Trekking a Piedi
Genzano di Roma
Partenza:Genzano di Roma (Piazza 4 Novembre) mappa
Durata: 5h00'
Difficoltà: Facile
Itinerario molto interessante che percorre per intero l’anello del lago di Nemi, in parte sulla cima dell’antico createre vulcanico e in parte sulla riva del lago, passando per le rovine del tempio di Diana.
Per giungere a Genzano di Roma si segue la SS Appia. Giunti alla piazza principale di Genzano (Piazza 4 Novembre), si prende la strada in salita (Via Garibaldi) che, continuando a salire, diventa Via Mazzini.
Alla fine della salita dopo la svolta a sinistra, occorre prendere la seconda traversa a destra (Via Latina), in fondo a questa si gira a destra e si parcheggia dove finisce la strada e inizia il percorso (l’inizio è segnato con i classici segni bianco-rossi su di un palo).
Inizialmente si segue una stradina in cemento abbandonandola poco dopo, deviando per un sentiero sterrato a destra in direzione del lago (occorre fare attenzione perché la svolta a destra non è indicata, anche se di tanto in tanto lungo il sentiero vi sono rari segni con vernice rossa).
Il sentiero, per ora quasi interamente fuori dal bosco, si snoda inizialmente sul bordo del cratere, percorrendolo in senso orario, con eccezionali vedute del lago sottostante e del caratteristico paese di Nemi dall’altra parte del lago; successivamente ci si allontana leggermente dal cratere inoltrandoci nel bosco, si iniziano ad incontrare dei cartelli con le descrizioni delle piante e dei fiori caratteristici del posto.
Dopo un altro breve tratto si arriva ad una piccola radura dove c’è la Fonte Tempesta, completamente prosciugata d’estate.
A sinistra della Fonte inizia un sentiero poco interessante che arriva a costeggiare quasi subito la Via dei Laghi, sotto alte piante di castagno.
La direzione più interessante è invece quella quasi opposta alla Fonte, dove il sentiero prosegue nel bosco incontrando quasi subito un bivio.
Proseguendo per il sentiero di destra (a sinistra si torna di nuovo a costeggiare la Via dei Laghi), inizia subito una staccionata e si incontrano altri cartelli descrittivi della flora tipica del sentiero di “Fonte Tempesta”.
Ad un certo punto, lungo il sentiero, in corrispondenza di una svolta a destra, si incontra una grossa parete di roccia da cui scende un po’ d’acqua. In quello stesso punto c’è anche una piccola grotta completamente scavata nella roccia. Da lì in poi iniziano delle mura che corrono parallele alla sinistra del sentiero.
Dopo un tratto in cui il fondo del sentiero diventa roccioso, e dopo aver oltrepassato altre piccole grotte sulla sinistra, il bosco termina con il caratteristico arco che indica la porta d’ingresso al paese di Nemi.
Subito prima dell’arco, sulla destra si trova un grosso cartello turistico con la descrizione di Nemi e dei suoi sentieri.
Oltrepassato l’arco ed entrati a Nemi, dopo una visita al centro storico e ai giardini del Belvedere, si può scendere al lago percorrendo il “Sentiero del Tempio di Diana” che inizia subito a destra del cartello turistico appena citato.
Il sentiero, lungo poco più di 2000 metri, è percorso da una comoda staccionata ma diventa poco agevole nell’ultima parte, a causa della vegetazione che lo ha ricoperto in parte. Alla fine del sentiero si arriva, dopo alcuni grandi anfratti scavati nella roccia, al vecchio acquedotto di Nemi.
Giunti sul lago, per giungere alle rovine dell’antico tempio di Diana si prende a destra la strada, percorrendo il bordo lago in senso antiorario per un breve tratto.
In un punto in cui la strada curva a sinistra, ad un piccolo slargo, si imbocca sulla destra una stradina più stretta che prosegue in leggera salita, lasciandola quasi subito per deviare a sinistra su un viottolo che porta al tempio di Diana.
Ripresa la strada da cui si era arrivati, si prosegue sul lungolago in senso orario, tra grosse piante di rose canine e i giardini che si intravedono fin sulla riva del lago.
La strada, in corrispondenza a dei tratti ombreggiati e un po’ sconnessi, inizia a salire fino a raggiungere agevolmente Genzano.
Giunti di nuovo alla piazza principale, ripercorrendo per la seconda volta la strada in salita si torna all’auto.