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La Perdonanza Celestiniana
Celestino

 


Storia
La Perdonanza celestiniana ha rappresentato e continua a rappresentare per la città dell’Aquila e per il suo vasto Contado un evento di straordinaria importanza in cui si fondono momenti di grande intensità spirituale con manifestazioni di natura folcloristico-culturale, mentre in origine l’aspetto mistico legato alla fruizione della indulgenza plenaria si fondeva con quello economico della grande Fiera del Perdono che si teneva nella vasta area antistante la Basilica.
Quando Pietro Angelerio, Eremita del Morr0one, il 29 agosto 1294 divenne Papa Celestino V ricevendo la Tiara nella Chiesa di Santa Maria di Collemaggio, volle concedere alla città dell’Aquila una così importante, ed unica nel suo genere, indulgenza plenaria con lettera papale il cui testo originale in pergamena viene tuttora gelosamente conservato nella Torre del Palazzo municipale.
La fierezza degli Aquilani si oppose alla richiesta, dopo la morte di Celestino, del successore Bonifacio VIII il quale reclamava la restituzione della Bolla per dichiararla nulla.
Da allora le Autorità cittadine, ben consapevoli della grande valenza laica e religiosa della Perdonanza perpetuarono nel tempo la solennità dell’evento annuale organizzando grandi manifestazioni pubbliche con sempre enorme partecipazione popolare.
Pur nelle alterne vicende storiche di oltre settecento anni la città dell’Aquila ha sempre mantenuto vivo il ricordo dell’Eremita eletto Papa in Collemaggio ed ha altresì onorato quel messaggio di fede nel perdono che è anche messaggio di pace, oggi particolarmente sentito tra i singoli e tra le genti troppo spesso in conflitto in una inquietante prospettiva di sofferenze ed odio.


La bolla del perdono
La Bolla del Perdono

Il testo originale della Bolla

«Celestinus episcopus, servus servorum Dei, universis Christi fidelibus presentes litteras inspecturis, salutem et apostoli/cam benedictionem. Inter santorum solennia sancti Johannis Baptiste memoria eo est solennius honoranda, quo ipse de alve sterilis / matris procedens fecundus virtutibus, sacris eulogiis et facundus fons, apostolorum labium et silentium prophetarum, in terris Christi pre/sentiam, caliginantis mundi lucernam, ignorantie obtectis, tenebris, verbi preconio et indicis signo mirifico nuntiavit, propter quod eius / gloriosum martyrium mulieris impudice indictum intuitu misteraliter et secutum. Nos qui in ipsius Sancti decollatione capitis / in ecclesia sancte Marie de Collemayo Aquilensi, ordinis sancti Benedicti, suscepimus diadematis impositum capiti nostro insigne, / hymnis et canticis ac fidelium devotis oraculis cupimus venerabilius honorari. Ut igitur ipsius decollationis festivitas in dicta / ecclesia precipuis extollatur honoribus et populi Domini devota frequentia tanto devotius et ferventius honoretur, quanto inibi que/rentium Dominum supplex postulatio gemmas Ecclesie donis micantes spiritualibus sibi reperiet in eternis tabernaculis profuturas, omnes / vere penitentes et confessos qui a vesperis eiusdem festivitatis vigilie usque ad vesperas festivitatem ipsam immediate sequentes ad / premissam ecclesiam accesserint annuatim et omnipotentis Dei misericordia et beatorum Petri et Pauli apostolorum eius auctoritate / confisi a baptismo absolvimus a culpa et pena quam pro suis merentur commissis omnibus et delictis. Datum Aquile / III kalendas octobris, pontificatus nostri anno primo».

Il testo e della bolla è stato tratto da T.R. Mannetti, La Perdonanza di Collemaggio. Patrocinata dal Magistrato Aquilano, L’Aquila 1982, pp. 77-78.

Traduzione in italiano

«Celestino Vescovo servo dei servi di Dio, a tutti i fedeli di Cristo che prenderanno visione di questa lettera, salute e apostolica benedizione. Tra le feste solenni che ricordano i santi è da annoverare tra le più importanti quella di San Giovanni Battista in quanto questi, pur provenendo dal grembo di una madre sterile per vecchiezza, tuttavia fu ricolmo di virtù e fonte abbondante di sacri doni, fu voce degli Apostoli, avendo concluso il ciclo dei profeti, ed annunziò la presenza di Cristo in terra mediante l’annuncio del Verbo e miracolose indicazioni, annunziò quel Cristo che fu luce nella nebbia del mondo e delle tenebre dell’ignoranza che avvolgevano la terra, per cui per il Battista seguì il glorioso martirio, misteriosamente imposto dall’arbitrio di una donna impudica in virtù del compito affidatole. Noi, che nel giorno della decollazione di San Giovanni, nella chiesa benedettina di Santa Maria di Collemaggio in Aquila ricevemmo sul nostro capo la tiara, desideriamo che con ancor più venerazione tal Santo venga onorato mediante inni, canti religiosi e devote preghiere dei fedeli. Affinché, dunque, in questa chiesa la festività della decollazione di San Giovanni sia esaltata con segnalate cerimonie e sia celebrata con il concorso devoto del popolo di Dio, e tanto più devotamente e fervidamente lo sia quanto più in tale chiesa la supplice richiesta di coloro che cercano Dio troveranno tesori della Chiesa che risplendono dei doni spirituali che gioveranno nella futura vita, forti della misericordia di Dio onnipotente e dell’autorità dei suoi apostoli SS. Pietro e Paolo, in ogni ricorrenza annuale della festività assolviamo dalla colpa e dalla pena, conseguenti a tutti i loro peccati commessi sin dal Battesimo, quanti sinceramente pentiti e confessati saranno entrati nella chiesa di Santa Maria di Collemaggio dai vespri della vigilia della festività di San Giovanni fino ai vespri immediatamente seguenti la festività. Dato in Aquila, 29 settembre, nell’anno primo del nostro pontificato».

La traduzione è stata curata dal prof. Alessandro Clementi.