- Il
mercato in Piazza Duomo
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Sin dalla sua prima fondazione,
la città dell'Aquila si organizza in locali: una sorta di lotti (tanti quanti
i castelli che edificarono la città), per ognuno dei quali è prevista una
piazza, una chiesa ed una fontana, secondo una tipologia urbana ripetuta,
ancora oggi riconoscibile. All'età angioina risale invece la divisione in
quarti denominati: S. Giorgio (oggi S. Giusta), S. Maria Paganica, S. Pietro
in Coppito, S. Giorgio (oggi S.Marciano).
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La piazza del Duomo non appartiene
a nessun quarto: essa rappresenta da sempre il cuore della città e nasce,
sin dall'inizio, come spazio progettato tanto nel disegno quanto nella destinazione
funzionale: luogo di incontro e spazio del mercato giornaliero. Ha forma rettangolare
molto allungata ed è adornata da due fontane gemelle (1930), poste ai due
estremi della stessa, opera dello scultore Nicola d'Antino. Sul fondo della
pizza si erge il Duomo, dedicato
a S. Massimo; eretto nel XIII sec., fu distrutto dal terremoto del 1703 e
riedificato poco tempo dopo: restaurato in seguito al terremoto del 1915,
presenta oggi una facciata neoclassica disegnata da Giovanni Battista Benedetti
con semicolonne di ordine ionico e, sulla parte superiore, due torri campanarie
(1928). Il fianco destro mostra ancora le monofore ogivali della originaria
costruzione. L'interno è a croce latina ad una sola navata, con cappelle laterali;
come gli interni di molte chiese aquilane ha forme barocche.
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Lasciata la piazza, percorrendo
Corso V. Emanuele, sotto i cui portici ci si incontra e passeggia, si arriva
al crocevia dei Quattro Cantoni, seguendo a sinistra via Bafile si arriva
a piazza Palazzo dove ha sede il Comune, ivi è anche Torre Civica del Palazzo
di Giustizia la cui campana la sera batte 99 rintocchi a ricordo dei 99 castelli
che fondarono la città. L'orologio, postovi nel 1374, fu il terzo in Italia
dopo quelli di Firenze e Ferrara, nel mezzo della Piazza è il Monumento a
Sallustio (nato ad Amiternum, vicino all'Aquila), in bronzo,
opera di C. Zocchi (1903).
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- La
Basilica di S. Bernardino
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Ritornati ai Quattro Cantoni,
seguendo la strada sulla destra, Via S. Bernardino, si giunge alla Basilica
di S. Bernardino, con annesso convento, edificato sul finire del XV sec..
Una gradinata, preceduta da un'elegante
cordonata, introduce la scenografica facciata a coronamento orizzontale eretta,
poco più tardi, da Cola dell'Amatrice (1524-'40). Divisa in tre ordini sovrapposti,
distinti da colonne di ordine dorico, ionico e corinzio e da cornici marcapiano,
ha tre portali, di cui quello centrale ha nella lunetta un altorilievo della
Madonna con Bambino tra i SS. Francesco d'Assisi e Bernardino che presenta
Girolamo da Norcia, della scuola di Silvestro dell'Aquila. Il 2° ordine è
caratterizzato dal motivo della finestra serliana centrale seicentesca,
mentre il 3° riporta ai lati due decorazioni con l'emblema bernardiniano col
monogramma di Gesù (IHS) che più volte incontriamo anche sui portali di molte
chiese dal XV sec. in poi. L'interno barocco a croce latina è a tre navate
con cappelle laterali ed un'ampia cupola di forma ottagona. Splendido il soffitto
ligneo intagliato e dipinto da Ferdinando Mosca da Pescocostanzo (1723-27),
mentre l'organo è opera di Bernardino
Mosca. Nella 2° cappella destra, pala in terracotta smaltata di Andrea della
Robbia, nella 5° è l'imponente Mausoleo di S. Bernardino, grandiosa opera
di Silvestro dell'Aquila e aiuti (1505), al suo interno è custodito il corpo
del Santo in un'urna d'argento e d'oro di G. Mantini da Mantova (1799). Nella
cappella maggiore è il Sepolcro di Maria Pereyra (moglie di Pietro Lalle,
della insigne famiglia aquilana Camponeschi), l'opera più insigne di Silvestro
dell'Aquila, elegante fusione della tipologia sepolcrale quattrocentesca fiorentina con
quella romana. Pregiate anche le numerose opere pittoriche che ornano la basilica.
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- Il
Castello
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Usciti dall'edificio, seguendo
il fianco sinistra della basilica, si sbocca nella piazza del Teatro,
sulla quale prospetta il Teatro Comunale di Luigi Catalano (185472), oggi
sede del teatro stabile dell'Aquila.
Proseguendo e voltando a destra, ci si immette in via Vittorio Veneto,
e da qui, a sinistra, attraverso Via Zara, si giunge alla Porta Castello che
immette a destra nel Parco del Castello, ampia zona a verde con panorama sul
Gran Sasso.
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Il Castello è una poderosa fortezza
a pianta quadrata, con possenti bastioni angolari e circondata da un ampio
e profondo fossato. Iniziato nel 1535 da P.L. Scrivà, per volere della dinastia
spagnola degli Aragonesi, fu terminato solo nel 1635.
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Vi si accede, dopo aver percorso
il ponte in muratura, attraverso un monumentale portale su cui grandeggia
lo stemma di Carlo V. Qui ha sede il Museo Nazionale d'Abruzzo, organizzato
su 3 livelli: a pian terreno, oltre il vano che ospita l'enorme scheletro
dell'Elephas Meridionalis rinvenuto nei pressi dell'Aquila nel 1954, si trova
la sezione archeologica che conserva: materiale preistorico di popoli italici,
frammenti epigrafici ed architettonici provenienti dalle città romane d'Abruzzo,
rilievi, statue, oggettistica tra cui il bel Candeliero da Amiternum (dopo
il 25 d.C.); al piano superiore è la sezione medioevale e moderna che raccoglie
per lo più opere di scuola abruzzese dei sec. XIII / XVIII: notevoli le Porte
Lignee figurate di S. Maria In Cellis di Carsoli (1132) e di S. Pietro ad
Alba Fucens (XII sec.); Il Polittico di Jacobello del Fiore; Polittici del
Maestro dei Polittici Crivelleschi; una Croce processionale di Nicola da Guardiagrele,
l'importante gruppo di sculture lignee e in terracotta policrome abruzzesi,
dal XIII al XVI sec. (notevole il S. Sebastiano di Silvestro dell'Aquila):
ed ancora opere dei pittori fiamminghi del XIV / XVII sec. e dei pittori romani
e napoletani del XVII / XVIII sec. come Conca, Bedeschini, Solimena, De Mura
ed altri; ed Infine la sezione d'arte moderna e contemporanea che annovera
tra i vari artisti M. Vaccari, R. Guttuso, V. Guidi, G. Capogrossi, O. Tamburi,
R. Brindisi ed altri.
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Situata
nella piazza omonima,
S. Maria Paganica, chiesa cupo di quarto, esemplifica
l'architettura chiesastica originaria della città. Risalente al XIII sec.
e in stile romanico, sebbene più volte sia stata restaurata a causa dei frequenti
terremoti; conserva infatti infacciata un ampliamento settecentesco.
Il ricco portale è sormontato da una lunetta con Madonna in trono con Bambino
e nell'architrave, accanto al Cristo Benedicente e sei Apostoli, la data di
ultimazione della fabbrica: 1308. L'interno, a croce latina e ad una
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navata, è settecentesco e conserva
pregevoli opere pittoriche.
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Uscendo dalla chiesa attraverso
la porta a destra della navata, proseguendo a sinistra, si giunge al Chiassetto
del Campanaro da dove si può ammirare, murato nell'abside della chiesa, un
mascherone in pietra che, mostrando la lingua, ammonisce contro la bestemmia.
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Piacevole sarà passeggiare nei
dintorni e imbattersi in gustosi esempi di abitazioni medioevali e rinascimentali.
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- La
Chiesa di S. Silvestro
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Alla fine di Via Garibaldi, prima
di immettersi su Viale Duca degli Abruzzi, a destra è la Chiesa di S. Silvestro
del XIV sec., con semplice facciata a coronamento orizzontale con archetti
ogivali, su cui si apre un grande portale e splendido rosone. Il campanile
è aggiunta ottocentesca. L'interno, molto ampio, è stato riportato da un restauro
degli anni `60 all'originario stile gotico.
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In Piazza
Angioina si affaccia la
Chiesa di S. Domenico voluta da Carlo II d'Angiò,
che la fece edificare nel 1309 per tener fede ad un voto fatto mentre era
prigioniero, conserva della originaria costruzione trecentesca la parte inferiore
della facciata su cui si apre il bel portale romanico in pietra bianca e rossa.
Dal 1976 la chiesa è stata adibita ad auditorium. Dalla piazza ci si immette
in Via Sassa, caratteristica via sulla quale si
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affacciano case d'impianto medioevale,
cinquecentesco e barocco, si vedano al n° 37 Palazzo Antonelli, al n° 29,
a destra, un portale rinascimentale introduce nel caratteristico cortiletto
conventuale delle Clarisse, al n° 56 Palazzetto Fiore, poi Palazzo Gaglioffi
(oggi Conservatorio A. Casella), bella casetta ogivale dopo il no 27, al n°
40 Palazzo Signorini Corsi (XVI sec.), al n° 15 Palazzo Mancinelli (XVIII
sec.).
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In prossimità
dello sbocco in Piazza Duomo, a destra, è la
Chiesa di S. Giuseppe che racchiude l'imponente Monumento gotico Camponeschi, la più potente famiglia
aquilana, opera di Gualtiero d'Alemagna (1432).