GABRIELE D'ANNUNZIO


Pescara, 12 marzo 1863
Gardone Riviera, 1º marzo 1938

Gabriele D'Annunzio nacque a Pescara il 12 Marzo 1863, compose il suo primo libro di versi Primo Vere a soli sedici anni e fu considerato da Giuseppe Chiarini un vero poeta italiano. Non finì gli studi e si dedicò al giornalismo ed alla composizione d’opere di varia natura e valore.
Nel 1882 pubblicò le raccolte poetiche Canto Novo e Intermezzo.

Fu uno degli interpreti più abili delle correnti di pensiero e delle mode letterarie europee, tra le quali l'esasperato sensualismo, l'estetismo raffinato e paganeggiante (Il Piacere, 1889), la tendenza ad ignorare la realtà sociale a favore di un mondo spirituale elevato ed esclusivo. Riuscì quindi a proporsi con successo sia nel mondo letterario che in quello mondano, mettendo in atto quell'estetismo (non privo di scandali e polemiche) che il Decadentismo europeo aveva da poco concepito.

Nel 1882 sposò la duchessina Maria Hardouin di Gallese e nel 1891, dopo aver avuto tre figli, si trasferì a Napoli dove collaborò al "Corriere di Napoli". Qui iniziò una relazione con Maria Anguissola, principessa Gravina. Nel 1892 pubblicò il romanzo L'Innocente e la raccolta di liriche Elegie Romane; nei due anni seguenti pubblicò anche la raccolta di liriche Poema Paradisiaco e il romanzo Trionfo della Morte.

Nel 1895 collaborò con la rivista "Il Convito" che lo mise in contatto con il gruppo antidemocratico dei simbolisti europei; scrisse la "Vergine delle rocce" ispirato da un viaggio in Grecia sullo yacht di Scarfoglio.

Nel 1897 iniziò la frequentazione con Eleonora Duse, partecipò alle elezioni e fu eletto deputato con un programma di chiara impostazione nazionalistica. Nel 1899 l'opera teatrale La Gioconda, interpretata dalla Duse, ottenne un gran successo; l'anno dopo invece il romanzo Il Fuoco suscitò scandalo per le spregiudicate rivelazioni sugli amori con la Duse.

Nel 1903 pubblicò i primi tre libri delle Laudi (Maia, Elettra, Alcyone).Nel 1904 l'opera teatrale La figlia di Jorio ottenne un gran successo; continuava a produrre per il teatro (1905, La fiaccola sotto il moggio, 1908, La nave), coltivava più relazioni amorose, si circondava di lussi d’ogni genere e si dava a spese smodate.

Ad un certo punto, non potendo più tenere a bada i creditori, fu costretto ad abbandonare l'Italia (ma egli parlerà di "volontario esilio").

Nel 1910 fu a Parigi e ad Arcachon (in riva all'Atlantico) e scrisse in francese Le martyre de Saint Sébastien; nel 1913 compose le Canzoni per le gesta d'Oltremare ad esaltazione dell'impresa libica (costituiranno il quarto volume delle Laudi intitolato Merope). Le nuove amanti furono una russa ed una pittrice americana.

Nel 1915 ritornò in Italia per partecipare attivamente alla propaganda interventista; durante il primo anno di guerra rimase ferito ad un occhio durante un atterraggio di fortuna e in queste condizioni, con gli occhi bendati e servendosi di strisce di carta contenenti una sola riga, iniziò a scrivere Il Notturno.

Terminata la I Guerra Mondiale (durante la quale aveva preso parte ad imprese strepitoso quali la beffa di Buccari e il volo su Vienna), il suo gusto per i grandi gesti lo portò, nel 1919, ad occupare Fiume insieme con un gruppo di volontari: la abbandonerà in seguito all'intervento dell'esercito italiano.

Si trasferì quindi a Villa Cargnacco, sul lago di Garda, che trasformò nel "Vittoriale degli Italiani".

Nel 1924 pubblicò il primo dei due volumi de La Faville del maglio; il secondo sarà pubblicato nel 1928.

Nel 1937 fu nominato presidente dell'Accademia d'Italia da Benito Mussolini, e celebra la conquista dell’Abissinia con i versi e le prose di Teneo te Africa.

La sua attività politica, quella mondana (tra cui spicca la relazione con la Duse), come quella letteraria, fecero di D'Annunzio una sorta di "maestro di costume", un atteggiamento che avrebbe spinto molti a confondere l'eroismo con la violenza e la prevaricazione.

Morì nel 1938 d’emorragia celebrale il primo Marzo in Villa Cargnacco.