve, il colpo di stato che fece diventare, a tutti gli effetti, famiglia regnante i Merovingi.E' in questo momento che il papa Stefano 2° legittima il colpo di stato di Pipino il breve e per rafforzare l'alleanza stato-chiesa e, soprattutto, per dimostrare la propria supremazia sui monarchi.
Morto Pipino il regno viene diviso fra i suoi due figli: Carlo e Carlomanno. Carlomanno tentò, ma invano, di promuovere una politica pacifica nei confronti dei Longobardi. Egli, infatti, morì pochi anni dopo. Proprio di questa morte approfitto Carlo per unificare sotto se stesso tutto il regno. Il suo regno durò ben 46 anni. Attuò una politica essenzialmente bellica riuscendo ad estendere moltissimo i confini del regno (Ricordiamo che sconfisse perfino i Sassoni). Fu sotto Carlo Magno (gli era stato attribuito quest'aggettivo) la battaglia di Roncisvalle, battaglia che se dal punto di vista storico non è molto importante, è stata molto "gonfiata" dall'epica cavalleresca (Chanson de Gesta).Fu anche il difensore e premonitore del cattolicesimo tanto da essere incoronato dal papa Leone 3° nella notte del Natale dell'800, imperatore del nascente Sacro Romano Impero.
4) L’alleanza fra papato e Franchi ha inizio quando Stefano 2° viene minacciato dai Longobardi ed ha bisogno d’aiuto militare. Questa alleanza però non dà solamente buoni frutti. Difatti se da una parte il papa mantiene i suoi poteri dall’altra parte, invece, si sottomette al potere di un monarca. Si sottomette perché, avendo bisogno di questa protezione, ammette che non può fare a meno del sovrano. A questo punto, per cercare di ribaltare la situazione, legittima il colpo di stato effettuato da Pipino il breve. Sotto Carlomanno la situazione si fa più tranquilla ma, alla sua morte, con Carlo Magno, ricomincia quella serie di “favori” e d’opere che hanno solo lo scopo di dimostrare la superiorità ora del papa sull’imperatore, ora dell’imperatore sul papa. Ricordiamo a proposito tutte le guerre volute da Carlo Magno che appoggiò tra l’altro anche opere di conversione al cattolicesimo, e, la cerimonia d’incoronazione del sovrano attuata grazie al consenso del papa Leone 3° la notte di Natale dell’800.
5) La decadenza d dominio longobardo si ha soprattutto a causa dei Franchi. Questa popolazione germanica con a capo Astolfo, ebbe facilitata la scesa in “Italia” dal papa Stefano 2°. Attaccando per ben due volte, riuscì a costringere i Longobardi a cedere i loro possedimenti italici. Con la morte d’Astolfo, Desiderio, suo successore, tentò, attraverso il matrimonio della propria figlia con Carlo Magno, di allearsi con i Franchi ben più forti di lui e, per di più, appoggiati dal papa. Tutto ciò finì con la morte di Carlomanno quando Carlo Magno ripudiò la moglie e sconfisse sia Adelchi, figlio di Desiderio, che Desiderio stesso assumendo quindi il dominio incontrastato in tutta la penisola.
6) Come ben sappiamo Carlo Magno attuò una serie di guerre con in mente l’idea di ottenere due cose. Egli voleva allargare i confini del proprio regno fino addirittura a ricreare un regno della stessa grandezza dell’impero Romano e, allo stesso tempo, convertire al cristianesimo i popoli pagani che man mano andava sottomettendo: creare insomma un impero della stessa grandezza di Roma ma sotto la religione cristiana.
7) Con l’atto di soccorrere il papa l’imperatore si mette in una posizione di superiorità rispetto a quest’ultimo che per ribaltare la situazione incorona Carlo imperatore del Sacro Romano Impero, dandogli addirittura il titolo d’Augusto e di piissimo. Sia l’imperatore sia il papa tentano in ogni modo di mostrarsi l’uno superiore e indispensabile all’altro. Da un lato l’imperatore serve al papa per protezione, dall’altro il papa serve all’imperatore per essere incoronato. Conseguenza di ciò sarà il fatto che gli imperatori chiederanno di partecipare alle elezioni dei papi e che quest’ultimi rivendicheranno la superiorità del potere spirituale su quello temporale.
8) Il Sacro Romano Impero a differenza di quello Romano non aveva un’amministrazione accentrata ed unitaria Lo stato era una sorta di federazione di vari statarelli che, una volta sottomessi da Carlo, mantenevano le loro usanze e i costumi fatta eccezione per la religione che era cristiana in tutto il regno. L’impero romano aveva una complessa burocrazia ben divisa nelle mani di più uomini, nel nuovo impero il potere era tutto nelle mani di un solo uomo: l’imperatore.
9) Dal punto di vista religioso il Sacro Romano Impero era uno stato cattolico. Dal punto di vista politico era suddiviso in contee(i territori al centro )e marche(i territori ai confini, bisognosi di protezione dagli attacchi dei nemici)affidate rispettivamente a conti e marchesi ossia uomini di fiducia del sovrano. Periodicamente l’imperatore mandava dei missi dominaci (funzionari del re) a sorvegliare l’operato dei conti e dei marchesi. Due volte l’anno convocava il Campo di Maggio, un’assemblea alla quale partecipavano i nobili di tutto il regno per approvare le leggi. Dal punto di vista giuridico vi erano i capitolari ossia insieme di leggi emanate dall’imperatore e rispettate da tutte le regioni.
10) Anche se analfabeta, Carlo Magno, aveva un grande interesse per la cultura e cercava in tutti i modi di sapere più possibile. Parlava bene, oltre alla sua lingua, il latino e il greco, era appassionato di astronomia e anche quando non conosceva un argomento era in grado di far capire il contrario tanto era bravo nel parlare. Fondò la Scuola Palatina, luogo in cui si discuteva su svariati argomenti sotto la guida di un monaco. Fece aprire scuole e biblioteche. Nasce la scrittura carolina.
11) Morto Ludovico il Pio il regno venne diviso tra i tre figli sempre in lotta fra di loro. A Lotario spettò l’Italia, alcune regioni oltralpi e il titolo di imperatore, a Lodovico toccò la Germania, a Carlo il Calvo spettò la Francia. Ciò venne legalizzato con il trattato di Verdun.
12) Carlo il calvo e Lodovico si incontrarono nell’attuale Strasburgo per firmare il patto. Per permettere ad entrambi gli eserciti di capire il contenuto del giuramento il testo era stato tradotto dal latino in lingua franca e teudisca parlate dalla gente meno colta.