I Sassoni
Ottone I, re di Germania e d’Italia, diventò Imperatore nel 962.
Egli, per garantirsi ciò, impose la propria influenza sul Papa, poiché era lui a designare l’Imperatore. Inoltre attribuì il titolo di conte ai vescovi perchè loro non potevano trasformare in beni ereditari le contee.
Con una legge nel 962 si assicurò il potere di confermare l’elezione papale. La sua politica, in Italia, si basava sulla rivendicazione dei terreni imperiali, contendendoli ai Bizantini.
Tutto si sistemò con il matrimonio tra Ottone II e la principessa bizantina Teofano.
Egli succedette ad Ottone I nel 972. Dopo aver represso alcune ribellioni in Germania tentò di consolidare la posizione tedesca nel Mezzogiorno, infatti tentò di respingere i musulmani in Calabria, ma fu sconfitto nel 982 e nel 983 morì di malaria a Roma. A lui succedette il figlio Ottone III che nel 1002 morì.
La dinastia Sassone riuscì con i vescovi-conti a contenere il potere della feudalità laica, ma non stabilizzarono mai il controllo imperiale sul Papa.
Durante l’ultimo sassone (Enrico II 1002-24) l’elezione papale tornò ad essere espressione delle grandi famiglie aristocratiche romane. Comunque Pavia, capitale d’Italia, dopo 2 ribellioni contro l’imperatore, estromise la guarnigione tedesca.
Tuttavia il potere dei Vescovi, seppur non ereditario, iniziò a raggiungere dimensioni preoccupanti; così di fronte alle vicende milanesi del 1035, Corrado II decise, con la constitutio de feudis, di contrapporre l’eredità dei feudi minori al potere della grande feudalità ecclesiastica e laica.
Avvenne nel X secolo con la successione al trono papale di gente sempre meno adatta a ciò; infatti fu addirittura posto sul soglio pontificio un dodicenne (Benedetto IX), della famiglia romana Tuscolo. Tuttavia il cristianesimo, in questo periodo decadente, ebbe delle importanti vittorie: la conversione del duca degli Ungari, nel 1000, di Boleslao di Polonia, nel 1025, e del re danese Knut il Grande che tra il 1017 ed il 1035 cristianizzò il suo popolo.
A partire dall’ XI secolo la Chiesa si pose il problema di un profondo rinnovamento:
diventò più spirituale e meno legata al potere terreno. I primi, detti eremiti, furono: San Nilo (910-1004), Romualdo (952-1027) e Gualberto (1000-73) che si isolarono in luoghi più selvaggi alla ricerca dello “spirito”.
Furono costruiti monasteri (Cluny, nel 910).Cluniacensi: divennero una potenza economica e politica.
Eremiti: caratterizzati da una vita, x principio, povera.
Simonia: i Signori si costruivano chiese e monasteri e, dotandole di terreni, si nominavano abati.
Nicolaismo: i preti avevano moglie e figli.
Enrico III di Franconia (1039-56) depose nel 1046 il Papa Benedetto IX. I 4 successori furono tutti tedeschi. Cominciarono a promuovere concili diocesani, che intervenivano sulla disciplina del clero. Morì
nel 1056 e tutti i vescovi che avevano ricevuto l’investitura da lui e che continuarono ad esercitare quel potere furono accusati di simonia.
Nel 1059 ebbe inizio l’esclusione dell’imperatore dall’elezione del Papa; essa fu affidata al collegio dei cardinali. Ciò nonostante, dopo la morte di Enrico III, 2 linee riformatrici cominciarono a separarsi: la prima cercava soprattutto di sottrarre al Papa ed ai vescovi il controllo imperiale; la seconda, rappresentata dai patarini milanesi, mirava ad una chiesa più povera e purificata.
Nel 1075 Gregorio VII vietò l’investitura dei vescovi ed iniziò una guerra contro Enrico IV che si protrasse fino 1122 (concordato di Worms).
I capetingi si impadronirono del potere sulla Francia nel 987 e Capeto esercitò il potere solo su una ristretta Francia. Da notare che il prestigio della monarchia era associato al potere religioso.
I normanni si stabilirono nel 910 nel territorio di Rouen ed assimilarono Perfettamente lo spirito delle istituzioni feudali; ma, al contrario del resto della Francia, mantennero un solido controllo sui loro vassalli. Essi, guidati da Altavilla, abbatterono il potere dei Longobardi e dei Bizantini ottenendo nel 1059 la legittimazione delle conquiste dal Papa. Nel 1060 conquistarono la Sicilia araba e, nel 1066, con Guglielmo il Conquistatore, l’Inghilterra. Qui i duchi normanni restarono vassalli del re di Francia, seppur molto più potenti come re d’Inghilterra.