BASSANO ROMANO (VT)


Comune

Distanze: 58 km da Roma

Altitudine: 360 m

Situato sui monti Sabatini, nei pressi del lago di Bracciano, mantiene l'aspetto caratteristico del borgo medievale, anche se la leggenda affida le sue origini agli Etruschi: secondo il volere popolare era il ritrovo segreto di due giovani amanti, la bella Velka ed il valoroso Tarkuna.

Sulla veridicità dell'esistenza o meno di comunità etrusche nella zona non ci sono testimonianze storiche attendibili, cosa che avviene, invece, per quanto riguarda la presenza di insediamenti romani.

E' sicuramente ad epoche successive che si lega la storia del paese, determinata soprattutto dai vantaggi che potevano venire ai governanti dalla favorevole posizione strategica del luogo: saccheggiato e distrutto da Federico Barbarossa, fu reso inespugnabile dai Serco di Sutri che vi costruirono un castello che, passando da un casato all'altro, giunse, nel 1428, nelle mani degli Anguillara.

Nel 1566 la nobile famiglia dei Giustiniani, originaria di Genova e proprietaria di una società commerciale, fugge dall’isola di Scio (di proprietà genovese fin dal 1304), nel mar Egeo, a seguito dell’invasione turca e dei conseguenti efferati massacri. Giuseppe Giustiniani, giunto così a Roma, si mette alla ricerca di un luogo tranquillo dove poter costruire la propria dimora: nel 1595 il “Feudus Bassani” viene quindi ceduto per intero dagli Anguillara ai Giustiniani, per concessione di papa Clemente VIII. In breve tempo iniziano i lavori di ampliamento del palazzo, che perdurano per molti anni, con impiego di manodopera locale, in un clima di stretta collaborazione e non di mera sudditanza, basata sul rispetto reciproco. Nel 1603 i principali lavori vengono ultimati; sono passati tre anni dopo la morte di Giuseppe Giustiniani, al quale succede il figlio Vincenzo.

Nel 1798 i francesi di Napoleone, per mezzo del generale Berthier, creano in Italia la Repubblica Romana, ma fin da subito iniziano le prime insurrezioni, di cui anche Bassano è teatro, con sanguinosi scontri. Tra il 22 e il 25 luglio 1799, per la disputa di un cannone lasciato in località Aiola da una colonna di insorti napoletani in fuga, si accende una battaglia alimentata dal malcontento popolare e dalla conseguente ira dei francesi. Con l’aiuto di altri insorti, lo scontro si conclude con la fuga delle truppe francesi e senza alcun morto o ferito tra i bassanesi.

Il 28 luglio dello stesso anno, 900 soldati sottopongono a sacco Ronciglione e il 31 è la volta di Bassano: il palazzo, tutte le chiese, ogni casa, ogni cantina, bottega, negozio, granaro, furono depredati, saccheggiati e sfasciati con avida brutalità.

Il 25 agosto l’esercito ungherese del conte Zuba vendica il sacco dei francesi, in uno scontro che li costringe a ritirarsi a Oriolo e poi da lì, inseguiti, a Bracciano. Questo affronto ai dominatori preoccupa seriamente il generale Garnier, che, temendo l’emulazione di altri comuni, il 30 agosto invia più di 1000 soldati. Giunti a Bassano penetrano con facilità nel palazzo e saccheggiano di nuovo il paese commettendo azioni vendicative di ogni tipo.

Il 29 ottobre 1799 i francesi sono costretti ad abbandonare Roma e fuggono con i giacobini romani alla volta di Civitavecchia: è la fine della Repubblica Romana.

Dopo tutte le sciagure passate, i bassanesi sentono il bisogno di invocare la pietà celeste: nasce così la devozione alla Madonna della Pietà, tutt’ora viva e molto sentita; la prima festa fu celebrata nel mese di maggio 1800. In quegli anni si facevano sentire le conseguenze delle epidemie e dei saccheggi: la ripresa fu molto lenta e faticosa.

Nel 1854 il principato di Bassano passa dai Giustiniani agli Odescalchi, che non porteranno alcun vantaggio sociale, economico, né tanto meno culturale, lasciando nell’indifferenza e nell’incuria le opere dei loro predecessori.

Il 7 agosto 1891 viene assassinato Salvatore Pezi, di famiglia benestante; il delitto scuote il paese, lasciando tutti allibiti, increduli e disorientati. Saranno coinvolte più di 500 persone, il fatto sarà noto in tutta Italia e si concluderà con la condanna del figlio, il sacerdote Gratiliano Pezi, dopo aver fatto ingiustamente soffrire sei anni di carcere a tre innocenti. Nonostante sia stato condannato il mandante, ancora i bassanesi si pongono questo interrogativo: chi ha ucciso Salvatore Pezi?

I due conflitti mondiali (sec. XX)

Bassano da il proprio contributo di sangue con ben 32 giovani persi nella prima guerra mondiale e 36 nella seconda. Tuttavia, proprio durante il secondo conflitto mondiale Bassano è teatro di duri scontri tra le forze naziste di occupazione e gli Alleati che, risalendo dal meridione, stavano procedendo alla liberazione di tutto il territorio nazionale.

Il paese è occupato interamente dal Genio Pontieri della Wehrmacht. C’è da ricordare, cosa di cui pochissimi sono a conoscenza, che nel palazzo Giustiniani ha alloggiato il generale Albert Kesselring, comandante in capo di tutte le forze tedesche in Italia. Il territorio di Bassano viene più volte bombardato, causando vittime anche fra i civili; tutti gli uomini idonei vengono giornalmente caricati e portati a lavorare sui Monti Cimini, per scavare trincee e allestire fortificazioni.

Nel paese giungono anche gli sfollati delle zone del Lazio meridionale e si nota anche la presenza di partigiani, che compiono azioni di sabotaggi. Primo fra tutti è da ricordare il finanziere Mariano Buratti, medaglia d’oro al valor militare, per aver formato la banda “Buratti”, con la quale compì azioni di guerriglia contro le formazioni militari tedesche.

Gran parte della storia recente del paese si perde tra i racconti degli anziani: aneddoti di ogni tipo, ma purtroppo mai raccolti organicamente.

Da vedere

Palazzo Odescalchi

Il palazzo venne edificato nei secoli XVI e XVII, ristrutturando un antico maniero.
Già castello Anguillara, il palazzo passò nelle mani degli Odescalchi e fu successivamente trasformato in abitazione privata.
Il castello si affaccia su uno splendido giardino attraverso quattro grandi archi.
Le sale interne sono riccamente decorate.
Si possono ammirare numerosi affreschi manieristici, con soggetti mitologici e biblici, di Francesco Albani e del Dominichino.
Al suo interno sono pure conservati alcuni busti marmorei e delle armi.

Si può visitare, tutti i giorni escluso il lunedì, previa autorizzazione del proprietario.

Convento di San Vincenzo

Domina altero la valle sottostante, dall'alto del colle su cui sorge.

Offre una splendida visione panoramica del paese e della valle sottostante, fino ai monti dell'Umbria, gli Appennini e, a sud-ovest, i Monti Sabatini.