La Tecnologia

Cosa si intende per Tecnologia? Si sente così tanto parlare di "Nuove Tecnologie", "Tecnologie Innovative", "Soluzioni Tecnologiche", ma forse il significato di questo termine viene a volte confuso.

Per "Tecnologia" si intende l'insieme delle procedure e dei metodi di applicazione delle conoscenze scientifiche alle attività produttive.

La tecnologia è quindi un campo estremamente vasto, caratterizzato da molteplici aspetti: consiste sia nel complesso di conoscenze e di studi teorici mirati a risolvere problemi pratici, sia nella progettazione e nella realizzazione di prodotti di vario tipo quali vestiario, alimenti, manufatti, strutture, dispositivi elettronici e sistemi informatici; in generale, quindi, la tecnologia contribuisce a realizzare il cosiddetto "mondo artificiale".

Il processo tecnologico nasce per soddisfare un'esigenza umana o per concretizzare un'aspirazione e a questo fine utilizza risorse di vario tipo, come l'immaginazione, le conoscenze scientifiche e multidisciplinari, le competenze tecniche e gli strumenti.

Essendo una dinamica della società umana, anche la Tecnologia ha avuto una storia, che comincia nell'età della pietra per finire ai giorni nostri.

Tuttavia occorre fare una distinzione: fino alla fine del Settecento non si può parlare di un grande sviluppo della Tecnologia, dato che la produzione non era su larga scala, le industrie non erano del tutto sviluppate e soprattutto non era ancora diffusa la mentalità capitalistica, ovvero, la "voglia di rischiare del proprio denaro in un'attività". Cosa ha fatto scattare la molla?

La Rivoluzione Industriale

Il 1700 ha portato con sé la sua mentalità illuministica, e tra le sue tematiche vi era anche la fiducia quasi totale nella scienza e nella tecnica. E' stato proprio in questo periodo che si costruirono le prime linee ferroviarie, si svilupparono le prime vie di comunicazione, si conseguirono le più importanti scoperte nel campo medico e scientifico in generale. Tuttavia il grande sviluppo economico e tecnologico lo si avrà soltanto in quella che verrà definita "Seconda Fase della Rivoluzione Industriale", periodo di tempo che va dal 1860 circa al 1920.

Gli elementi di fondo che caratterizzarono la Seconda Fase della Rivoluzione Industriale furono di vario tipo:

  1. Le nuove scoperte scientifiche e le invenzioni;
  2. L'introduzione nell'attività produttiva di nuove macchine;
  3. L'introduzione e il massiccio uso di energie nuove: il petrolio e l'elettricità;
  4. La nascita di nuove industrie;
  5. La rivoluzione dei mezzi di trasporto;
  6. L'organizzazione delle fabbriche.

Le nuove scoperte

Nel 1879 Edison realizzò la prima lampadina a filamenti di carbone, Marconi riuscì per la prima volta al mondo a comunicare a distanza tramite la radio, Bell e Meucci inventarono il telefono nel 1874.
Nel campo della chimica vi furono importanti scoperte e formulazioni di nuove teorie che permisero una crescita immediata della fiducia nelle industrie chimiche: si introdussero nuove materie prime nella produzione di esplosivi, di saponi, dei coloranti artificiali, delle lastre e delle pellicole fotografiche, della celluloide...

Faraday, Oersted, Millikan, Maxwell, Ohm sono solo alcuni degli scienziati che contribuirono allo studio sul magnetismo e alla scoperta delle onde elettromagnetiche.

La cosa importante da sottolineare è comunque la fiducia che gli imprenditori ebbero nella produzione chimica, investendo immensi capitali e guadagnando molto e in un tempo relativamente breve.
Sempre riguardo alle innovazioni tecnologiche, durante la seconda fase della rivoluzione industriale abbiamo la nascita dell'aeronautica, che prese l'avvio con il collaudo del primo aeroplano nel 1903 coi fratelli Wright.

L'introduzione nell'attività produttiva di nuove macchine

I nuovi macchinari prodotti dalla ricerca e dallo sviluppo scientifico-tecnologico furono subito introdotti su larga scala nella produzione industriale, con importanti conseguenze: il numero di addetti alla lavorazione di un prodotto calava vertiginosamente, dato ora la macchina poteva svolgere le mansioni di più addetti contemporaneamente; inoltre vi fu la necessità di addestrare operai qualificati che sapessero usare le macchine a disposizione, contribuendo così ad una politica industriale presente anche oggi, che risponde alla necessità di formare gli operai per renderli più produttivi con appositi corsi di specializzazione.

Il campo dove questo fenomeno si manifestò in maniera più significativa fu senz'altro il campo dell'industria pesante, metallurgica e siderurgica, il numero di licenziamenti crebbe in maniera vertiginosa dopo l'ingresso nella produzione delle macchine, dato che i molti operai che vi lavoravano furono sostituiti da pochi addetti specializzati.

L'introduzione e il massiccio uso di energie nuove: il petrolio e l'elettricità

L'aspetto energetico ha profondamente modificato il vivere della popolazione mondiale in seguito alle scoperte di Edison (lampadina) e di tutti gli scienziati che scoprirono il possibile utilizzo dell’elettricità. L'illuminazione ha stravolto la vita nelle città e nella case, mentre l'uso della corrente elettrica contribuì allo sviluppo di una rete che smistava la corrente nelle abitazioni e negli uffici che permise negli anni successivi all'enorme uso di elettrodomestici e apparecchiature elettriche quali i telegrafi, inventati da Morse nel 1840.

Fu scalzato quindi l'utilizzo del petrolio dal campo dell'illuminazione ma l'oro nero fu utilizzato in nuovi campi; la ricerca permise la nascita delle materie plastiche e il loro utilizzo massiccio nel commercio. La plastica infatti era molto più semplice da utilizzare, meno costosa e più versatile, poteva essere utilizzata in vari campi e in varie forme, anche se negli ultimi 20 anni è nato il problema dell'inquinamento, sottovalutato all'inizio della produzione plastica. Comunque l'aspetto più importante dello sviluppo del petrolio fu il suo utilizzo come carburante, fenomeno che contribuì allo sviluppo delle automobili. Un altro materiale introdotto in questo periodo fu l'acciaio, utilizzato prevalentemente per la fabbricazione di macchinari, che divenne in poco tempo la materia prima più richiesta dall'industria.

La nascita di nuove industrie

Tante furono infatti le industrie che nacquero in seguito al boom industriale; questo fenomeno fu possibile proprio grazie all'investimento di denaro, di capitale, da parte di "pionieri dell'occidente" che vollero tentare la fortuna. Le industrie si occuparono o di sviluppare settori già attivi in precedenza o addirittura si occuparono coraggiosamente della produzione di nuovi articoli di mercato, legati soprattutto all'industria chimica (Solvay) o tecnologica (Siemens).

Le nuove industrie erano caratterizzate da una concentrazione di molti operai in imponenti complessi di fabbrica, fenomeno a cui si applica la definizione di Grande Industria. Si costituirono immediatamente rapporti tra le industrie nate: i cartelli, la collaborazione momentanea a livello economico o produttivo, e i trust, vere e proprie fusioni di industrie che portarono alla formazione di immensi colossi industriali.

La rivoluzione dei mezzi di trasporto

La Rivoluzione Industriale ebbe per la prima volta la necessità di far transitare la merce in tutto il globo terrestre; ecco quindi un immenso sviluppo dei trasporti.

Nel mondo marittimo di notevole importanza vi fu la realizzazione dei canali, di Suez e di Panama, oltre a quelli di Kieve di Corinto.

Le ferrovie, già utilizzate ma in condizioni pessime, furono riorganizzate e l'utilizzo di rotaie in acciaio le rese molto più sicure e durature. Le ferrovie assunsero valore internazionale e furono quindi costruiti i trafori, come il Frejus (1871) e il S.Gottardo (1882) in Europa, mentre furono allestite linee "Coast to Coast", da costa a costa, in America e in Russia (Transiberiana). Oltre al miglioramento delle vie di comunicazione sorsero anche numerose strutture, centri di carico-scarico, centri di smistamento e di ausilio al trasporto, che si preparavano a diventare nodi fondamentali del commercio.

L'organizzazione delle fabbriche

L'uso di macchine sempre più potenti e versatili consentì di trasferire alla macchina molte attività da sempre prerogativa dell'uomo; in questo modo il lavoro umano perse una gran parte di creatività e divenne sempre più ripetitivo e semplice; inoltre, come già detto, nacque la figura dell'operaio qualificato, del tecnico, che conosce la macchina e deve intervenire per farla funzionare o per ripararla e che si differenzia dall'operaio/massa che compie un lavoro manuale e viene meno retribuito.

Inoltre l'attività produttiva dei grandi complessi industriali richiese un rigido coordinamento e una solida programmazione. Si verificò pertanto una divisione del lavoro: ai dirigenti e ai tecnici spettò il compito di programmare i processi, agli operai il semplice e ripetitivo lavoro.

La divisione del lavoro aprì la strada ad altre innovazioni nell'organizzazione del lavoro:
- il CICLO CONTINUO, ovvero lavorazioni che procedono per turni di operai senza fermare quasi mai le macchine;

- la PRODUZIONE IN SERIE, la produzione di pezzi tutti uguali l'uno all'altro e intercambiabili;
- le CATENE DI MONTAGGIO, teorizzate da Taylor nella sua "Organizzazione scientifica del lavoro", rendevano la produzione efficiente, data la brevità e l'efficienza di produzione, ma limitavano molto la creatività dell'operaio, costretto a vedere e a intervenire solo su un pezzo del prodotto.