Roma - Giardini del Quirinale


giardini del Palazzo del Quirinale costituiscono il parco del Palazzo del Quirinale, cinto entro le mura della struttura stessa, strettamente connesso con l'evoluzione del complesso monumentale.

L'estensione dei giardini è di circa 4 ettari.

L'ingresso principale dei giardini dall'esterno è dall'attuale via del Quirinale, tramite Porta Giardini, dove lo spettatore è condotto sul Viale delle Palme, affiancato da entrambi i lati da dodici aiuole geometriche che ospitano una ricca collezione di specie arboree, oltre ad un rarissimo esemplare di Trithrinax proveniente dal Brasile.

Al termine del Viale delle Palme si trova un busto dell'imperatore Adriano del II secolo d.C..

Una parte separata del giardino è costituita dal "Boschetto" che presenta singolari viali coperti da pergolati di verde da cui il nome.

All'inizio del Cinquecento, il colle del Quirinale era ricco di "anticaglie" e interamente occupato da orti e vigne: di queste la più famosa era quella tra piazza di Montecavallo (divenuta poi del Quirinale) e via Pia (poi via XX Settembre), che apparteneva alla famiglia napoletana dei Carafa, nota con l'appellativo "vigna di Napoli".

La salubrità del luogo e la splendida vista che spaziava su tutta la città, ne faceva uno dei luoghi più ambiti, tanto che il cardinale Oliviero Carafa preferiva affittarla, ricavandone una notevole rendita.

Nel 1550 fu affittata al cardinale Ippolito d'Este che acquistò delle vigne adiacenti, ricavandone splendidi giardini con piante rare, architetture arboree, il labirinto, statue e iscrizioni. 

Nel 1587, la vigna fu acquistata da Sisto V, ma già prima di quell'anno era stato costruito un edificio destinato alla residenza estiva del pontefice. La parte destinata a giardini dal cardinale d'Este era più ampia di quella attuale. Copriva, infatti, anche i pendii verso Trevi e comprendeva una zona boscosa, la "Silvia Estensium", corrispondente alla vigna Boccacci, che Ippolito aveva acquistato nel 1570.

Solo con Clemente XIII i giardini ebbero una nuova sistemazione.

Sua prima cura fu quella di far costruire fontane nuove, affidandone la realizzazione dei giochi d'acqua a Giovanni Fontana.

La maggior parte di esse sono state smontate o distrutte: rimane, però, la fontana dell'Organo, la più importante.

Finita nel 1596, fu detta anche del Parnaso, perchè vi erano originariamente le statue delle Muse, provenienti da una fontana del giardino estense; ha le caratteristiche del ninfeo con un grande nicchione, cui si accede da tre scalinate a ventaglio, divise da due muretti a ripiani con vasi, che evidenziano il forte dislivello esistente tra il piano del palazzo e quello basso dei giardini.

Le pareti e la volta sono decorati con stucchi che si ispirano a episodi mitologici e al Vecchio Testamento.

Ai lati del nicchione due ambienti rettangolari servivano come luogo di refrigerio.

L'organo idraulico era curato, dal punto di vista musicale, da un vero organista e, più tardi, i congegni malridotti furono sostituiti da Clemente XI.

Nuovi lavori furono fatti eseguire da Paolo V al Maderno, ma di tutto ciò poco resta, come pure dell'aspetto dato loro da Urbano VIII, che tracciò con un muro, peraltro distrutto, i confini attuali: quando si diffuse la moda del giardino paesaggistico, infatti, anche questo fu trasformato secondo i nuovi canoni estetici che imponevano una sobria naturalezza.

Del giardino settecentesco la cosa più notevole è la Coffe House, disegnata da Ferdinando Fuga per papa Benedetto XIV Lambertini.

Il piccolo edificio è del 1741 ed è costituito da una piccola loggia che si affaccia sul Pincio; da essa si accede a due ambienti, che formano due ali avanzate rispetto alla facciata, ornati da dipinti incorniciati da stucchi bianchi e oro.

Nell'ambiente di sinistra vi sono due dipinti di Giovanni Paolo Panini, raffiguranti la "Piazza del Quirinale" e "Papa Benedetto XIV a S. Maria Maggiore".

Nella sala di destra sono degni di nota quattro ovali, posti sul soffitto, e, al centro dello stesso, una tela rettangolare raffigurante la "Consegna delle chiavi a S. Pietro".

 Con il passaggio dallo Stato Pontificio al Regno d'Italia, il complesso del Quirinale, per volere di Vittorio Emanuele II,  divenne residenza reale.

Degli interventi compiuti in questo periodo è da ricordare la celebre "fontana di Caserta", che prende il nome da tre statue femminili, provenienti dal parco della Reggia di Caserta, disposte al centro di una vasca circolare su un gruppo di scogli. Fu costruita dallo scultore Giulio Monteverde durante il regno di Umberto I di Savoia.

Rinvenuta nel 1999, tra la cofee house e il resto del giardino, si trova un'area sotterranea costituita da uno scavo archeologico che ha permesso di mettere alla luce diversi resti di una domus romana di età tardo repubblicana - protoimperiale (I secolo a.C. - I secolo d.C.) con pregevoli mosaici pavimentali che testimonierebbero la ricchezza dei proprietari originari.

Nel corso del II secolo d.C., la domus venne inglobata nel vasto programma di urbanizzazione dell'intero colle, divenendo poi parte delle ville di campagna medievali sino a rientrare poi nella proprietà del palazzo.

Indirizzo
Piazza del Quirinale, 00178 Roma RM