Roma - Villa Lante


La villa, che si affaccia sulla passeggiata del Gianicolo, sorgeva un tempo al di fuori delle mura, ma fu poi inglobata entro i bastioni Gianicolensi, voluti nel 1640 da Urbano VIII. Occupa, con le altre ville della zona, una parte degli antichi Orti di Geta e gode di un'invidiabile vista sull'intera città.

La villa fu fatta costruire da Baldassarre Turini, ricco mecenate di origine toscana, amico di Raffaello e ben introdotto nella corte pontificia, in quel periodo in mano ai papi della famiglia dei Medici, tanto da essere nominato primo datario di Leone X e successivamente segretario di Clemente VII.

L'edificio fu progettato da Giulio Romano e costruito in più fasi tra il 1518 e il 1531, tanto che conserva una testimonianza graffita del sacco di Roma del 1527. 

Anche le decorazioni pittoriche sono di Giulio Romano e di altri artisti della cerchia raffaellesca.

Comprendeva un giardino di forma quadrangolare antistante la facciata e un viale in asse con la palazzina.

Il proprietario volle utilizzarla come residenza di campagna per feste e riunioni letterarie, ma non molto tempo dopo la sua morte, avvenuta nel 1543, gli eredi si disfecero della proprietà, vendendola nel 1551 ai Lante che la tennero per 250 anni, così che il loro nome, come spesso accade, è prevalso sul primo.

Costoro, già proprietari dei terreni limitrofi, ne ingrandirono il giardino portandolo a nove ettari, ma questo, un secolo dopo, venne tagliato dalle mura di Urbano VIII che dovevano incorporare nel centro abitato la parte settentrionale del Gianicolo.

In risarcimento del danno subito i Lante ebbero in seguito la Villa di Bagnaia, dopo essere divenuti duchi di Bomarzo.

Nel 1817 la villa fu venduta ai Borghese.

Nel 1880 vennero ad abitarvi Wolfgang Helbig, archeologo che ai suoi tempi godette di una fama forse esagerata rispetto ai suoi meriti, e la moglie Nadine Shohowakoy, singolare figura di principessa russa.

Gli Helbig, che avevano acquistato l'edificio nel 1909, lo rivendettero nel 1950 allo Stato Finlandese che lo ha destinato a sede della sua ambasciata presso la Santa Sede e dell'Istituto Romano di Finlandia, che si occupa di ricerche archeologiche.

Da diversi anni vi svolge la sua attività culturale l'associazione Amici di Villa Lante.

Un'imponente cancellata, sostenuta da due colonne doriche, introduce alla villa.

L'edificio ha un aspetto sobrio, con una concezione unitaria nonostante la presenza di due diversi ordini architettonici.

La facciata è scandita da lesene doriche nel piano nobile e ioniche nel secondo piano; al centro si apre il portone preceduto da una breve scalinata a due rampe, aggiunta però in un secondo tempo per raccordare l'edificio con il livello del terreno che prima era più basso.

All'interno un elegante vestibolo con la volta a botte rivestita a cassettoni e stucchi conduce al salone.

La volta ha ancora le divisioni originarie in comparti, entro cui erano incastonati dipinti e sculture solo in parte conservati. Tra questi, 8 busti in terracotta e 8 ovali dipinti con le imprese araldiche dei Turini e di Clemente VII.

Nel centro campeggia invece lo stemma di Paolo V Borghese, papa imparentato con i Lante che visitò la villa nel 1608.

Negli scomparti vuoti erano collocati 32 affreschi piccoli con amorini e divinità e 4 più grandi con storie inerenti al Gianicolo, trasferiti poi a palazzo Zuccari.

Da qui si passa alla splendida loggia con il motivo della serliana (colonne architravate alternate ad archi), nuova nella sua impostazione panoramica, e decorata con candidi stucchi eseguiti nel 1531 da Giovanni da Udine, inventore di una tecnica che imitava quella romana (stucco frammisto a polvere di marmo bianco).

Indirizzo
 Passeggiata del Gianicolo, 10, 00165 Roma RM