Roma - Villa Paganini


Villa Paganini, situata su via Nomentana di fronte a Villa Torlonia, è stata riaperta al pubblico (2004) dopo un attento restauro svolto in collaborazione con la Sovraintendenza Comunale.

Il ripristino del piccolo parco, sorto alla fine dell’Ottocento in seguito ai diversi interventi di trasformazione e riduzione della magnifica proprietà settecentesca del Cardinal Giulio Alberoni di cui faceva originariamente parte, è avvenuto seguendo le fonti documentarie, con l’obiettivo di restituire l’antico aspetto di giardino romantico assunto dal parco alla fine dell’Ottocento; è stato così ripristinato un piccolo laghetto con isolotto artificiale e riattivata la Grotta-Ninfeo. Un piacevolissimo giardino in cui fanno da sfondo gli eleganti prospetti dei palazzi in stile Novecento dell'attiguo quartiere Nomentano.

La denominazione Villa Paganini è quanto mai impropria, in quanto riferita ad uno dei proprietari che ebbe la villa per pochi decenni senza lasciarvi tracce di rilievo, e non al cardinale Alberoni, vero committente di una delle ville più interessanti del Settecento romano e la memoria del quale resta unicamente nella denominazione di un vicolo vicino.

Le origini della Villa risalgono alla fine del Cinquecento, quando la vigna apparteneva al cardinale Mariano Pierbenedetti da Camerino, governatore di Roma e braccio forte del pontefice Sisto V, che vi aveva probabilmente una residenza, ma del quale resta un'unica testimonianza, la fontana da lui voluta, spostata di recente all'angolo di Via Nomentana e vicolo della Fontana.

La Villa, in seguito, appartenne agli Odescalchi, ma non mutò il carattere di vigna rustica fino al 1721, quando fu acquistata dal cardinale Giulio Alberoni, potente ministro plenipotenziario dell'imperatore Filippo V, il quale avviò subito ingenti lavori per trasformare la vigna in villa: il vasto appezzamento di terreno fu organizzato in viali ortogonali e dotato di numerose fabbriche che, pur mantenendo alcune funzioni agricole, consentivano anche frequenti soggiorni al proprietario ed ai suoi nobili ospiti.

Vi si trovano, infatti, un casino nobile dalla bizzarra planimetria, serre per agrumi, fabbricati per vignaroli e giardinieri, un tinellone per contenere 124 botti di vino, due fienili, una "loggia con vano decorato a grottesca con un cavallo marino che esce sotto", una grotta per tenere il vino in fresco, un ingresso monumentale con un portale sormontato dallo stemma Alberoni, ornato da palle in peperino e da nicchie laterali. Il casino nobile comprendeva ben 30 ambienti, affrescati dal pittore Pietro Scaffi e sontuosamente arredati e le cronache romane riportavano con dovizia di particolari la magnificenza del luogo, costato, al cardinale, ben 25.000 scudi.

Alla morte del cardinale, nel 1752, la villa passò in eredità al Collegio Alberoniano di Piacenza ma, nel 1798, gli amministratori la vendettero a Luigi Mirri che, a sua volta, la cedette ai fratelli Argenti che si dedicarono al restauro degli immobili ed alla valorizzazione del fondo cedendo in ogni caso la villa, nel 1832, alla Compagnia di Gesù.

Dopo altri numerosi passaggi di proprietà che ridussero la villa in condizioni d'abbandono, fu acquistata, nel 1890, dal senatore Roberto Paganini e proprio in quegli anni, sotto la pressione della crescente espansione edilizia della città, ebbe inizio la lottizzazione del parco, frazionato in una miriade di villini. Quando gli eredi Paganini nel 1913 cedettero la villa al conte Enrico Lutzow, la proprietà era ridotta già all'area oggi adibita a parco pubblico, comprendendo solo il casino nobile e la porzione di parco compresa tra questo e la Via Nomentana.

Tuttavia il conte Lutzow fece sistemare il parco e ampliare a dismisura il casino nobile originario, abitandovi fino al 1934, quando il Comune di Roma acquistò il parco per destinarlo ad uso pubblico e riservò il casino nobile a sede scolastica.

Oggi il parco comprende un modesto appezzamento di terreno con un laghetto rustico, un piccolo manufatto, usato dal Servizio Giardini, che conserva ancora una pregevole fontana composta da una nicchia rivestita di scogliere e sormontata da decorazioni graffite, una grotta, il casino nobile inglobato nel maestoso edificio novecentesco, adibito a scuola e alcuni padiglioni prefabbricati.

Tutta la parte del parco che si estendeva fino a viale Gorizia è oggi occupata da villini, tra cui l'edificio che ospita l'Università LUISS, circondato da un piccolo parco dove, nonostante le numerose manomissioni, si trovano ancora tracce della villa settecentesca.

Il casino del cardinale Alberoni, era ricco di decorazioni pittoriche e a stucco, come documentano le numerose cronache dei lavori e l'ammirazione degli ospiti del cardinale, quali il re d'Inghilterra Giorgio II con la moglie Clementina Sobieski.

L'edificio fu completamente inglobato nella costruzione commissionata nel 1914 dal conte Lutzow all'ingegnere Emilio Albertini che progettò una facciata regolare e monotona, con un corpo centrale più elevato e due ali laterali a mascherare una planimetria lo stesso molto articolata, con sale ovali, gallerie, rotonde e atrii. La rotonda d'ingresso è coperta a cupola e collega le due ali originarie. Nella richiesta di licenza presentata alla Commissione edilizia il progetto è così descritto: "Il lavoro consiste nell'allacciamento di due vecchi fabbricati all'interno della villa, nella costruzione di una nuova scala e nell'ampliamento dei fabbricati stessi".

Un ulteriore ampliamento avvenne nel 1934, all'epoca dell'apertura al pubblico della Villa e della destinazione dell'antico casino a scuola: per consentire la nuova utilizzazione l'edificio fu suddiviso in ben 48 vani, distruggendo così anche le ultime vestigia della residenza settecentesca.

Attualmente si accede al mastodontico edificio settecentesco attraverso l'originario portale d'accesso che ha però perduto sia le decorazioni e gli stemmi sia la scritta "Est Deus in Israel" fattavi incidere da Alberoni quando fu prosciolto dalle accuse ingiuste che gli erano state rivolte.

Il parco settecentesco era articolato secondo schemi formali: cinque grandi viali rettilinei attraversavano la villa dal vicolo della Fontana all'attuale viale Gorizia, intersecati da viali minori perpendicolari e convergevano attorno ad una costruzione di pianta circolare, che nelle descrizioni d'epoca è chiamata "tinello". Fortunatamente, anche se ignorato da tutti in quanto avulso dal ambiente originario, il tinello Alberoni è ancora in loco, nel parco della LUISS, sebbene degradato: si tratta di una grotta ricoperta da tartari e roccaglie, una fontana di chiara ispirazione barocca, con al centro una scultura colossale, la riproduzione della celebre personificazione del fiume Nilo, che si conserva nel Museo del Louvre.

La parte di parco più vicina al casino nobile e non lottizzata era, comunque, totalmente modificata già agli inizi di questo secolo e nella descrizione dell'atto d'acquisto da parte del conte Lutzow appariva sistemata secondo le tipologie del giardino all'inglese, con il laghetto rustico, uno chalet svizzero, roccaglie e aiuole articolate. Nel parco si trovava anche una serra per essenze vegetali esotiche, molti alberi d'alto fusto e grandi quantità di piante di qualità diverse.

Questo assetto fu mantenuto da de Vico, nella sua sistemazione a parco pubblico, che si limitò a ripristinare i viali esistenti, ad eliminare la vegetazione infestante, a riattivare il laghetto, decretando però la distruzione, in quanto fatiscenti, dello chalet e dell'edificio delle scuderie, poste in prossimità dell'incrocio tra via delle Isole e vicolo della Fontana.

Molti degli alberi monumentali presenti ancor oggi, quali pini e lecci, risalgono all'impianto originario; sono invece estranei ed impropri gli esemplari di Prunus pissardi di recente impiantati dal Servizio Giardini.

Il parco appare oggi frazionato tra la sede del Servizio Giardini, la zona della scuola Montessori, recintata e occupata da tre bruttissimi prefabbricati, mentre un terzo prefabbricato si trova a ridosso di quello che fu il casino nobile.

Degli arredi originari sopravvive la fontana in marmo del cardinale Pierbenedetti da Camerino, dalle classiche forme rinascimentali con un'iscrizione, che ricorda la conduzione dell'Aqua Felice concessa al cardinale dal pontefice Gregorio XIV, e lo stemma cardinalizio, mentre sono d'epoca recente la fontana di roccaglie, la sistemazione del lago con passerelle e ponticelli, il monumento ai caduti della I guerra mondiale, opera di Arnaldo Zocchi, qui collocato dopo il 1934 quando la villa era dotata di una recinzione subito demolita nel 1938 nel corso della campagna per il "ferro alla patria".

Nel 1938, sul lato di via Nomentana, venne collocato il monumento ai caduti nella I Guerra Mondiale del quartiere Nomentano, opera di Arnaldo Zocchi

Negli anni '50, in una porzione interna del Parco, sono stati costruiti una serie di prefabbricati che ospitano scuole e locali di servizio.

Il parco fu denominato, all'epoca dell'apertura al pubblico, "Villa Torlonia dei poveri" in riferimento alla lussuosa "dirimpettaia" abitata dal duce.

Indirizzo
 Largo di Villa Paganini, 00198 Roma RM