Trekking a Piedi
San Giovenale

Partenza:
Blera (VT)

Durata: 8h00'

Difficoltà: Media

A questa escursione è consigliabile dedicare un'intera giornata, organizzando il pranzo al sacco ed approntando l'equipaggiamento adeguato al percorso di campagna, che prevede anche il guado di piccoli corsi d'acqua, il superamento di asperità del terreno e altre piccole difficoltà di ordine naturale.

San Giovenale si trova sulla strada di Civitella Cesi; vi si arriva da Blera, imboccando la Strada Provinciale Monteromanese e, superando la Valle del Biedano, sul moderno viadotto in cemento armato.

Al bivio in località Fontanile delle Trocche, si gira a sinistra per Civitella Cesi. Alla sommità della prima salita, in località Formello, sul lato destro della strada, sono visibili i resti di un mausoleo  e di una villa rustica romana.

Dopo la discesa, la strada si addentra nel suggestivo bosco di Macchia Nuova e ne esce in prossimità del bivio per San Giovenale da dove, girando a destra, dopo un chilometro di strada asfaltata, si giunge nella zona archeologica, scavata dalla Missione Svedese, che ha operato per circa dieci anni, dalla metà degli anni cinquanta alla metà degli anni sessanta. L'area dello scavo dista da Blera circa 7 Km.

Il lavoro degli archeologi svedesi ha riportato alla luce un abitato etrusco del periodo arcaico (VII sec. a.C.). L'insediamento occupava un lungo altopiano tufaceo, alla confluenza del Fosso del Pitale nel Torrente Vesca ed era naturalmente fortificato dalle alte pareti, a strapiombo su questi due corsi d'acqua. Con il ritrovamento di fondi di capanne relativi all'Eta del Bronzo e all'Età del Ferro, si è potuto stabilire che l'uomo abitava il pianoro di San Giovenale già in epoca preistorica e protostorica, a partire dal XV - XIV secolo a.C.

Saggi di scavo sono stati effettuati su tutto il piano e numerose tombe sono state scavate nelle vaste necropoli circostanti; quasi tutto è stato, dopo accurati rilievi, ricoperto e soltanto due aree, una ad est e l'altra ad ovest del castello, data la loro importanza per lo studio dell'urbanistica etrusca del periodo arcaico, sono state lasciate aperte e protette da due capannoni.

Per visitare l'acropoli, si deve seguire la strada che, a destra, costeggia la recinzione e sale verso il castello medioevale. Arrivati sotto il muro orientale di questo maniero, a sinistra, è possibile entrare nella recinzione ed arrivare al grande capannone che protegge la parte dell'abitato etrusco meglio conservata. Dall'alto di una passerella, appositamente costruita, si ha una visione completa delle piante delle case, dei pazzi, dei focolari e delle mura perimetrali delle abitazioni, che si conservano ancora per alcuni filari di grossi conci di tufo, senza malta.

Nella zona circostante, fuori del capannone, sono visibili in superficie, resti di altre case, pazzi, pestarole, il tracciato di una strada antica con solchi delle ruote dei carri ed altre modifiche del banco tufaceo, testimoni della vastità dell'abitato che investiva tutto il piano di San Giovenale. Il castello dei Di Vico (XIII secolo) sbarra l'accesso alla parte occidentale dell'acropoli; le sue mura, come si può facilmente osservare, spiccano direttamente dalla preesistente fortificazione etrusca.

Poco distante dal castello, ad ovest, la rovina della piccola Chiesa di S. Giovenale, emerge dalla campagna; sparse qua e là si vedono altre strutture murarie databili, come la chiesa, tra il XIII e il XIV secolo.

Queste sono le ultime testimonianze della presenza umana in San Giovenale; questo insediamento, di origine preistorica, è inspiegabilmente morto circa sei secoli or sono e non è più risorto, allo stesso modo di altre antiche città vicine: Luni sul Mignone, San Giuliano, Monterano e Norchia.

Oggi, aggirarsi tra queste romantiche rovine, diventa estremamente pericoloso; la secolare maledizione che ha colpito queste zone continua a produrre i suoi effetti e i ruderi devono sopportare, oltre alle naturali offese del tempo, l'inGIU riosa negligenza degli istituti statali competenti.

Un fossato, largo circa quattro metri, scavato probabilmente a scopo difensivo, taglia trasversalmente l'acropoli, a 150 metri dal muro occidentale del castello.

Ancora più ad ovest si trova l'altro capannone protettivo, più piccolo del primo ma di grandeimportanza per le strutture delle case estrusche, i pozzi e altre opere urbane ché si trovano sotto di esso. L'ambiente più interno della casa che si trova davanti al cancello di ingresso, presenta un vespaio, costituito di ciottoli calcarei di origine fluviale, a forma di U: si tratta del "triclinium" che siamo abituati a veder riprodotto nell'architettura funeraria etrusca.

Per raggiungere la punta estrema dell'acropoli, bisogna procedere verso ovest; qui sono visibili tracce di fortificazioni con grandi blocchi di tufo messi in opera senza malta. Da questo punto, la vallata del Vesca offre un indimenticabile spettacolo naturale.

Dopo l'acropoli, è opportuno visitare almeno una parte delle vaste necropoli che circondano San Giovenale: Grotte Tufarina, Porzarago, Le Grotticelle, Le Poggette, Cammerata, Montevangone e Il Terzolo.

Proprio di fronte al primo capannone, verso nord, si trova la necropoli del Porzarago dove, tra i tumuli etruschi, sono state rinvenute tombe a pozzetto, contenenti la tipica urna cineraria biconica villanoviana. Notevole è la tomba P. IX, detta anche "della Regina", costituita da uno stretto dromos e da due camere, messe in comunicazione da una porta e due finestrelle.

Nella prima camera, a sinistra, c'è un letto che presenta alle estremità due triangoli (timpani) ricavati nel tufo: si tratta di un letto femminile, fatto a forma di madia. L'altra sepoltura della prima camera è maschile, mentre nella seconda camera i letti sono tre, disposti a "triclinium" e quello addossato alla parete di fondo presenta i timpani secondo la foggia femminile.

La necropoli orientale è separata dal primo capannone dalla strada che scende verso la vallata del Vesca. Vi si accede passando attraverso una piazzetta sepolcrale sulla quale si aprono sei tombe, quattro a destra del sentiero e due a sinistra che meritano di essere visitate per la loro architettura interna.

Oltre questa Piazzetta sepolcrale, sul piano, numerose sono le tombe di tipo arcaico con volta ad ogiva, aperta in alto e coperta con grossi blocchi di tufo. Tutto il piano, detto "Le Grotticelle", è stato, per decenni, battuto dagli scavatori clandestini, fino all'esaurimento delle tombe.

Per visitare le necropoli meridionali, oltre il Vesca, occorre tornare indietro e discendere per la strada che passa sotto l'acropoli. Ben presto, su questa strada, si incontra un bel fontanile: qui si può sostare per riposare e rifocillarsi, prima di arrivare al guado del torrente, nel punto di confluenza del Fosso Pietrischio. Interessante, anche se difficoltosa, è la visita alla necropoli di Castellina in Cammerata che si raggiunge risalendo il corso del Vesca fino al Fosso di Cammerata, facilmente superabile, e inerpicandosi sulla rupe, disseminata di tombe di tipo rupestre. Raggiunta la sommità, si trovano: una grande tomba a dado ricca di decorazioni, specialmente all'interno, tumuli e tombe arcaiche.
Dopo il guado, seguendo la strada che sale a Cammerata, si può visitare la necropoli di Montevangone che si estende, nella folta boscaglia con tombe di ogni genere, tra il Terzolo e il corso del Vesca. Non è possibile indicare un preciso itinerario per il fatto che non esistono sentieri transitabili quindi, la ricerca delle tombe (quasi tutte scavate dai clandestini), può riservare notevoli emozioni.

Civitella Cesi dista da San Giovenale 2 Km.: al bivio si gira a destra, si attraversa il piano del Vignale e, dopo una serie di tornanti, si giunge in vista del paese, arroccato su uno sperone di tufo, secondo la tipologia ricorrente negli abitati di questa zona.

Le costruzioni maggiori del paese sono la chiesa e il Castello Torlonia ma, altrettanto degne di considerazione, sono le stradino e le case del piccolo centro storico. La presenza, nelle immediate vicinanze, di alcune necropoli etrusche, fa desumere che già in tale epoca il sito di Civitella fosse abitato.


Le informazioni relative all'itinerario elencato sono state reperite su internet; noi ci limitiamo soltanto a segnalarvele, ma non siamo responsabili di eventuali modifiche sulla percorribilità o attraversamenti ricadenti in proprietà private.
Vi invitiamo, prima di partire, a contattare le strutture competenti.